mercoledì 29 febbraio 2012

Sciopero della fame a Strasburgo

I membri della Campagna "Libertà per Ocalan" hanno dato inizio a una nuova fase di proteste. Oggi a Strasburgo, quindici persone hanno iniziato uno sciopero della fame come segno di ribellione diretto all'ottenimento della libertà per Ocalan. I manifestanti chiedono al Consiglio d' Europa e l'Unione Europea di prendere una posizione contro le continue pressioni dello Stato turco ai danni del popolo kurdo. Il gruppo di manifestanti, daranno formalmente inizio all'atto d protesta con la lettura di un comunicato stampa davanti al Palazzo del Consiglio d’Europa. Il portavoce del gruppo, lo scrittore-giornalista Fuat Kav, ha dichiarato che l'iniziativa vede la partecipazione di curdi provenienti da diverse parti d'Europa e ha invitato il popolo curdo a sostenere e dimostare solidarietà agli scioperanti. Lo sciopero della fame che ha come slogan “Libertà per Ocalan, status per il popolo curdo", mira anche all'eliminazione del PKK dalla lista delle organizzazioni terroristiche. Kav ha dichiarato che le numerose organizzazioni impegnate nell'ottenimento della libertà per Ocalan, in un prossimo futuro coopereranno all'unisono. ANF

Fascistbook: "i curdi sono da censurare", anche in Italia

di Maria Letizia Perugini - È iniziata la campagna curda twitter al grido di '#FascistBook' contro il più popolare dei social network. Da lunedì, sull’universo dei 140 caratteri, è possibile seguire la manifestazione virtuale che gli attivisti curdi hanno organizzato per protestare contro le nuove linee guida per le restrizioni dei contenuti grafici Facebook pubblicate in esclusiva dal Daily Mail. leggi tutto su osservatorioiraq

martedì 28 febbraio 2012

Un'altro parlamentare kurdo in sciopero della fame

Dal carcere il parlamentare kurdo İbrahim Ayhan del BDP (Partito della Pace e della Democrazia) di Urfa ha annunciato lunedì di aver iniziato uno sciopero della fame ad oltranza per protestare contro l'isolamento del leader del PKK Abdullah Ocalan e contro le operazioni politiche e militari. I parlamentari prigionieri Selma Irmak e Faysal Sarıyıldız e circa altri 400 sono in sciopero della fame a tempo indeterminato dal 15 febbraio. ANF ​​/ NEWS DESK

domenica 26 febbraio 2012

Più di 400 prigionieri kurdi in sciopero della fame ad oltranza

In Turchia, centinaia di prigionieri politici curdi, tra cui due Parlamentari hanno iniziato uno sciopero della fame a oltranza, per chiedere la liberazione del leader del PKK e il pieno riconoscimento dei diritti politici della popolazione curda. Dopo uno sciopero della fame a tempo determinato, attuato da diverse centinaia di prigionieri politici tra il 1 dicembre e il 15 febbraio, la mobilitazione ha raggiunto un coinvolgimento senza precedenti. Zeynep Teker, Presidente della Federazione delle Associazioni che offre assistenza legale alle famiglie dei prigionieri politici (Tuhad-Fed), ha dichiarato che dal 15 febbraio più di 400 prigionieri politici hanno iniziato lo sciopero della fame a tempo indeterminato. Più di 6.300 membri del BDP inclusi 31 sindaci, sei deputati e decine di membri dei consigli comunali, si trovano attualmente in carcere a seguito delle operazioni anti KCK, lanciate nell'aprile 2009, poche settimane dopo lo storico successo del partito curdo in elezioni comunali. Il regime turco ogni settimana arresta decine di persone, facendo così lievitare il numero dei detenuti dai 60.000 registrati nel 2002 a agli oltre 130.000 detenuti attualmente.

Comunicato stampa

Riguardo ai nove arresti da parte della Polizia di Terni, nell’ambito di un’indagine su un’organizzazione dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, riconducibile all’organizzazione terroristica turca Hezbollah, sulla stampa regionale umbra sono apparse delle informazioni, che sarebbero amene, se non fossero fuorvianti. Infatti, prima si scrive sia che l’Hezbollah turco, di credo islamico sunnita, non ha alcun legame con l’omonima formazione libanese e nasce nei primi anni Ottanta con l’obiettivo di creare uno Stato islamico, retto dalla Sharia sul territorio della Repubblica turca, sia che non ci sono prove che il gruppo degli arrestati avesse finalità terroristiche. leggi su La terra di nessuno 

