Arrestati i giornalisti dell’Agenzia DIHA che avevano riportato gli abusi sui minori nel carcere di Pozanti. Le perquisizioni a cui è stato sottoposto l’ufficio dell’agenzia DİHA di Adana, riportano alla luce per l'ennesima volta le condizioni di precarietà in cui versa la libertà di stampa e di espressione in Turchia. I giornalisti della DIHA di Adana, sono stati i primi a scrivere in merito agli agli abusi su minori commessi nel carcere di Pozantı. Ali Bulus già arrestato e poi rilasciato il 26 dicembre 2011, è stato nuovamente fermato martedì insieme alla collega Özlem Agus, arrestata per la terza volta in un mese. Nell’operazione di martedì 6 marzo sono state arrestate 50 persone a seguito dei raid condotti dalla polizia ai danni dell’Agenzia DİHA, nella sede del BDP, presso l’Associazione Cultura Democratica, l’Associazione per la Ricerca e lo Sviluppo della lingua curda (Kurdi-DER), il Centro Culturale della Mesopotamia (MKM) e in una grande numero di case di Adana. Le operazioni per mettere a tacere i giornalisti della DIHA, sono iniziate pressoché sin dal 4 aprile 2002, giorno in cui è stata fondata l’Agenzia. Ci sono numerosi giornalisti DIHA tra i 36 reporter arrestati il 20 dicembre 2011 nell’operazione che ha colpito in contemporanea Van, Diyarbakir, Istanbul, Ankara, Urfa, Adana, Mersin e Smirne. L’ufficio della DIHA di Batman è stato perquisito il 4 febbraio e il reporter Gulsen Aslan è posto agli arresti con l'accusa di far parte del KCK. Il 13 febbraio scorso, Ismet Mikailoğulları della DİHA di Diyarbakır è stato posto agli arresti nell’ambito di una maxi operazione che ha portato al fermo di oltre 200 persone. ANF