martedì 25 settembre 2012

La foto dell'orrore

www.actukurde.fr - Sin dalla sua fondazione nel 1923, la Turchia opprime il suo popolo, specialmente i curdi. Nel corso degli ultimi 30 anni, dall'inizio della rivolta curda condotta dal PKK, nulla è cambiato. Nessun processo per crimini contro la popolazione curda! La storia dell'esercito turco è caratterizzato da repressione, violazioni dei diritti umani e crimini di guerra. Questa foto è stata pubblicata prima sui social network e i media curdi. I corpi di otto guerriglieri stesi ai piedi di più di 40 soldati. Questa è una foto ricordo con i corpi dei curdi, abusati e trascinati a terra ai piedi di un muro. Non uno, non due, almeno 40 soldati. Armi alla mano. Questa non è la prima immagine del suo genere. E 'forse la più "innocente". Qui i soldati di Erdogan ... guardate bene ... non è cambiato nulla negli atteggiamenti. Sempre le stesse scene dagli anni '90. Soldati agli ordini di un regime miserabile e marcio che si nutre di negazione e distruzione. Otto combattenti curdi sono stati uccisi 14 Settembre 2012 durante un attacco contro i militari del PKK dopo Haruna, tra le città di Yuksekova e Semdinli nella regione di Hakkari. I corpi dei combattenti sono stati abusati e poi, su richiesta di ufficiali, decine di soldati si sono disposti di fronte alla macchina fotografica per una foto ricordo con i cadaveri torturati. Questa immagine riflette non solo il carattere del regime AKP, ma è anche la rappresentazione del crollo della Repubblica Turca fondata 90 anni fa. Una rappresentazione del decadimento di questo sistema. Maxime Azadi

Almeno 53 persone arrestate nel corso di una nuova operazione KCK

Almeno 53 persone sono state arrestate nelle prime ore di martedì durante operazioni nell´ambito delle indagini KCK (Unione delle Comunità Kurde) nelle province di Mersin, Adana, Diyarbakır, Şırnak, Batman e Dersim. Tra coloro arrestati a Mersin vi sono il reporter dell´agenzia Dicle News Ferhat Arslan, i co-presidenti del Partito della Pace e della Democrazia (BDP) Musa Kullu e Aynur Aşan, membri del Consiglio del BDP, il presidente della sede di Mersin dell´Associazione per i Diritti Umani (IHD) Ali Tanrıverdi, il Consigliere della İŞTAR Press Roza Yaruk, impiegati della Municipalità di Akdeniz, membri del MKM (Centro Culturale della Mesopotamia) e funzionari e membri del BDP. Squadre di polizia della Sezione Anti-Terrorismo di Mersin hanno condotto irruzioni simultanee alle 5.00 circa di questa mattina in provincia di Mersin. Il Centro di Consulenza İŞTAR per la Solidarietà Femminile della Municipalità BDP di Akdeniz, l´Accademia di Scienze Politiche del BDP di Mersin, l´ufficio del BDP e più di 40 altri luoghi sono stati perquisiti con il sostegno di squadre mobili di polizia e di squadre per le operazioni speciali. Quattro persone sono state arrestate invece presso la guest house della Municipalità di Dersim, sempre nelle prime ore della mattinata. Il motivo dei fermi non è stato ancora reso noto.  La polizia turca ha inoltre effettuato un´operazione KCK indipendente nel distretto di Silopi a Şırnak: sette persone, tra cui cinque minori, sono state arrestate intorno alla mezzanotte. Migliaia di persone sono state arrestate nell´ambito delle cosiddette operazioni KCK, cominciate il 14 Aprile 2009, un mese dopo lo svolgimento delle elezioni locali in cui i kurdi hanno ottenuto uno storico successo con la conquista di cinquanta Municipalità. Sei deputati del BDP, oltre trenta sindaci, decine di giornalisti, circa settanta sindacalisti, oltre trenta avvocati, un grosso numero di attivisti per i diritti umani ed intellettuali e centinaia di attiviste, studenti e minorenni sono agli arresti dall´inizio delle operazioni con l´accusa di sospetti collegamenti con organizzazioni illegali. Il KCK è sospettato di essere l´ala civile/politica del PKK ed è quindi considerato a sua volta un´organizzazione illegale. I membri del Partito filo-kurdo della Pace e della Democrazia sono accusati di farne parte. Il processo relativo a queste operazioni è cominciato il 18 Ottobre 2010 a Diyarbakir, presso un Tribunale Penale Speciale di Stato. In quel momento molti degli imputati erano agli arresti da diciotto mesi. Gran parte delle prove sono state raccolte tramite intercettazioni telefoniche; le accuse esatte e le basi per quest´ultime sono risultate poco chiare fin dall´inizio. ANF / NEWS DESK

