venerdì 23 marzo 2012

La delegazione italiana a Urfa

21/03/12 Newroz militarizzato e clima di forte oppressione verso i kurdi che abitano nell'antichissima città di Urfa, poi ribattezzata Sanliufa (la coraggiosa) dopo il primo conflitto mondiale. La città è a prevalenza AKP, il partito di governo del tiranno Erdogan e non manca la presenza del partito fascista dei Lupi Grigi (MHP). I kurdi non possono assolutamente rivendicare la propria identità culturale nè portare i loro colori tradizionali (rosso-giallo-verde) ed è stato proprio questo il pretesto per cui siamo stati femati anche noi non appena abbiamo incontrato la prima fila di polizia che presidiava in forze l'area dove si svolgeva la festa. I foulard con quei colori "li indossano i terroristi" e quello "non era una festival ma un pericoloso raduno di terroristi".
Con queste parole ci hanno "gentilmente" accompagnato in questura dove peraltro ci siamo "cortesemente" rifiutati di entrare. Perquisizione e identificazione sul marciapiede di fronte alla questura e con la curiosa e solidale presenza di decine di bimbi della scuola elementare di fronte, che sempre più coraggiosi cominciavano a inneggiare ad Ocalan! (Roba da ergastolo!) La perquisizione portava al rinvenimento di 2 giornali "sovversivi": Gundem e Azadiya Welat, giornali kurdi da poco acquistati dal giornalaio e dello striscione in solidarietà al deputato BDP Hatip Dicle. Dopo circa un ora e mezza ci hanno rilasciato cercando di trattenere lo striscione, che su nostra insistenza ci hanno infine restituito proibendoci assolutamente di esibirlo. A piedi, filmati, fotografati e pedinati siamo tornati alla spianata del Newroz. Autoblindo di ogni tipo e misura, cordoni di centinaia di poliziotti circondavano completamente l'area; perquisizioni meticolose e intimidazioni ai tornelli d'ingresso, divieto di portare i colori proibiti. Pochi gli slogan anche da parte della folla intimidita dall'ingente schieramento armato (tantissime le telecamere puntate dai tetti adiacenti). Solo mentre la gente defluiva proteggendo i propri deputati, uscendo dal "recinto", sono partiti alcuni cori più militanti subito repressi dal movimento minaccioso di autoblindo e cordoni di soldati. Qualche maltrattamento individuale da parte della polizia mentre i manifestanti lasciavano la spianata senza raccogliere le provocazioni. Un Newroz strozzato dall'esagerato schieramento di forze dell'ordine determinato probabilmente anche dagli accadimenti dei giorni precedenti: un membro del Bdp morto ad Istambul , un polziotto morto a Cizre e centinaia di feriti ed arrestati in molte città kurde. La popolazione non ha comunque rinunciato a rivendicare la propria voglia di libertà e dal palco sono riecheggiate le richieste sentite in ogni raduno: autonomia democratica, liberazione di Ocalan e di tutti i prigionieri politici, fine della repressione e soluzione politica del problema kurdo (che più che altro è un problema turco o quantomeno del suo governo).