Le autorità turche hanno ancora una volta negato il permesso agli avvocati del leader curdo Abdullah Ocalan di visitare il loro cliente nel carcere di Imrali. Gli avvocati Mazlum Dinc, Rezan Sarica e Hüseyin Boğatekin hanno fatto appello alla Procura della Repubblica di Bursa, che ha respinto il ricorso affermando che il funzionamento dei traghetti tra la terraferma e l'isola era ancora una volta fuori servizio. Ad Abdullah Öcalan è stato negato l'incontro con i suoi avvocati dal 27 luglio 2011 (per 503 giorni), per motivi di "traghetto difettoso, condizioni meteorologiche avverse, giorno festivo". ANF / BURSA
venerdì 14 dicembre 2012
mercoledì 12 dicembre 2012
L'Olanda arresta 55 ragazzi kurdi La Turchia chiede, l'Europa obbedisce?
Il 6 dicembre scorso, nella cittadina olandese di Zeeland, sono stati tratti in arresto 55 giovani che festeggiavano l'anniversario della fondazione del movimento di liberazione kurdo, chiedevano la fine dell'isolamento in carcere per il presidente Abdullah Őcalan e l'avvio di un negoziato che porti a uno statuto per il Kurdistan in Turchia. Dopo la Francia e la Germania, quindi, che si distinguono per lo zelo con cui reprimono le proteste dei kurdi residenti nei rispettivi paesi, anche l'Olanda mostra di lasciarsi condizionare dalla Turchia, passando sopra alla sua stessa tradizione di tolleranza verso la libertà di pensiero e di espressione. Mentre la maggior parte dei giovani è stata rilasciata, nove sono ancora in stato di arresto e dovranno comparire innanzi alla corte di Rotterdam con l'accusa di sostenere un movimento “terroristico”, lo stesso tipo di accusa con cui la Turchia processa e reprime l'opposizione kurda nel proprio paese. Solo negli ultimi cinque giorni sono state tratte in arresto in Turchia 155 persone con accuse simili; dal 2009 ad oggi sono state incarcerate circa 10.000 persone. E ora cominciano a fioccare le condanne: il 10 dicembre scorso Ferit Çelik, sindaco di Karliova nella provincia di Bingől, insieme a un consigliere comunale e a un dirigente locale del BDP (Partito della Pace e della Democrazia) sono stati condannati a 8 anni e 9 mesi di reclusione per sostegno a un'organizzazione “terroristica”. Per mostrare la propria solidarietà nei confronti dei giovani arrestati e per ribadire la pacifica volontà e determinazione nel chiedere i propri diritti fondamentali, negati e repressi nel proprio paese, che li vede costretti all'esilio in Europa, la comunità kurda in Italia invita i cittadini a partecipare a un presidio davanti all'ambasciata olandese
venerdì 14 dicembre dalle 11.00 alle 13.00 via Aldrovandi angolo via Michele Mercati - Roma
Comunità kurda di Roma - Rete italiana di solidarietà con il popolo kurdo
Per contatti: retekurdistanroma@gmail.com martedì 11 dicembre 2012
Nuova mozione parlamentare contro i deputati del BDP incarcerati
E’ stata presentata al Parlamento una nuova mozione per la revoca dell'immunità parlamentare ai tre deputati del Partito per la Pace e la Democrazia (BDP) İbrahim Ayhan, Gülser Yıldırım e Selma Irmak. La mozione segue un’altra recentemente predisposta dal Primo Ministro con il fine di revocare l’immunità parlamentare a nove deputati del BDP e al co-presidente del Congresso della Società Democratica (DTK) e deputata indipendente Aysel Tuğluk. L’indagine, avviata dal procuratore di Diyarbakır Ahmet Karaca il 2 Maggio 2012, accusa i deputati del BDP di "propaganda in favore di un'organizzazione illegale" e cita come esempio le dichiarazioni della deputata incarcerata Yıldırım Gülser, che ha annunciato la sua partecipazione allo sciopero della fame che i prigionieri politici kurdi hanno iniziato il 12 settembre e che si è concluso il 18 