venerdì 24 febbraio 2012

Molestie sessuali verso bambini kurdi in carcere

Notizie inquietanti stanno arrivando per quanto riguarda i bambini kurdi che sono stati arrestati in connessione con azioni politiche e collocati nel reparto dei criminali comuni della prigione di Pozantı in provincia di Adana. I ragazzi affermano che sono stati abusati sessualmente e picchiati da criminali comuni. H.K. (15 anni) racconta: "Alcuni dei nostri amici sono stati molestati molte volte. Ci hanno picchiato e ci hanno costretto a spogliarci. Ciò che abbiamo vissuto non può essere tradotto in parole". Si sostiene che i bambini sono stati sottoposti a comportamenti razzisti e violenti. Un altro ragazzo A. (17 anni) dice: "I criminali comuni hanno stretto il collo con delle corde e ci hanno costretto a baciare la bandiera turca. Ci chiamavano terroristi e ci picchiavano molto male" e aggiunge che lui non ha ancora superato il trauma di ciò che ha vissuto. Un altro ex-prigioniero, A.K. (17 anni), conferma le denunce di abusi sessuali e rileva che l'amministrazione penitenziaria è rimasta indifferente ai loro reclami. Il  medico Didem Gediz del Centro Comunale delle donne di Akdeniz dice che ha incontrato molti bambini che hanno subito abusi sessuali nelle carceri. "Hanno difficoltà ad esprimersi. Sono gravemente danneggiati da ciò che hanno vissuto e non possono condividere il loro dolore con le loro famiglie. Invece di costruire stazioni di polizia nei quartieri, lo stato dovrebbe migliorare luoghi traumatici come le prigioni ", e fa notare che è responsabilità dello Stato garantire la sicurezza dei bambini ed il loro benessere nelle carceri. L'amministrazione penitenziaria di Pozantı nega le denunce di abusi sessuali. ANF ​​/ NEWS DESK

giovedì 23 febbraio 2012

Artisti kurdi in supporto della rivoluzione in Siria

Le ossa di un ragazzo di 14 anni rinvenute a Dargeçit

Mardin (DİHA) - Tragiche storie escono dalle fosse comuni insieme alle ossa umane. Recentemente uno scavo nel villaggio di Dargeçit (Mardin) ha rivelato ossa umane e vestiti che appartenevano a Seyhan Doğan che fu preso sotto custodia all'età di 14 anni nel 1995. Il fratello, Hazni Doğan, che lavora come volontario negli scavi in corso, fu anche lui arrestato insieme al fratello nel 1995 quando aveva 12 anni, ed ha riconosciuto tra i reperti i resti del maglione di suo fratello. Hazni racconta delle torture a cui erano sottoposti. "Ho incontrato mio fratello nel panzer della gendarmeria quando sono stato preso in custodia. È stato picchiato violentemente perchè voleva impedire ai soldati di picchiare me. Più tardi ho visto mio fratello maggiore per l'ultima volta. Ci picchiavano e torturavano sempre nel seminterrato del Comando del Battaglione della gendarmeria a Dargeçit".

mercoledì 22 febbraio 2012

Fosse comuni a Mardin

Mardin (DİHA) - Frammenti di ossa umane, vestiti e bossoli vuoti sono stati trovati oggi nei dintorni del villaggio di Dargeçit vicino Mardin. Gli scavi nel villaggio sono stati avviati dopo le dichiarazioni rese al procuratore da Seyithalil Durmaz che ha lavorato come operaio alle scavatrici per il Comune di Dargeçit dal 1994-1995. Durmaz ha dichiarato che i soldati portavano i corpi al comune e che i corpi venivano sepolti nel villaggio. Durmaz ha anche mostrato due luoghi in cui gli fu detto di versare terra e pietre. Erdal Kuzu presidente dell'IHD (Human Rights Association) di Mardin, che ha presenziato allo scavo ha dichiarato: "Abbiamo identificato quattro/cinque fosse intorno al villaggio. Il villaggio è stato evacuato nel 1993, è chiaro che dopo è stato utilizzato come fossa comune." Tra il 2 e il 6 novembre 1995, 8 persone furono arrestate in un operazione da parte della Gendarmeria turca, Davut Altınkaynak (13 anni), Süleyman Seyhan, Hikmet Kaya, Abdurrahman Coskun (21 anni), Dargeçit Abdullah Olcay (20 anni), Mehmet EminAslan (19 anni), Nedim Akyön (16 anni) e Seyhan Doğan (14 anni), solo un corpo bruciato e decapitato (Süleyman Seyhan) fu ritrovato il 6 marzo 1996 in un pozzo. (BS / gu)

169 prigionieri politici in sciopero della fame

Da otto giorni sono in sciopero della fame a tempo indeterminato 169 prigionieri politici nelle carceri della Turchia e del Kurdistan turco. Con questa protesta estrema i prigionieri chiedono la libertà per il leader kurdo Ocalan, la garanzia dell'istruzione nella lingua madre e la fine delle operazioni politiche e militari contro il popolo kurdo. Tra i prigionieri in sciopero della fame a Diyarbakir, Mardin, Elbistan e Bitlis ci sono anche i deputati del BDP di Şırnak, Selma Irmak e Faysal Sarıyıldız. ANF ​​/ AMED / DIYARBAKIR

martedì 21 febbraio 2012

Roma: serata a sostegno delle delegazioni per il Newroz in Kurdistan


Giornalista arrestata

La giornalista dell'agenzia kurda DIHA (Dicle News Agency) Gulsen Aslan e un impiegato dell'Accademia politica del BDP Salih Keles sono stati arrestati oggi a Batman. Aslan e Keles erano tra le 44 persone prese in custodia il 4 febbraio a Batman nell'ambito di un operazione contro il "KCK City Council". Aslan e Keles erano stati rilasciati dal giudice in attesa di un processo, tuttavia, la polizia li ha di nuovo arrestati per l'obiezione del pubblico ministero sui rilasci. Tra le 44 persone che sono state prese in custodia a Batman il 4 febbraio, 31 sono stati arrestati con l'accusa di "svolgere attività per il KCK". Secondo i dati della Piattaforma per la Solidarietà con i Reporters arrestati (TGDP), 105 giornalisti sono attualmente detenuti in carcere in Turchia. (Il numero è salito a 106 con l'arresto di Aslan). Secondo i dati raccolti dall'agenzia ANF, almeno 71 di questi sono giornalisti kurdi che lavorano per i media kurdi; 29 per l'agenzia DIHA, 16 per il quotidiano Azadiya Welat e 12 per Özgür Gundem. Separatamente, più di 30 distributori di giornali kurdi sono in stato di arresto.