Secondo le statistiche i kurdi in Turchia sono oltre 22 milioni

L´Istituto Turco di Statistica (TurkStat) ha pubblicato i dati riguardanti i cittadini kurdi in Turchia.  Secondo quanto riportato, ci sono 22.691.824 Kurdi in Turchia, la maggior parte nata nelle città kurde della zona sudorientale del paese. Pertanto, su 74.7 milioni di cittadini in Turchia il 30% sono di etnia kurda. Questi dati, ha riferito Rudaw, comprendono esclusivamente le persone che sono state registrate presso istituzioni governative ufficiali. Dopo la fondazione della Repubblica Turca, il primo censimento è stato condotto nel 1927: dai dati ricavati, la popolazione turca era di 13.464.564 unità. In quel periodo, Serhat era la città kurda più popolosa con 38.000 abitanti, seguita da Dilok. I dati ufficiali del censimento mostrano che la popolazione kurda nel 1927 era di 2.323.359 persone. Questo numero è aumentato a 3.850.723 nel 1950, a 5.147.680 nel 1960 e a 10.505.672 nel 1990. Secondo TurkStat, il numero di Kurdi nelle città kurde della Turchia nel 2000 era di 12.751.808; nel 2012, questo numero è aumentato a 14.733.894. Esistono 8.902 villaggi kurdi, 108 città e 275 distretti. Nel censimento del 2000, solo gli abitanti delle città kurde sono stati presi in considerazione. Dal 1990 al 1997, utilizzando il pretesto delle misure di sicurezza, circa 4.000 villaggi kurdi sono stati evacuati e distrutti, ricorda Rudaw. Le persone che vi abitavano si sono dirette verso altre città turche e così non sono state prese in considerazione in questo censimento. ANF / NEWS DESK

lunedì 24 settembre 2012

Öcalan è vivo

Intervenendo durante il congresso del BDP (Partito della Pace e della Democrazia) nella provincia di Iğdır, il co-presidente Selahattin Demirtaş ha affermato: “L´unica cosa che sappiamo per certo sulla situazione nel carcere di Imralı è che il sig. Öcalan ed i prigionieri vicino a lui sono vivi. Non c´è nessun altra notizia da Imralı da 420 giorni”. ANF / IGDIR

domenica 23 settembre 2012

Libertà per Ocalan

La questione curda riguarda l’Irak, l’Iran, la Siria e in particolare la Turchia e rappresenta uno dei grandi problemi tutt’ora irrisolti del Medio Oriente. Il conflitto tra lo Stato turco e il movimento di liberazione curdo continua ancora. In questo confl itto fi no ad ora hanno perso la vita più di 40.000 persone. Circa 4500 villaggi sono stati evacuati o distrutti, milioni di uomini e donne trasformati in profughi.

venerdì 21 settembre 2012

This Was Hasankeyf

A documentary film by Tommaso Vitali - Questo lavoro è il risultato di un anno di ricerche nel villaggio di Hasankeyf, un incredibile tesoro di storia ed umanità che si adagia lungo una curva del fiume Tigri, nel sud est dell’Anatolia. L’intenzione del nostro film è quella di descrivere la storia unica di questa terra attraverso le memorie ed i racconti delle persone, ed il vincolo che esiste tra questa gente e la natura circostante. Descriveremo il legame profondo e duraturo che esiste tra l’uomo, il fiume e la pietra calcarea di Hasankeyf. Ma incontreremo anche alcune situazione ben più complesse, come il rapporto biunivoco tra l’uomo ed il progresso o la lotta necessaria per immaginare il proprio futuro, in una valle che nel 2014 verrà sommersa dalle acque della diga di Ilisu. La paura di perdere quasi ogni abitudine della propria vita sarà infine una delle presenze tra i protagonisti del film. thiswashasankeyf.com

