sabato 29 giugno 2013

Sabato 29 Giugno alle ore 19 in Piazza Taksim a Istanbul

La Piattaforma per la Solidarietà con Taksim ha lanciato un appello pubblico per organizzare una manifestazione il 29 Giugno Sabato alle ore 19:00 in Piazza Taksim, Istanbul, la decisione si basa sulle decisioni prese all'interno delle assemblee pubbliche in diversi quartieri.
Nell'appello si leggono queste righe: "Contro il rilascio del poliziotto che ha ucciso Ethem Sarisuluk, contro il fatto i responsabili di altri morti e torturati vengano difesi dal potere, contro il fatto che Tayyip Erdogan difenda gli attacchi della polizia e li agevoli, contro le operazioni della polizia verso i resistenti che finisco spesso con le detenzioni provvisorie oppure degli arresti. Scenderemo in piazze per chiedere giustizia". Nell'appello si comunica che il 1 Luglio presso il Palazzo di Giustizia di Caglayan sarà consegnata una denuncia collettiva contro la violenza della polizia. Fonte: www.sendika.org 

martedì 25 giugno 2013

Erdogan elogia la polizia. E’ caccia al manifestante

contropiano.org - Erdogan elogia la polizia, i servizi segreti indagano sul ‘complotto straniero’. Altri 20 attivisti arrestati per 'terrorismo' mentre un tribunale scarcera il poliziotto che ad Ankara aveva sparato ad un manifestante, uccidendolo. Non si ferma l’escalation repressiva lanciata dal governo Erdogan contro le opposizioni e gli attivisti del movimento di protesta manifestatosi nelle strade turche a partire dalla difesa del Gezi Park di Istanbul. leggi tutto su www.contropiano.org

Öcalan: Il processo di soluzione democratica è entrato nella seconda fase

UIKI ONLUS - Il leader del popolo curdo Abdullah Öcalan ha tenuto il suo undicesimo incontro con una delegazione del BDP (Partito della Pace e della Democrazia) lunedì. Il co-presidente Selahattin Demirtaş e il capogruppo al parlamento Pervin Buldan hanno preso parte all’incontro di ieri della delegazione con il leader curdo. I vertici del BDP hanno divulgato il messaggio di Öcalan reso pubblico con una dichiarazione scritta pubblicata martedì. Nella dichiarazione, Öcalan afferma quanto segue; http://www.uikionlus.com/ocalan-il-processo-di-soluzione-democratica-e-entrato-nella-seconda-fase

venerdì 21 giugno 2013

Piazza Taksim dossier violenza della polizia

turchia.over-blog.com - Sin dai primi giorni della rivolta in rete circolavano le immagini della violenza alla quale si assisteva durante gli scontri per le strade della Turchia.
Ecco alcuni:
un manifestante beccato nel dehor di un locale nella città di Ankara. poliziotti continuano a picchiarlo e lui chiede quasi piangendo di smettere con i colpi.
un video che abbiamo pubblicato precedentemente su questo blog. oltre vedere che la polizia prende a calci un manifestante spara anche in aria ed uno viene colpito. successivamente la persona che è stata colpita ossia Ethem ha perso la sua vita grazie ad una pallottola vera.
qui invece si vede nettamente che un gruppo di poliziotti prendono a calci una persona già sdraiata per terra e non reagisce

giovedì 20 giugno 2013

mercoledì 19 giugno 2013

Turchia: dietro alla violenza della polizia

di Luigi Vinci - Ho osservato in un precedente articolo come la Turchia sia culturalmente scissa tra due anime, quella islamica e quella laica, e lo sia in modo profondo e, allo stato delle cose, difficilmente conciliabile.  Appare oggi solo mediabile, seguendo le oscillazioni del rapporto di forze tra le rappresentanze fondamentali delle sue anime: quella, oggi, del partito islamico AKP e quella, storica, autoritaria dei militari, del grosso della magistratura, a partire dalla Corte Costituzionale, e del grosso dei quadri della burocrazia statale, dei governatori locali, ecc.Sul versante laico non ci sono però solo militari, magistratura, ecc.: in posizione completamente smarcata, rappresentando una tendenza che vorrebbe il passaggio a un’effettiva democrazia parlamentare (oggi ce ne stanno solo il simulacro, la vernice, la chiacchiera pubblica, la propaganda verso l’Europa, come i fatti di piazza Taksim mettono in tutta evidenza), è anche quel tanto di società civile semisviluppata (esiste solo nelle città): i media(pavidi e opportunisti, certo: ma più liberi, paradossalmente, che in Italia), le (potenti) associazioni per i diritti umani, la confindustria locale, il tessuto scolastico pubblico, la Corte di Cassazione (un’autentica perla nel porcile giudiziario: è una sorta di tritacarne di condanne barbariche), il partito curdo legale BDP.