sabato 18 febbraio 2012

A Strasburgo in migliaia per la conclusione della lunga marcia kurda

Strasburgo oggi ha assistito alla più grande manifestazione di protesta degli ultimi 13 anni. Sessantamila persone provenienti da molti paesi europei hanno chiesto la libertà per Ocalan e lo status politico per il popolo kurdo.

Una manifestazone organizzata dalle donne attaccata dalla polizia

Ci sono stati numerosi feriti e 35 persone sono state fermate a Mersin, a seguito a un intervento della polizia durante una manifestazione organizzata dalla sezione femminile del sindacato KESK di Mersin. La protesta è stata organizzata per reagire contro l'arresto delle colleghe avvenuto pochi giorni fa. Questa ondata di violenze, si sta verificando pochi giorni prima della giornata internazionale della donna, che si celebrerà l'8 marzo. La tensione è aumentata quando la polizia ha impedito ai partecipanti di dirigersi verso l’edificio del Comune di Mersin, per la lettura di un comunicato stampa. Nermin Karasu, Segretario della Egitim Sen, ha espresso la ferma intenzione di proseguire la marcia. La polizia si era resa disponibile nel consentire la manifestazione, a patto che nessuno dei partecipanti cantasse slogan o sventolasse bandiere o striscioni. La protesta è proseguita ma quando le manifestanti hanno iniziato a sventolare le bandiere e a cantare slogan, gli agenti le hanno immediataente caricate. La giornalista Zeynep Kūris che lavora per l’Agenzia DIHA, è stata minacciata dalla polizia, che le ha impedito di filmare gli attacchi. Tra le persone fermate, si segnalano i presidenti delle sezioni locali dei sindacati SES, BES e dell' Haber-Sen, alcuni membri dei sindacati Halkevi e Egitim-Sen, il Presidente dell’ SDP di Mersin, uno studente e due giornalisti di Evrensel. ANF/MERSIN

venerdì 17 febbraio 2012

Genova per il Kurdistan

L’Associazione Senza Paura-Restiamo Umani Onlus organizza una serie di iniziative dedicate alla cultura kurda, patrocinate da Antrocom Onlus e dal Comune di Genova. Una mostra fotografica (dal 18 al 24 febbraio), un incontro pubblico (sabato 18 Febbraio, ore 15.30) e un concerto (sabato 24 febbraio, ore 21 - musicista kurdo Mübin Dünen, con strumenti tradizionali) alla scoperta di usi e costumi di una popolazione poco conosciuta.

Scrittore kurdo in carcere

Lo scrittore kurdo Mehmet Güler, autore del libro "Il caso KCK: Lo Stato globale e i kurdi senza stato", arrestato il 13 febbraio a Van con altre sei persone nell'ambito dell'inchiesta KCK è stato incarcerato giovedi con l'accusa di essere membro di un'organizzazione "terrorista". Almeno 149 persone sono state arrestate lo stesso giorno durante operazioni simultanee in 28 città, contro il partito kurdo BDP e alcuni sindacati. 15 sindacaliste donne, uno scrittore e un giornalista sono tra gli arrestati. Mehmet Güler è già stato oggetto di numerose cause e le sue opere sono state sequestrate diverse volte. Il suo libro di giornalismo investigativo "Il caso KCK: lo stato globale e i kurdi senza stato", è stato pubblicato nel maggio 2010 dalla casa editrice belga Éditions, sotto la direzione di Ragip Zarakolu, anche lui in carcere dalla fine di ottobre 2011. Il libro è stato sequestrato dal tribunale penale di Istanbul per "propaganda di un "organizzazione terroristica". Lo scrittore kurdo aveva già trascorso quasi dieci anni nel carcere di Ankara, quando era uno studente di storia all'Università di Ankara. Oggi, la Turchia è la più grande prigione al mondo per i giornalisti e gli scrittori. Almeno 106 giornalisti tra cui vari scrittori sono dietro le sbarre. www.actukurde.fr

