I raid aerei lanciati dalle forze armate turche il 28 dicembre nei pressi del villaggio di Roboski hanno ucciso 35 persone, tre sopravvisuti al massacro sono ora accusati di contrabbando. Il governo ha cercato di coprire la strage affermando che è stato un "errore", ma le testimonianze dei sopravvissuti così come il fatto che nessuna indagine è stata ancora lanciata dimostrano che le cose sono andate diversamente. Che la zona fosse abitualmente percorsa dagli abitanti del villaggio per andare in Iraq a comprare zucchero e soprattutto del carburante da vendere, l'esercito lo sapeva bene. Ora, i giornali riportano che i sopravvissuti al massacro sono stati chiamati domenica dai militari per essere interrogati sulle loro attività di contrabbando. I tre sopravvissuti, Davut Encü, Salih Encü e Hacı Encü hanno dichiarato al quotidiano Taraf che lunedì ufficiali militari li hanno convocati presso la base militare del distretto di Uludere per essere interrogati con l'accusa di "violazione delle leggi di transito", "passaggio illegale della frontiera" e "trasporto illegale di beni nel paese". ANF / Sirnak / ULUDERE