In Siria ed in Turchia, kurdi in lotta, anche armata, per la democrazia

Il 18 di Settembre 2012: “Dieci soldati turchi sono morti e circa settanta sono stati feriti Martedì in seguito ad un attacco ad un convoglio militare a Bingöl. Secondo quanto riportato ( dalle agenzie di stampa; NdA), un incendio è scoppiato dopo l´attacco, avvenuto alle 12.45 circa, ora locale, sulla strada principale Bingöl-Muş, in prossimità del villaggio di  Kardeşler. L´attacco è stato effettuato con lanciarazzi ed armi a canna lunga. Il convoglio era composto da cinque bus, che trasportavano soldati e da dieci veicoli corazzati. I feriti sono stati condotti negli ospedali  vicini. Secondo il Governatore di Bingöl Hakan Güvençer, sette dei feriti sono in gravi condizioni. leggi tutto su la terra di nessuno

giovedì 20 settembre 2012

Turchia: tortura in carcere per musiciste del Grup Yorum

(ASCA-AFP) - Istanbul, 19 set - Due musiciste della band Grup Yorum, storica formazione folk di sinistra della Turchia, sono state torturate con lo scopo di mettere fine alla loro carriera. Secondo quanto riferito da un loro avvocato, Sema Altin, violinista, e Ezgi Dilan Balci, cantante, sono state arrestate venerdi' a Istanbul, insieme ad altre 25 persone che stavano reclamando la restituzione del corpo di un attentatore suicida che l'11 settembre si era fatto esplodere davanti a una stazione di polizia nella capitale, uccidendo un agente. L'attentato era stato rivendicato dal Fronte Rivoluzionario per la liberazione del popolo (DHKP-C), che Stati Uniti e Unione Europea considerano un gruppo terrorista. Le due donne ''sono state torturate fin dal momento del loro arresto'', ha detto all'AFP l'avvocato Taylan Tanay. ''Le hanno gettate a terra e le hanno picchiate selvaggiamente''. Entrambe sono state liberate ieri sera in attesa del processo e il loro legale ha presentato una denuncia contro la polizia. Fondato nel 1985, il Grup Yorum e' famoso in Turchia e all'estero per le sue canzoni rivoluzionarie. Ispirati dai cileni Inti Illimani e politicamente appartenenti all'area socialista internazionalista, non e' la prima volta che i loro membri subiscono la repressione dello Stato turco, con il sequestro dei loro dischi e il divieto di tenere concerti.

mercoledì 19 settembre 2012

Nuova condanna per la parlamentare Tuncel

La deputata di Istanbul del BDP (Partito della Pace e della Democrazia) Sebahat Tuncel è stata condannata a otto anni e nove mesi di carcere da un tribunale di Istanbul con l´accusa di appartenenza al Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK). Il tribunale ha emesso anche un divieto internazionale di viaggio nei confronti della deputata. Sebahat Tuncel era stata incarcerata per appartenenza al PKK e rilasciata dopo essere stata eletta parlamentare nel 2007. ANF / ISTANBUL

martedì 18 settembre 2012

Più di 30 sindaci kurdi in carcere

www.actukurde.fr - Nove membri del principale partito kurdo il BDP ed un sindaco sono stati incarcerati domenica 16 settembre, mentre il presidente del BDP di Elazig è entrato in coma dopo un attacco da parte di un gruppo razzista. La polizia turca ha condotto una perquisizione nell'edificio BDP e nei locali del Comune di Karliova nella regione di Bingol arrestando 28 persone tra cui il vice sindaco Selim Yildirim. Dopo tre giorni di fermo di polizia, nove di loro sono stati arrestati per "sostegno a un'organizzazione terroristica", un'accusa solitamente usata contro i kurdi e tutta l'opposizione. Il 5 aprile, il sindaco di Karliova Ferit Celik fu imprigionato per lo stesso motivo. Migliaia di membri del BDP, tra cui sei parlamentari e più di 30 sindaci sono ora dietro le sbarre. Il leader del BDP di Elazig, Turan Çelik è stato vittima di un linciaggio da parte di un gruppo di nazionalisti, incoraggiati e protetti dalle autorità, è in coma. I nazionalisti turchi godono di totale impunità nel paese in cui sono considerati "patrioti". Da metà agosto, almeno dodici edifici del partito kurdo BDP hanno subito attacchi razzisti. Il linciaggio razzista si è verificato dopo un attentato ai danni della polizia. Almeno otto poliziotti turchi sono stati uccisi il 16 settembre a Karliova, quando una bomba è esplosa nel loro veicolo. Nove agenti di polizia sono rimasti feriti nell'esplosione. Erano membri delle forze speciali che hanno partecipato agli arresti di massa contro il sindaco e i membri del BDP di Karliova.