Nove sindacaliste arrestate

Quattordici sindacaliste donne sono state prese in custodia nell'ambito dell'inchiesta KCK (Unione delle Comunità kurde), tra queste, nove sono state sottoposte a custodia cautelare. E 'stato riportato che il procuratore ha chiesto chiarimenti sulle loro attività sindacali. Con domande del tipo: "Perché avete organizzato un'azione l'8 marzo (Giornata internazionale della donna)?" Il procuratore ha voluto anche sapere perché i sindacati organizzano una manifestazione il 28 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. L'accusa verso le sindacaliste è di essere parte di un'organizzazione illegale. Il 13 febbraio la polizia ha fatto irruzione presso le sedi della Confederazione dei sindacati del settore pubblico (KESK), del Sindacato europeo dei dipendenti pubblici per l'assistenza sanitaria e sociale  (SES) e l'Unione dei Lavoratori comunali (TÜMBELSEN). ANF ​​/ ANKARA

giovedì 16 febbraio 2012

50 arresti e 3 feriti per l'anniversario della cattura di Ocalan

NEWS CENTRE (DİHA) - Le proteste di ieri per l'anniversario della cattura del leader del PKK Abdullah Öcalan si sono trasformate in scontri di piazza in diverse città quando la polizia non ha permesso le manifestazioni. Tre persone sono state ferite da proiettili di plastica e almeno 50 sono state arrestate ad Adana, Mersin, Diyarbakir e Istanbul. Migliaia di agenti di polizia, veicoli blindati e panzer hanno invaso molti quartieri di queste città. Ad Adana due bambini sono stati presi in custodia. Quindici persone sono state prese in custodia a Mersin dopo che la polizia ha attaccato i manifestanti che avevano eretto barricate. Scontri di piazza hanno avuto luogo in molti quartieri di Diyarbakir. Otto persone sono state arrestate. I manifestanti si sono scontrati con la polizia anche nel centro di Silvan dove una densa nube di gas lacrimogeni ha invaso la città per diverse ore. Un bambino di dieci giorni è stato ricoverato per intossicazione. La polizia ha effettuato perquisizioni ieri sera nella città di Adana in connessione con le proteste del 15 febbraio. Trenta persone, la maggior parte bambini, sono stati presi in custodia. 

La Lunga Marcia a 70 km da Strasburgo

La lunga marcia per la "Libertà per Ocalan e lo status politico per il popolo kurdo" è a soli 70 chilometri da Strasburgo, dove domani ci sarà la riunione finale. Oggi i manifestanti marceranno verso il Parlamento Europeo e presenteranno un documento riguardante le loro richieste. ANF ​​/ STRASBURGO

mercoledì 15 febbraio 2012

Scontri di piazza a Diyarbakir

La cattura di Abdullah Öcalan è stata ricordata in numerose città. Oggi la polizia ha attaccato i manifestanti che si sono dati appuntamento a Piazza Taksim ad Istanbul per protestare contro l'anniversario della cattura di Abdullah Öcalan. Molti sono stati presi in custodia. Si segnalano scontri tra un gruppo di manifestanti e la polizia. Tra le persone attaccate dalla polizia, ci sarebbero numerosi esponenti del BDP, tra cui alcuni dirigenti e deputati. La polizia non ha autorizzato una manifestazione a Diyarbakir. L’area di Koşuyolu Park, dove era prevista la lettura di un comunicato stampa, è stata circondata dalla polizia, che ha impedito l’accesso al parco. Alcuni manifestanti hanno inscenato un sit-in davanti al giardino infantile di Diyarbakır, per protestare contro le azioni attuate dalla polizia, che nel frattempo presidiava la zona schierando un ingente numero di agenti e centinaia di mezzi blindati. Le migliaia di persone radunate attorno all’area non si sono lasciate intimidire e hanno resistito iniziando a scandire slogan. Infine, il comunicato stampa è stato letto ma la polizia ha immediatamente attaccato i manifestanti. Scontri sono in corso anche nella città di Yuksekova dove la polizia non ha consentito la prevista conferenza stampa. ANF / ISTANBUL / DIYARBAKIR

15 Febbraio 1999: la cattura di Abdullah Öcalan

Il 15 febbraio 1999 il leader kurdo Abdullah Öcalan, fu catturato in Kenya sulla strada dall'ambasciata greca a Nairobi all'aeroporto da agenti speciali turchi che agirono in collegamento con la CIA e il Mossad. La cattura del "nemico numero uno" fu sostenuta dalle autorità di Ankara, come la vittoria contro i kurdi che avevano intrapreso dal 1980 una sollevazione di massa contro le politiche turche di negazione e discriminazione. La cattura del loro leader è stata considerata dai kurdi come il risultato di una "cospirazione internazionale" che coinvolgeva i servizi di sicurezza di varie nazioni tra cui la CIA, il Mossad e l'MI5. Alla cattura di Ocalan è seguito un processo farsa durante il quale i pubblici ministeri turchi hanno cercato di ritrarre il leader kurdo come un "terrorista". Invece, Ocalan ha usato la sua difesa, per articolare una proposta per la pace e la riconciliazione tra turchi e kurdi, basata sul riconoscimento delle loro differenze culturali e nazionali all'interno di uno stato unitario. Per molti anni Öcalan è stato tenuto in isolamento in condizioni di pericolo sull'isola di Imrali al largo delle coste di Istanbul. Le sue condizioni di salute si dice che siano deteriorate a causa del difficile ambiente della prigione. Ma nonostante tutte le difficoltà personali, Ocalan ha continuato a svolgere un ruolo centrale nella politica turca ed esercita un'influenza tra il movimento kurdo che non può essere ignorata. Egli ha sostenuto una soluzione negoziata attraverso la presentazione di proposte dettagliate di richiamo su entrambi i lati a prendere misure per mettere fine al conflitto permanente. Ha usato la sua influenza fra i guerriglieri kurdi per sollecitare ripetuti cessate il fuoco unilaterali per dare una possibilità alla pace. Insistendo sul fatto che è un prigioniero politico, Ocalan e il movimento nazionale kurdo hanno mantenuto una posizione coerente per una conclusione pacifica del conflitto, fondata sulla realizzazione della giustizia per il popolo kurdo. Attraverso continue discussioni le loro proposte si sono evolute nella domanda attuale di "autonomia democratica" all'interno della Turchia, una politica che prevede la concessione di poteri locali e decisionali nella regione e più diritti sociali e culturali come l'uso della lingua kurda e la lingua madre nell'istruzione. Ciò che è chiaro è che la Turchia nel corso degli anni da quando Ocalan è detenuto non è riuscita a ottenere l'eliminazione del movimento kurdo, così come ha fallito nella sua insistenza nel vedere Abdullah Öcalan come un criminale o un terrorista; la recente notizia dei colloqui che si sono svolti tra Ocalan e rappresentanti dello Stato turco sottolinea la presa di coscienza graduale da parte della Turchia che l'influenza di Ocalan rimane fondamentale per mettere fine a questo lungo conflitto. ANF ​​/ NEWS DESK