martedì 18 giugno 2013

Il messaggio del subcomandante Marcos a piazza Taksim


"A tutti i cittadini del mondo, fratelli, sorelle, donne, uomini, persone senza fissa dimora, persone povere, ci hanno chiesto quanti sono gli zapatisti, e abbiamo sempre detto loro che sono centinaia di migliaia di persone là fuori che lottano per i loro diritti e le libertà.
Ora, oggi, sentiamo che sulle terre anatoliche, la terra dei turchi, curdi, circassi, armeni, Laz, e molti di più di quanto io possa contare, ci sono migliaia di persone in maschera che vogliono vivere con onore per salvare la libertà.
Come i fratelli curdi, compagni che hanno combattuto una lotta onorevole.
Sapevamo che non eravamo isolati, eravamo milioni di noi là fuori e oggi non siamo soli da quando abbiamo iniziato a combattere. Oggi ci stiamo moltiplicando.
Sentiamo che la gente in Turchia urla "Ya Basta!" e sono in rivolta per difendere la loro dignità contro l'oppressiva sentenza del governo turco.
La Grande Istanbul, capitale di grandi maestri nel corso della storia, è oggi la capitale della rivolta, ed è diventata la voce degli oppressi. Vediamo per le strade della grande Istanbul una città di donne, bambini, uomini, omosessuali, curdi, armeni, cristiani e musulmani.
Quelli che sono stati umiliati, oppressi, ignorati per decenni dal loro governo ora dicono "siamo qui."
Siamo entusiasti!
Non abbiamo mai voluto un nuovo governo, un nuovo governo o un nuovo primo ministro.
Abbiamo solo chiesto rispetto.
Volevamo che il governo rispettasse le nostre richieste di libertà, democrazia e giustizia.
Per questo in Turchia resistono da giorni: ora partendo da quello in carica, e a seguire tutti i governi che saranno al potere, noi vogliamo che tu rispetti le nostre richieste di libertà, democrazia e giustizia!
E se non lo fai, noi, che siamo i proprietari dei diritti e delle libertà, staremo contro di te, ci batteremo per le strade fino a quando non impari a rispettarci.
Non vogliamo troppo, vogliamo solo che siano rispettati i nostri diritti.
Perché sappiamo come vogliamo vivere, sappiamo bene come vogliamo governare e essere governati.
Noi vogliamo governare noi stessi e decidere di noi stessi.
E noi da qui accogliamo i cittadini turchi che si battono per una vita onorevole, e vogliamo dire che il fuoco della rivolta si è riscaldato in Chiapas.
Solidarietà a quelli che hanno salvato la storia del passato e del futuro e che sono indotti a salvarla dal presente."

mercoledì 5 giugno 2013

Empatia selettiva e pericoloso nazionalismo: “Kurdi terroristi, turchi rivoluzionari?”

dilar91.blogspot.de
Non sto mettendo in nessun modo in discussione la legittimità delle proteste di Gezi Park. Le gigantesche manifestazioni di Istanbul, che si sono ormai diffuse in tutto il paese, mostrano il crescente dissenso tra la persone in Turchia contro le orribili violazioni dei diritti umani e le leggi autoritarie del governo. Queste proteste hanno bisogno di solidarietà – sono sviluppi necessari e positivi. Ed era ora!
Tuttavia, senza attaccare il movimento, devo chiedere ai media globali: dove eravate durante le migliaia di proteste e rivolte kurde che hanno preceduto #OccupyGezi? I kurdi sono stati uccisi, picchiati, attaccati con gas lacrimogeni, arrestati, torturati per le loro proteste (con il sostegno popolare) per decenni in Turchia, in maniera molto peggiore di quanto vediamo nelle immagini di oggi. Milioni di kurdi hanno occupato le strade in Turchia quest’anno e questo genere di violenza terrificante della polizia non è affatto nuovo per loro. La differenza è che a nessuno importava. Perché? leggi tutto su retekurdistan.it

La memoria

8 giugno 2012 Giovane ucciso dalla polizia a Yüksekova
Ozgur Tasar, di 15 anni, è stato colpito da un proiettile sparato dalla polizia mercoledì scorso. La polizia ha sparato proiettili veri contro giovani kurdi a Yüksekova (Hakkari), che in centinaia stavano partecipando al funerale del guerrigliero del PKK Cengiz Ozek (Eris Dildar).

21 giugno 2012 Violenza della polizia turca contro un giovane kurdo
Ahmet K. Che è stato ripreso in un video dove viene violentemente picchiato da un gruppo di ufficiali di polizia nel distretto Fatih di Istanbul. Ha raccontato di essere stato pestato per aver parlato in kurdo al telefono con suo fratello.

19 marzo 2012 Istanbul: ucciso dalla polizia dirigente kurdo del BDP
Hacı Zengin, di 57 anni, ha perso la vita domenica ad Istanbul in seguito al feroce attacco della polizia sulla folla che stava per celebrare il Newroz (Capodanno kurdo). Il dirigente del BDP era segretario della sede del partito di Arnavutköy. È stato riferito che è stato colpito da un candelotto di gas lacrimogeno lanciato dalla polizia. Istanbul ieri è diventata un campo di battaglia con la polizia determinata a non lasciare che la gente festeggiasse il Newroz.

4 dicembre 2011 Studente ucciso dalla polizia a Diyarbakir
Uno studente universitario di 21 anni Murat Eliboz è stato ucciso dalla polizia durante le manifestazioni di ieri nel quartiere Bağlar di Diyarbakır. Dicle News Agency riporta che Eliboz è stato preso di mira durante l'intervento della polizia contro i manifestanti riuniti per la campagna "Io sono qui. Sto difendendo la mia volontà". La polizia ha usato bombe a gas e proiettili veri, e non c'è stato nulla da fare nonostante l'intervento immediato di un medico. L'autopsia ha confermato l'uso di proiettili veri da parte della polizia.