Questa era Hasankeyf

Comincia oggi la campagna di raccolta fondi per finanziare le spese di post-produzione del film-documentario "THIS WAS HASANKEYF" (Questa era Hasankeyf) che racconta della città e del popolo di Hasankeyf, cittadina del Kurdistan turco che rischia di scomparire sott'acqua.

sabato 15 settembre 2012

Terzo giorno del processo contro 44 giornalisti kurdi

Il terzo giorno del processo contro 44 giornalisti kurdi (36 sono in carcere dal Dicembre 2011) si è visto testimone di forti proteste: gli avvocati hanno abbandonato l´aula d´udienza ed i giornalisti si sono legati la bocca con una fascia nera per condannare la negazione da parte della Direzione del Tribunale all´auto-difesa in lingua kurda. La Direzione ha aggiornato il processo al 12 Novembre ed ha ordinato che le prossime udienze vengano tenute presso il Tribunale di Silivri ad Istanbul. La detenzione dei giornalisti sarà valutata dopo l´assunzione del parere del procuratore riguardo alla loro situazione. La Direzione ha anche rigettato la richiesta dell´avvocato Ümit Sisligün di far parte della difesa, in base al fatto che lo stesso è processato nell´ambito dell´operazione KCK (Unione delle Comunità Kurde) contro gli avvocati. Il processo, tenutosi in concomitanza col trentaduesimo anniversario del colpo di stato militare del 12 Settembre 1980, continua senza nessun progresso: le udienze presso la Quindicesima Alta Corte Penale di Istanbul non andranno avanti a causa della situazione di stallo provocata dalla richiesta di esprimersi in lingua madre da parte degli imputati. Mercoledì infatti, la Direzione ha rigettato ancora una volta la richiesta a riguardo degli avvocati della difesa, rifiutando anche il servizio di traduzione dal kurdo e l´ammissione del pubblico in aula. In risposta, gli avvocati hanno lasciato la sala dichiarando che non giocheranno il ruolo di “marionette di fronte alla corte, che processa le persone sull´onda del colpo di stato del 12 Settembre”. Anche i giornalisti sotto processo hanno protestato contro la Direzione, bendandosi la bocca e voltandole le spalle mentre applaudivano. I gendarmi in seguito li hanno condotti fuori dall´aula, dopo una lite di breve durata causata dal tentativo di questi ultimi di attaccare la protesta. ANF / ISTANBUL ANF NEWS AGENCY

Mirella Galletti

Kurdistan Tribune- Mirrella Galleti, una delle migliori amiche della nazione curda, è morta. Mirella è nata nella città di Bologna in Italia. Nel 1974 si è laureata scrivendo una tesi sulla cultura e la struttura politica curda, e divenne professoressa di storia. Mirrella ha effettuato diversi viaggi in Kurdistan negli anni '80 e '90. Ha scritto spesso sulla situazione curda e ha svelato in Occidente la vera vita e la lotta della nazione curda. Era una cara amica dello storico Kamal Ahmad Mazhar. Mirrella ha dedicato la sua vita alla causa del popolo curdo e così la ricordiamo. Kurdistan Tribune 14 Settembre 2012