novembre, quando il leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) Abdullah Öcalan ha invitato i detenuti a fermarsi. Anche il discorso di Selma Irmak, parlamentare del BDP di Şırnak, pronunciato ad Ankara l'8 febbraio 2008 quando la stessa ricopriva la carica di co-presidente del Congresso della Società Democratica (DTP), è stato presentato come “prova”. La distribuzione delle mozioni al Parlamento sono: 762 contro il BDP, 85 contro il CHP (Partito Repubblicano del Popolo), 66 contro l´AKP al Governo (Partito per la Giustizia e lo Sviluppo) e 21 contro il MHP (Partito del Movimento Nazionalista). Le mozioni contro i deputati del BDP sono costituite principalmente da accuse quali "diffusione di propaganda e appartenenza ad un´organizzazione illegale", "opposizione alla legge sui raduni e le manifestazioni" e "favoreggiamento del crimine", mentre i membri dell'AKP sottoposti a mozioni sono accusati di manipolazione, corruzione e falso. ANF / ANKARA
giovedì 6 dicembre 2012
Turchia, l'impero della paura!
ActuKurde - Più di 1.000 persone, per lo più kurdi, sono stati arrestati nel corso del mese di novembre. Tra questi, più di 230 bambini e circa 300 studenti e alunni. "L'ambiente creato è l'impero della paura. Criminalizzando l'intera società, le autorità creano nuove paure" denuncia l'Associazione dei Diritti Umani (IHD). Dal
2009, le autorità turche si sono impegnate in una caccia alle streghe
contro i kurdi e tutti gli altri avversari che sostengono la causa kurda. La
Turchia ha battuto ogni record negli ultimi anni per quanto riguarda
gli arresti per motivi politici, che non hanno mai raggiunto un tale
livello dopo la creazione della Repubblica Turca. "Il
più grande crimine commesso da queste persone è esprimere le proprie
opinioni o fare opposizione alle autorità per difendere le loro idee. Pensare,
parlare ora sono considerati più pericolosi della fantomatica struttura illegale", ha dichiarato ad ActuKurde, Raci Bilici segretario della sezione IHD
di Diyarbakir, la capitale del Kurdistan turco. Almeno 1.039 persone sono state arrestate nel corso del mese di novembre 2012, si tratta di un record. La
maggior parte di queste sono state arrestate durante le incursioni di polizia contro il
principale partito curdo il BDP, le organizzazioni della società civile, gli
uffici comunali, e durante le manifestazioni a sostegno dei prigionieri
in sciopero della fame. Maxime Azadi
venerdì 23 novembre 2012
Demirtaş: tempo per il dialogo
ANF / ANKARA - Intervenendo martedì durante l´incontro di gruppo del suo partito, il co-presidente del Partito per la Pace e la Democrazia Selahattin Demirtaş ha elencato tre passaggi fondamentali da effettuare a breve termine per evitare problemi in futuro: la fine dell´isolamento di Abdullah Öcalan, un pacchetto di modifiche riguardanti la democratizzazione ed un processo trasparente di negoziati. Demirtaş ha cominciato il suo discorso ringraziando tutti coloro che hanno sostenuto i detenuti in sciopero della fame ed il leader kurdo Abdullah Öcalan per aver effettuato un´appello in favore di una soluzione. “Siamo riusciti ad evitare decessi all´interno delle carceri ma le persone continuano a morire all´esterno”, ha dichiarato, sottolineando che sono state create importanti opportunità nel suggerire una nuova ricerca di una soluzione durante lo sciopero della fame. Ha rimarcato che questa protesta è stata causata dall´isolamento imposto al leader kurdo Öcalan, dal forte linguaggio utilizzato dalle autorità governative, dagli attacchi alle manifestazioni, dagli arresti e dalle detenzioni e anche dai processi ideologici in tribunale e dalla negazione del diritto alla difesa in lingua madre. “Adesso che la