Le operazioni "KCK" continuano in tutto il paese

Dopo la più grave ondata di arresti anti "KCK" , che ha colpito in 28 città il 13 febbraio, il regime AKP ha fatto arrestare altre 37 persone nella giornata odierna facendo salire il numero di persone prese in custodia solo nelle ultime 48 ore a 237. Le Province interessate dagli arresti sono le seguenti: Sirnak, Van, Urfa, Diyarbakir, Smirne e Mersin. L'operazione KCK di ieri è proseguita fino a tarda sera, la polizia ha preso in custodia sei persone nel villaggio Aktepe (Diyarbakir) e parallelamente ha arrestato 5 minori a Van . La mattinata odierna è iniziata con l'arresto di 15 persone a Viranşehir, Birecik, Suruç (Urfa), tre persone a Bismil (Diyarbakır) e altre tre nel distretto di Cizre (Şırnak). Inoltre, le forze di sicurezza hanno effettuato perquisizioni a Mersin, dove sono stati arrestati due membri del Meya-DER e a Smirne, dove sono state fermati due studenti universitari. Secondo la dichiarazione del capo della polizia di Istanbul, il 13 febbraio sono state prese in custodia 149 persone in 28 città, sepre a seguito alle indagini contro il KCK. Molti altri sono stati arrestati dalla polizia in separate operazioni politiche. Il Capo della Polizia ha etichettato gli individui arrestati, come "bomber" e ha posto sotto custodia membri del sindacato, bambini, politici, un giornalista e uno sceneggiatore. I dati relativi alle persone fermate nell’ambito delle operazioni anti KCK di ieri sono i seguenti: 42 persone a Istanbul, 33 persone a Batman, 15 membri del sindacato delle donne a Ankara, almeno 20 persone a Mardin, 13 persone a Adana, 10 persone a İzmir, 10 persone a Diyarbakır , 10 persone a Antep, 8 persone a Van, 6 persone a Hakkari, 6 persone a Şırnak, 6 sindacalisti a Mersin, 3 persone a Erzurum, 3 persone a Urfa, 2 persone a Denizli, una persona a Adiyaman, una persona in Bitlis e una persona in quel di Kocaeli. Sempre lo stesso giorno, 10 persone sono state prese in custodia Halfeti (Urfa), poiché partecipavano a una protesta contro la cospirazione 15 febbraio. Il 12 febbraio, 11 persone sono state prese in custodia a Urfa, 10 persone a Adana e una persona a Mersin. L’11 febbraio, 26 persone, incluso un ragazzino di 10 anni, sono state arrestate nelle province di Manisa, Van, Cizre, Mersin e Istanbul. Secondo le fonti ottenute da ANF e DIHA, il numero di persone poste in stato di fermo tra il 1° e il 14 Febbraio in relazione a motivazioni politiche, è salito a 445. Considerando le 887 persone che sono state prese in custodia nel mese di gennaio, questa cifra è lievitata drammaticamente a 1.332, il che significa che ci sono stati arresti con una media di 29 persone al giorno. ANF

martedì 14 febbraio 2012

Resistere al fascismo dell'AKP

Il co-presidente del BDP (partito della Pace e la democrazia), Selahattin Demirtas ha affermato ieri durante una visita a Van che "l'AKP ha colpito il popolo di Van più duramente del terremoto. Hanno approfittato del terremoto per cancellare la città. Un terzo della popolazione di Van è emigrato in altre città. Il denaro di un solo aereo da guerra potrebbe essere sufficiente per fornire ad ogni famiglia una casa prefabbricata, tuttavia, il governo non ha nemmeno fornito sufficienti tende alla gente. Preferiscono bombardare i bambini innocenti come a Roboski invece di aiutare le vittime del terremoto di Van. Questa è una politica deliberata. L'AKP deve pagare per questa discriminazione ". Demirtas ha inoltre sottolineato che l'AKP non ha alcuna tolleranza per chi vuole resistere e ha aggiunto: "Questo è terrorismo di stato al quale non ci sottometteremo mai." Demirtas ha anche valutato le recenti operazioni di polizia denominate "KCK" affermando che: "C'è una struttura fascista di fronte a noi, l'AKP ha fondato la propria organizzazione sul terrore. E non è un diritto ma un dovere resistere contro questo fascismo".