giovedì 13 settembre 2012

Processi ai giornalisti in Turchia: appello della Fnsi

“Il sindacato unitario dei giornalisti italiani, insieme alla Federazione Europea, rilancia l’allarme per la durissima pressione alla quale è sottoposta la libertà d’informazione in Turchia. La Fnsi fa appello alle testate italiane perché incrementino la loro attenzione e facciano sentire forte la voce dell’opinione pubblica internazionale in favore della libera informazione. Al governo del nostro Paese il sindacato chiede una volta di più di sollecitare le istituzioni europee ad una iniziativa unitaria e incisiva. Gli eventi giudiziari di questi giorni compongono infatti un quadro drammatico. E’ giunto al terzo giorno a Istanbul il processo a carico di 44 giornalisti, in gran parte di origine curda, in carcere da dicembre con l’accusa di terrorismo. Sono per lo più giornalisti di “Ozgur Gundem”, il quotidiano curdo che a marzo si era visto bloccare la pubblicazione per un mese e che negli Anni Novanta era stato costretto a chiudere dopo l’uccisione di molti dei suoi redattori. Gli avvocati dei giornalisti in carcere hanno denunciato in queste ore pesanti limitazioni all’esercizio dei diritti della difesa nel processo. Intanto a Diyarbakir, la città più importante del Kurdistan turco, si svolgerà domani la nuova udienza del processo contro Bedri Adanir, che aveva lanciato la pubblicazione di un giornale redatto dagli stessi giornalisti in carcere. Bedri Adanir è il collega curdo “adottato” dalla Fnsi, così come altri sindacati europei hanno fatto con altri giornalisti turchi in carcere. All’udienza sarà presente anche Arne Koenig, il Presidente della Efj, la Federazione Europea dei Giornalisti impegnata da mesi in una campagna di solidarietà. “ Il governo turco sappia - ha detto - che seguiamo da vicino questi casi e ne riferiamo alle organizzazioni internazionali. L’importante ruolo turco nella crisi siriana non può mettere in ombra quello che la Turchia sta facendo contro le voci critiche in patria”. E la Federazione Europea sarà anche ad Istanbul venerdì, quando si terrà la nuova udienza del processo a carico dei giornalisti di Oda Tv. In questo quadro drammatico, l’informazione e le istituzioni italiane hanno da esercitare ruoli differenti ma egualmente importanti. Passa anche dalla difesa dei diritti civili più elementari l’affermazione di una idea diversa dell’Europa: un’Europa che non sia tenuta insieme soltanto dalle regole dell’economia”. FNSI

mercoledì 12 settembre 2012

Şerzan Kurt ucciso dalla polizia

ANF NEWS AGENCY - Ömer Kurt, padre dello studente universitario ventunenne Şerzan Kurt ucciso dalla polizia nella provincia occidentale di Muğla nel Maggio 2010, ha reagito duramente in seguito al rilascio dell’ufficiale di polizia colpevole dell’accaduto. Alla diciottesima udienza venerdì presso la Prima Alta Corte Penale di Eskişehir hanno partecipato i genitori di Kurt e la deputata di Batman del Partito della Pace e della Democrazia (BDP) Ayla Akat. La corte ha condannato il poliziotto Gültekin Şahin (45) ad otto anni di carcere ma in seguito lo stesso è stato rilasciato, in considerazione del fatto che fino ad oggi aveva già scontato una pena di due anni e mezzo. “La giustizia ci ha girato le spalle”, ha dichiarato Ömer Kurt in un’intervista ad ANF svoltasi dopo l’udienza. “Ci hanno strappato il cuore prima uccidendo nostro figlio e poi rilasciando il suo assassino. Non abbiamo fiducia nella magistratura perché gli assassini vengono rilasciati se si tratta di ufficiali dello stato. Questo è ciò che sta accadendo da molti anni a questa parte. Circa 35 giovani sono stati uccisi dalla polizia dopo la morte di Şerzan ma nessuno è stato processato finora”. Considerando il caso di Şerzan Kurt come “riguardante la società”, il padre ha affermato: “Per questa ragione, i magistrati non hanno ferito solamente la mia coscienza ma anche quella della società. Şerzan era uno studente inerme, ucciso in mezzo alla strada sotto gli occhi di tutti. Hanno finto di condannare l’assassino ma in realtà non è successo nulla. Non vedo veramente luce alla fine del tunnel”. La deputata del BDP Ayla Akat, intervistata a sua volta da ANF, ha valutato il rilascio dell’assassino di Şerzan come un’indicazione del fatto che l’AKP non ricerca in nessun modo la giustizia e la democrazia. “In qualità di attivisti per i diritti umani, di studenti, socialisti e Kurdi, abbiamo lottato nel corso degli ultimi due anni e mezzo per veder rispettata la giustizia ma oggi abbiamo visto che la cosiddetta ‘democrazia avanzata‘ dell’AKP porta a questo tipo di conseguenze”, ha dichiarato la Akat, sottolineando che la condizione di impunità è diventata un’esperienza pratica in Turchia quando si tratta di commettere crimini contro i kurdi. “La Turchia è diventata uno stato dove gli stupratori e gli assassini sono rilasciati mentre coloro che pensano e scrivono sono condotti in carcere”. “I kurdi e i gruppi d’opposizione non hanno più fiducia nella magistratura turca”, ha rimarcato la Akat, ricordando le più recenti dichiarazioni del Primo Ministro che ha affermato di aver incaricato la magistratura di rimuovere l’immunità parlamentare dei deputati del BDP. “Ad ogni modo, non metteremo mai termine alla nostra lotta per la giustizia”. L’avvocato Mehmet Tursun, padre di Baran Tursun a sua volta ucciso dalla polizia nella provincia occidentale di İzmir, ha dichiarato che la magistratura turca sta cercando di far abituare le persone al rilascio degli assassini. ANF / ESKISEHIR