legittimità delle richieste evidenziate è stata accettata da parte di ogni gruppo, è compito di tutti effettuare una dichiarazione di intenti per la soddisfazione di queste richieste senza alcun ritardo”. “Chiedere la fine dell´isolamento ad Imralı significa chiedere la pace ed i negoziati” e ricordando il recente appello di Öcalan in favore della fine dello sciopero della fame, ha affermato: “La corretta comprensione del suo messaggio potrebbe portare ad una soluzione che gioverebbe a tutti. La fine dello sciopero della fame non deve far cessare il dibattito sulla democrazia e la pace che, senza dubbio, gioverebbe a tutti i gruppi del paese. Ci aspettiamo che il Governo intraprenda passi più coraggiosi che saranno sostenuti anche da parte nostra e che non badi a coloro che considerano i passi per la democratizzazione una ritirata o una concessione. E´ arrivato il tempo del dialogo e del compimento di azioni urgenti”. Riferendosi alle critiche sulla protesta in carcere (“Non c´è bisogno di effettuare uno sciopero della fame poichè in Turchia tutte le strade democratiche sono agibili”), Demirtaş ha richiamato l´attenzione sul “sistema a partito unico, la soglia di sbarramento elettorale del dieci per cento, gli impedimenti alla libertà di espressione e manifestazione, le pressioni sulla stampa libera e democratica” come maggiori ostacoli alle politiche democratiche. Inoltre ha rimarcato che il Governo turco dovrebbe smettere di giocare alla democrazia e dovrebbe iniziare a produrre soluzioni per i suoi problemi interni prima di trovarne per la questione siriana e palestinese.
mercoledì 21 novembre 2012
Rompiamo il silenzio!
Servizio Civile Internazionale • Laboratorio 53 • SenzaConfine • Uiki presentano:
Giovedì 29 novembre 2012
KURDISTAN ROMPIAMO IL SILENZIO
Un'identità e una lingua negata 26.939 violazioni dei diritti umani nei primi 9 mesi del 2012
69 giorni di sciopero della fame per 700 prigionieri politici kurdi
h. 19.00 Apericena Kurda h. 20.00 Filmati e Testimonianze sullo sciopero della fame in Kurdistan presso LA CITTA DELL'UTOPIA via Valeriano 3/F Metro San Paolo
www.lacittadellutopia.it
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Erdoğan ha ammesso l´influenza di Öcalan sullo sciopero della fame
Parlando con Fikret Bila, giornalista del quotidiano Milliyet, il Primo Ministro turco Recep Tayyip Erdoğan ha accennato ai colloqui con il leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) Abdullah Öcalan, ammettendo che il suo appello è stato efficace in favore della fine dello sciopero della fame, intrapreso dai prigionieri politici all´interno delle carceri turche. Riferendosi all´incontro di sabato scorso di Mehmet Öcalan con il leader kurdo, Erdoğan ha affermato che è stato quest´ultimo a rifiutare di vedere la sua famiglia finora, ed è stato lui stesso a chiedere di vedere suo fratello questa volta. Quando gli è stato domandato se Öcalan avrebbe mandato lo stesso messaggio nel caso fosse stato in grado di incontrare prima suo fratello, Erdoğan ha risposto: “Nonostante i problemi esistenti riguardo al fatto degli incontri con i suoi avvocati, abbiamo sempre affermato che era in grado di incontrare la sua famiglia senza andare incontro a nessun ostacolo legale. Quindi il suo rifiuto di incontrare la famiglia in precedenza non era in relazione con nessun tipo di impedimento da parte nostra”. Alla domanda sulla possibilità di accordi tra lo stato ed Öcalan in cambio del suo appello riguardante la fine dello sciopero della fame, Erdoğan ha risposto di non avergli promesso niente a riguardo ed ha aggiunto: “Intendiamo risolvere la questione kurda dal momento in cui abbiamo ottenuto il potere e la stiamo affrontando