lunedì 13 febbraio 2012

109 persone arrestate oggi

Secondo i dati dell'agenzia ANF, 109 persone sono state arrestate oggi in raid simultanei effettuati nelle prime ore del mattino nelle province di Ankara, Adana, Batman, Mardin, Van, Erzurum, Hakkari, Mus, Diyarbakır, Kocaeli, Denizli, Mersin, Şırnak, Smirne, Urfa e Antep. Mentre le autorità turche non hanno ancora fatto una dichiarazione circa gli arresti, i resoconti dei media turchi parlano di 109 persone arrestate in 30 città. Tra i detenuti vi sono almeno 15 membri di sindacati, una giornalista e uno sceneggiatore. Gli arresti di oggi sono: 42 a Istanbul, 33 a Batman, 15 membri del sindacato delle donne ad Ankara, 20 a Mardin, 13 ad Adana, 10 a Smirne, 10 a Diyarbakir, 10 ad Antep, 8 a Van, 6 ad Hakkari, 6 a Şırnak, 6 sindacalisti a Mersin, 3 in provincia di Erzurum, 3 a Urfa, 2 a Denizli, una persona a Adiyaman, una persona a Bitlis e una persona a Kocaeli. Inoltre 10 persone sono state prese in custodia oggi ad Halfeti in provincia di Urfa a seguito di una manifestazione di protesta contro la cospirazione del 15 febbraio che portò al rapimento e alla detenzione di Ocalan. L'operazione KCK di oggi risulta essere la più grande dal 2009. ANF ​​/ NEWS DESK

Terrore senza fine

Una nuova operazione di polizia è in corso ad Istanbul, Ankara e Diyarbakir. Questa mattina la polizia ha perquisito diverse case a Istanbul e ha preso molte persone in custodia. Ad Ankara l'operazione sembra aver preso di mira in particolare i sindacati. È stato riferito che gli uffici del KESK, SES, e Tum Bel-Sen Genel sono stati perquisiti dalla polizia. Le nuove ricerche e gli arresti fanno parte dell'inchiesta KCK (Unione delle Comunità kurde). A Van il vicesindaco, Gülbahar Orhan, è stato preso in custodia. A Istanbul la polizia e le squadre speciali hanno perquisito un gran numero di case. È stato riferito che almeno 10 persone sono state prese in custodia, ma il numero è destinato ad aumentare. La casa del sindaco di Erentepe (Liz), Yaşık Mehmet è stata perquisita dalla polizia. A Diyarbakır la casa del giornalista dell'agenzia News Dicle Agency (DİHA), Ismet Mikailoğulları è stata perquisita, il giornalista è stato preso in custodia. ANF ​​/ Ankara-Istanbul-DIYARBAKIR

Riunione del Consiglio Comunale fuori dal carcere

Insolita protesta del Consiglio comunale di Kiziltepe, per protestare contro l'arresto del sindaco Ferhan Türk e di 25 consiglieriil Consiglio ha deciso di tenere la prima riunione del mese fuori dal carcere per evidenziare l'operazione in corso contro i politici kurdi. ANF ​​/ Mardin

domenica 12 febbraio 2012

La Lunga Marcia per la Libertà

La Lunga Marcia per la Libertà ha raggiunto la città di Mulhouse in Francia ieri mattina alle 8.30 dopo altri 20 km di marcia a meno 8 gradi sulla strada per Strasburgo per l'importante manifestazione di protesta prevista per il 18 febbraio. I rappresentanti della Lunga Marcia hanno incontrato il Partito comunista francese di Mulhouse per discutere della situazione attuale in Kurdistan e del completo isolamento del leader curdo Abdullah Ocalan. I membri del Partito comunista si sono poi uniti agli attivisti curdi per sei chilometri a sostegno della Lunga Marcia per la Libertà. Il rappresentante europeo del Partito della Pace e Democrazia (BDP) Faik Yağızaym ha incontrato funzionari del Comune di Mulhausm insieme alle delegazioni del Partito socialista francese e del Partito comunista francese. Faik Yağızay ha parlato ai media dopo la riunione e ha detto che tali riunioni verranno ripetute in ogni città che la Lunga Marcia visiterà. "I nostri incontri con i politici, giornalisti, accademici e membri del Parlamento si sono svolti dopo estenuanti marce a basse temperature e in dure condizioni, ma costituiscono una grande piattaforma per sensibilizzare sull'oppressione delle autorità turche sotto il governo dell'AKP e difendere i legittimi diritti del popolo curdo". La Lunga Marcia continuerà e l'obiettivo degli attivisti è di camminare per altri 30 chilometri nella giornata di domani. La marcia curda per la libertà è attualmente a 110 chilometri dalla sua destinazione finale a Strasburgo, in Francia. kurdishfreedommarch.wordpress.com 