Processo ai giornalisti kurdi

ANF NEWS AGENCY - La prima udienza del processo contro i membri della stampa kurda si terrà presso la Quindicesima Alta Corte Penale di Istanbul il 10 Settembre. Sembra che il processo si diriga verso acque pericolose, poichè i giornalisti saranno giudicati in base alle notizie che hanno scritto o riportato. 44 giornalisti sono stati processati dal Dicembre 2011, nel contesto della cosiddetta operazione KCK (Unione delle comunità Kurde). 36 di loro rimangono in custodia, nonostante la mancanza di qualsiasi prova criminale confermata. Sono accusati di sospetta “leadership ed appartenenza ad un’organizzazione illegale”. Le loro notizie riguardanti l’ambiente, il lavoro, la politica, la condizione femminile, la vita, la cultura, l’arte e gli sviluppi quotidiani sono state considerate come prove nell’accusa formulata dal Pubblico Procuratore Bilal Bayraktar ed accettata dalla Corte di Istanbul l’11 Maggio. Nell’accusa costituita da 800 pagine, 32 giornalisti sono accusati di essere a capo di un’organizzazione illegale e 12 altri di appartenenza ad essa. Le accuse sono basate sulle dichiarazioni di 4 testimoni segreti e sei informatori; è notevole il fatto che uno dei primi, “Batuhan Yıldız”, ha fornito la sua testimonianza contro i giornalisti 13 giorni dopo il loro arresto. L’accusa contiene oltre 300 pagine di notizie pubblicate e circa 100 pagine riguardanti “la storia del PKK-KCK e le Attività della Stampa”. La maggior parte degli organi di stampa kurdi, come l’agenzia Fırat News, l’agenzia Dicle News, il giornale Özgür Gündem, Roj Tv,Nuçe Tv, il giornale Azadiya Welat, sono definiti come “organi di stampa del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan)”.  Le interviste dei giornalisti, i rapporti e le conversazioni telefoniche sono state presentate come prove relative a queste accuse. Anche Le notizie pubblicate dall’agenzia Fırat News (ANF) hanno subito la stessa sorte. Si afferma inoltre che anche le trasmissioni di Roj Tv che riportano il numero delle vittime nei conflitti mirino a provocare la popolazione. L’accusa sostiene anche che l’intervista al co-presidente del BDP (Partito della Pace e della Democrazia) Selahattin Demirtaş, le notizie sulle tavole rotonde del BDP e quelle riguardanti i mancati incontri di Öcalan con gli avvocati sono da considerarsi come collegamento della stampa kurda ad “un’organizzazione terroristica”, con riferimento al PKK.  Gli avvocati considerano le querele uno scandalo legale; tra loro Sinan Zincir sottolinea che si tratta di un documento cospirativo redatto dal Governo, non di un’accusa. “Senza questi membri della stampa libera, che hanno pagato un alto prezzo per venti anni a causa del loro mestiere, la verità non verrebbe a galla”, ha dichiarato Zincir, valutando le incriminazioni come una prova della mentalità rancorosa verso i rappresentanti della stampa kurda; le stesse violano le norme del Diritto Penale Contemporaneo, del Codice Penale Turco ed anche della Legge Anti-Terrorismo. “Questa è la pratica di una legge ostile, non un processo”. Secondo la Piattaforma per la Libertà dei Giornalisti Incarcerati, 97 giornalisti, tra cui 19 editori, sono attualmente dietro le sbarre all’interno delle carceri turche e la maggioranza è rappresentata da persone di origine kurda. 180 giornalisti sono stati incarcerati negli ultimi tre anni e quasi 600 membri della stampa affrontano procedimenti legali. ANF / ISTANBUL

