UIKI Onlus - Esprimiamo profonda preoccupazione per i giornalisti che martedì mattina sono stati arrestati in Turchia a seguito dell’ indagine nell’ambito dell’ 'Unione delle Comunità del Kurdistan (KCK). Quando si considera la libertà di stampa e la libertà di espressione, la Turchia è il paese con il più alto numero di violazioni. Nelle perquisizioni ad Istanbul, la polizia antiterrorismo ha fatto incursione negli uffici dell’Agenzia DIHA, l’Agenzia di stampa Etha, il quotidiano Özgür Gundem e la rivista Demokratik Modernite. La casa del fotografo Mustafa Özer (AFP) è stato perquisita e simili incursioni hanno avuto luogo anche a Ankara, Diyarbakir, Izmir, Adana e Van. Tra le persone fermate segnaliamo: la reporter Zeynep Kurtay e il fotografo Ömer Celik , l’editor dell’ Agenzia DIHA Fatma Kocak, il caporedattore di ETHA Arzu Demir, Nahide Ermis e Berxwedan Yaruk di Demokratik Modernite, Ramazan Tekgöz della DIHA Diyarbakir e i giornalisti Semiha Alankus, Sadik Topaloglu, Cagdas Kaplan , Zuhal Tekiner, Kenan Kirkaya e Evrim Kepenek. Anche nella provincia di Van, che è stata devastata da un terremoto il mese scorso, la polizia ha perquisito una tenda utilizzata dai giornalisti DIHA, il cui ufficio è stato gravemente danneggiato dal sisma. Ai sensi della legislazione turca, i detenuti non hanno il diritto di parlare con un avvocato durante le prime 24 ore. Gli stessi sono costretti a rimanere in custodia per quattro giorni prima di essere portati al cospetto del Pubblico Ministero.