venerdì 10 febbraio 2012

Kurdistan

 
Funerali dei guerriglieri uccisi nei giorni scorsi

90 anni di carcere per tre bambini kurdi

Tre bambini kurdi, Ferhat Agsioglu (17 anni), Hasan Demir (17 anni) e Ozgur Isleyen (16 anni), sono stati arrestati e imprigionati nel mese di agosto 2011 a Mersin per aver partecipato a manifestazioni ed aver gridato slogan "illegali". Incriminati l'8 febbraio, saranno giudicati dal tribunale per i minorenni di Mersin. La Procura ha chiesto 30 anni di carcere per ciascuno di questi bambini. La madre di Ferhat, Sefika Agsioglu, ha detto di essere scioccata dalla punizione che è due volte più grande di suo figlio. "Ferhat è già stato arrestato più volte. Non ha nemmeno avuto il tempo di vivere la sua infanzia ", ha detto la madre all'agenzia di stampa kurda Firat. Hayriye Demir, la madre di Hasan, da parte sua dice: "Siamo venuti a Mersin 15 anni fa a causa della guerra nella regione (Kurdistan), ma non siamo soli qui."  Il 7 febbraio, i tre ragazzini erano tra le 17 persone arrestate nella città di Hakkari, in un'operazione contro il principale partito kurdo il BDP. Nonostante le pressioni internazionali per porre fine alle sentenze a carico di minori dinanzi ai giudici penali degli adulti, la giustizia sotto il controllo del governo AKP del primo ministro Recep Tayyip Erdogan continua senza sosta ad incarcerare i bambini. www.actukurde.fr

giovedì 9 febbraio 2012

RaiNews: la questione kurda

La questione kurda, tra le più censurate e dimenticate dai mezzi di informazione. Un popolo-nazione di 40 milioni di persone senza stato, che vive diviso su cinque stati che rinnegano la loro identità, la loro cultura, la loro lingua. 4mila villaggi distrutti, durante la guerra, oltre 120mila vittime, milioni di profughi verso l’occidente. La repressione nei confronti del popolo kurdo continua sorda, strisciante ma non per questo meno violenta. Al momento ci sono almeno 105 giornalisti nelle carceri turche e la gran parte di loro è kurda. In studio con Luce Tommasi, Hevi Dilara, direttrice dell’Associazione Europa Levante, che sostiene la cultura kurda e aiuta i rifugiati kurdi nel nostro paese ed è il direttore artistico del festival del cinema kurdo e Roberto Natale, presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana. I servizi e le interviste sulla questione kurda sono stati realizzati da Annamaria Esposito e Luca Colombo. guarda il video

Stand up for Kurdish Rights

40 giorni dalla strage di Roboski

Il 7 febbraio a Londra, ha avuto luogo una marcia commemorativa in occasione del 40° giorno dalla strage di Roboski. L'evento è stato organizzato dal Kurdish Community Centre, Roj Women, Fed-Bir, Halkevi e Free Roni Youth Committee. I partecipanti hanno marciato in silenzio trasportato simbolicamente 35 bare, fino al cospetto dell'Ambasciata Turca. Alcuni manifestanti hanno cercato di deporre le bare delle 2 vittime più giovani accanto all'entrata dell'ambasciata ma sono stati bloccati per "ragioni di sicurezza".

Scontri tra esercito e guerriglia a Bingol

Bingol (DİHA) - La scorsa notte nove guerriglieri kurdi delle HPG (Forze di Difesa Popolare) sono stati uccisi in operazioni militari a Ilıcalar, Kos e Karev in provincia di Bingöl. Pare che due guerriglieri siano rimasti feriti ed uno sia stato catturato vivo. I due membri dell'HPG feriti sono stati portati all'ospedale di Stato di Bingöl. Le operazioni militari nella zona continuano. In una dichiarazione in merito agli scontri attualmente in corso, l’Ufficio Stampa dell’ HPG-BIM ha dichiarato:  "I guerriglieri dell’ HPG mercoledì notte hanno lanciato attacchi simultanei, colpendo alcuni edifici militari dell’ esercito turco, a Cele un quartiere di Colomerg (Hakkari). Il nemico - si legge nel comunicato - ha subito numerose perdite tra i soldati a seguito delle azioni che sono ancora attualmente in corso. I nostri guerriglieri hanno distrutto molte armi e munizioni in dotazione all'esercito turco. Quattro guerriglieri hanno perso la vita nel corso di questa azione ".