mercoledì 5 settembre 2012

Negato l'accesso alle zone di guerra

Sindaci, membri del BDP e di organizzazioni di sinistra della regione di Sirnak si sono visti negare il permesso di visitare la città di Beytüşşebap dove da alcuni giorni sono in corso scontri e operazioni militari. Il gruppo è stato fermato con la forza da poliziotti in borghese che hanno istituito una barricata con decine di veicoli blindati sulla via d'entrata alla città. Alla delegazione è stato negato il permesso di lasciare Şırnak. ANF ​​/ Sirnak

Guerra in Kurdistan

In un comunicato sulle azioni simultanee della guerriglia il 2 Settembre nella cittadina di Beytüşşebap (Elkê), vicino a Şırnak (Şirnex), l´Ufficio Stampa delle Forze di Difesa del Popolo HPG-BIM ha riportato che 54 soldati e poliziotti sono stati uccisi ed oltre 50 sono stati feriti. Il comunicato delle HPG ha sottolineato che a Beytüşşebap è stata lanciata una “operazione rivoluzionaria”, risalente alle 22.00 ora locale di domenica; “Le nostre forze hanno preso di mira le basi militari di Bayrak, Bêboskê e Çeper e se ne sono impossessate, così come accaduto anche con tutti gli edifici ed i punti di sicurezza della polizia e delle squadre per le operazioni speciali e gli altri edifici dello stato”. Le HPG-BIM hanno dichiarato che i guerriglieri si sono impadroniti di tutte le colline intorno alla cittadina e vi hanno innalzato le loro bandiere; tutte le strade nei pressi sono sotto il loro controllo dall´inizio della “operazione rivoluzionaria”.  “Anche l´ufficio del Governatore della città è stato posto domenica sotto controllo e perquisito minuziosamente; un ponte tra Beyüşşebap e Şırnak è stato fatto saltare dai guerriglieri che effettuavano controlli stradali nell´area dall´inizio delle operazione”. Le HPG hanno abbattuto un elicottero di tipo Skorsky e ne hanno danneggiati altri due in un attacco durante il trasporto dei corpi dei soldati deceduti dall´area degli scontri nelle prime ore della mattinata del 3 Settembre. Le HPG-BIM hanno inoltre affermato che l´esercito turco, impossibilitato nelle manovre terrestri, sta bombardando in modo casuale i dintorni della cittadina. Quattro guerriglieri hanno perso la vita negli scontri; le informazioni dettagliate sulle vittime saranno pubblicate al più presto. ANF / BEHDINAN

martedì 4 settembre 2012

Violenti scontri: il PKK prende il controllo di un'altra regione


www.actukurde.fr - I guerriglieri curdi hanno lanciato domenica 2 settembre una grande operazione contro postazioni militari, di polizia e palazzi governativi nel centro di Beytussebap nella regione di Sirnak. L'organizzazione ha preso il controllo della regione e piantato la sua bandiera sulla collina di Kelaresh a 1 km dal Beytussebap. Fonti locali parlano di decine di morti nelle file dell'esercito turco. I guerriglieri hanno sequestrato numerose armi e fatto saltare in aria un ponte a 10 km dalla città. Dal 23 luglio una vasta area che si estende su 300-400 km è sotto il controllo del PKK nella regione di Hakkari. Più di 400 soldati e poliziotti e 31 soldati sono stati uccisi nel mese di agosto, secondo un rapporto fornito dal braccio armato del PKK, le Forze di Difesa Popolare (HPG). Inoltre, 18 persone, tra cui quattro soldati sono stati "messi in custodia", decine di veicoli e armi sono stati distrutti, e molte armi sono state sequestrate dai guerriglieri.