La lunga marcia entra nel 9° giorno

La marcia iniziata a Ginevra il 31 gennaio con lo slogan "Libertà per Ocalan, status politico per il popolo kurdo", organizzata dalla Federazione delle associazioni kurde in Europa (KON-Kurd) oggi entra nel nono giorno e da Basilea raggiungerà Sierentz (Francia). Ecco i commenti di alcuni dei partecipanti. Salih Mele del Movimento islamico del Kurdistan: "...camminare con la mia gente, nonostante tutte le difficoltà è una cosa meravigliosa e mi rende felice. Seguire il percorso stabilito dal nostro leader Abdullah Öcalan mi fa sentire orgoglioso. Stiamo marciando per la nostra fede, il futuro e l'esistenza di un intero popolo. Se l'AKP ha dalla sua parte la polizia, i pubblici ministeri, l'esercito, le armi chimiche e le prigioni, noi abbiamo le nostre anime e la nostra fede." Il giornalista e scrittore Mustafa Peköz: "con 30 anni di lotta per la libertà il popolo kurdo ha riscritto la storia. Oggi la storia viene scritta ancora una volta. Le persone stanno marciando con grande convinzione in condizioni climatiche di -8 gradi. C'è un incredibile livello di motivazione. L'isolamento del signor Ocalan ha indurito le convinzioni dei manifestanti. I loro canti per la libertà del Kurdistan si stanno moltiplicando. Credo che questo sia molto importante. La tirannia del governo AKP non riuscirà a spezzare la volontà dei kurdi, questo è evidente". Bard Maruf: "Con gli artisti, gli intellettuali, i rappresentanti delle organizzazioni kurde che partecipano a questa marcia, stiamo condannando la congiura internazionale contro i kurdi e contro Abdullah Öcalan. Credo che ogni artista deve stare con il suo popolo in momenti storici come questi". ANF ​​/ BASEL

mercoledì 8 febbraio 2012

Edi Bese! Ora basta!


Sette persone arrestate a Kiziltepe

Sette persone sono state prese in custodia a Kiziltepe (Mardin) questa mattina. Diverse case sono state perquisite dalla polizia. Tra le persone arrestate vi sono il coordinatore dell'ufficio per il sostegno all'istruzione del BDP, Saymanı M. Salih Ateş e il membro del BDP Emrullah Tunc. La casa del vicesindaco Şemsettin Sulhan è stata perquisita. ANF ​​/ Mardin

Altre ossa trovate nella ex sede del JITEM

Continuano gli scavi nella vecchia sede del JİTEM di Diyarbakir. Lunedì altri tre teschi sono stati recuperati portando a 29 il numero totale di crani umani trovati. L'ex sede del JITEM (organizzazione di intelligence clandestina all'interno della gendarmeria turca) si trova nel quartiere di Ickale nel centro storico della città. Un gran numero di frammenti di ossa e teschi sono stati scoperti nelle ultime settimane durante i lavori per la posa di nuove condotte idriche. Molte famiglie hanno chiesto all'IHD (Human Rights Association), di stabilire se i resti appartengono ai loro parenti rapiti e scomparsi soprattutto negli anni '90. Il presidente dell'associazione degli avvocati di Diyarbakır, Mehmet Emin Aktar, in una conferenza stampa ha criticato lo scavo di Ickale, affermando che gli scavi devono essere effettuati in accordo con il protocollo Minnesota, il protocollo modello per lo studio legale di esecuzioni extra-legali, arbitrarie e sommarie. Aktar anche notato che la zona non è mai stata usata come cimitero ed è sempre appartenuta alle autorità pubbliche. Questo, ha detto, significa "siamo in presenza di una fossa comune, questa è la prova delle esecuzioni sommarie avvenute qui". Aktar aggiunto che nella regione kurda più di 3000 corpi sono stati sepolti in oltre 250 fosse comuni risalenti agli anni '90. ANF ​​/ DIYARBAKIR / AMED

martedì 7 febbraio 2012

Il massacro di Roboski ha avuto inizio ed è terminato a Ankara

Lunedì la sotto-Commissione Parlamentare sul massacro di Uludere, ha visitato la provincia di Şırnak per indagare sull'attacco aereo ad opera dell’aeronautica turca, che il 28 dicembre 2011 ha ucciso 34 civili in prossimità del villaggio di Roboski. La Commissione è stata istituita all'interno della Commissione Parlamentare per i Diritti Umani, al fine di far luce sul massacro. I membri della Commissione hanno parlato con i funzionari militari e con i civili di Şırnak. Domenica scorsa, si sono trattenuti a lungo con gli abitanti dei villaggi, soprattutto i parenti delle vittime e i sopravvissuti. Ertuğrul Kürkçü deputato del BDP a Mersin, ha rilasciato un’intervista a Bianet in cui dice "L'incidente ha avuto inizio a Ankara ed è terminato a Ankara".

Senzapaura: Torniamo al Newroz!!!

Genova - Ass. Senza paura - www.senzapaura.org - Dopo un anno dalla prima esperienza torniamo nel Kurdistan turco in occasione della festività identitaria kurda del Newroz. La situazione che troveremo sarà molto diversa da quella dello scorso anno: il terremoto nella zona di Wan (in kurdo) Van (in turco) ha lasciato segni profondi nella zona. Alle centinaia di vittime si sono unite centinaia di migliaia di profughi interni che hanno cercato rifugio in altre città ingrossando le file di quanti sono fuggiti dai villaggi di montagna soggetti all'offensiva del governo turco. Wan è una città fantasma che ha perso due terzi della popolazione, in cui il governo centrale non ha portato avanti azioni significative di soccorso e dove migliaia di persone vivono in tende spesso di fortuna. E stanotte la temperatura sarà a - 18°.

Arresti di massa in provincia di Hakkari

Soldati e corpi speciali della polizia turca hanno fatto irruzione nel villaggio di Oglu nella provincia di Hakkari. Dodici persone sono state prese in custodiail villaggio è stato transennato e circondato da oltre 300 soldati e veicoli blindati. Le ragioni degli arresti non sono state divulgate. en.firatnews.eu