alla luce di una diversa prospettiva dal 2005, quando abbiamo abbandonato le politiche di negazione ed assimilazione dirette contro i Kurdi, che adesso consideriamo e chiamiamo nostri fratelli e sorelle”. Erdoğan ha dichiarato che il suo partito AKP sta investendo nei campi socio-economico, psicologico e diplomatico all´interno della regione kurda. Quando gli è stato chiesto se il recente incontro indichi un nuovo processo di negoziati con Öcalan, Erdoğan ha risposto: ”Quando ha richiesto un incontro, lo abbiamo permesso. I colloqui con Imralı, e mi riferisco ad Öcalan, potrebbero ricominciare attraverso il nostro strumento principale, vale a dire il Servizio Nazionale di Intelligence. Non ci vediamo niente di male nel farlo poiché il punto principale è risolvere il prolema”. Intervenendo lunedì ad una conferenza stampa congiunta insieme al Presidente cileno Sebastian Pinera, anche il Presidente turco Abdullah Gül ha espresso la sua soddisfazione in merito alla fine dello sciopero della fame all´interno delle carceri turche, avvenuto senza decessi ed ha affermato che è giunto il tempo per un dibattito parlamentare al fine di accelerare gli sforzi per una risoluzione della questione kurda in Turchia, che dura ormai da decenni. Gül ha sostenuto che la popolazione in Turchia puó facilmente esprimere anche la più estrema delle sue opinioni ed ha aggiunto che i problemi dovrebbero essere risolti senza ricorrere alla violenza. ANF / ANKARA
Ció che Abdullah Öcalan ha detto a suo fratello
Mehmet Öcalan ha affermato di essere stato condotto sull´isola di Imrali tramite traghetto, lo stesso traghetto definito “non funzionante” da oltre un anno. Il messaggio che il leader kurdo ha consegnato al fratello è il seguente, secondo quanto riportato dall´agenzia DIHA: “Vi sto facendo appello da qui per chiedervi di cessare adesso gli scioperi della fame. Quest´azione ha raggiunto i suoi obiettivi”. Il fratello di Abdullah Öcalan ha dichiarato: "Ho potuto incontrare mio fratello, a cui non è stato permesso di vedere i suoi avvocati da più di quindici mesi, per circa 45 minuti. E´ stato un incontro faccia a faccia e abbiamo ovviamente parlato dello sciopero della fame. Tutti sanno che solo il leader Apo puó farlo cessare”. Öcalan ha ripetuto a suo fratello che “lo sciopero della fame ha raggiunto i suoi obiettivi. Quest´azione è molto significativa per me. E poichè è stata condotta all´interno delle carceri lo è ancora di più”. Nel suo messaggio, Öcalan ha anche affermato che invece “di basarsi sulle persone in carcere per condurre azioni di protesta” sarebbe necessario “che agissero le persone all´esterno. Dovete condurre le persone in strada nelle città, in particolare a Diyarbakir e in altri grandi ed importanti luoghi”. Ha inoltre affermato di disapprovare lo sciopero della fame e che “quest´azione se intrapresa, dovrebbe essere effettuata dalle persone all´esterno del carcere”. Öcalan ha anche parlato con suo fratello dei Kurdi siriani e degli ultimi sviluppi della situazione nella regione. "Mando i miei saluti al popolo kurdo in tutte le zone del Kurdistan. I Kurdi siriani non possono risolvere i problemi della Siria solamente conquistando sei città. Devono essere cercati e costruiti contatti con Arabi, Ebrei, Cristiani e tutte le popolazioni della Siria. Devono muoversi tutti insieme. In questo modo, l´autonomia raggiungerà il suo pieno significato. E´chiaro che né Bashar Assad nè l´FSA (Esercito Siriano Libero) possono rendere libera la popolazione che vive in quel luogo. Gli scontri vissuti in quella zona sono molto pericolosi. L´autonomia democratica puó essere significativa se sviluppata da tutte le popolazioni della Siria”. ANF / NEWS DESK
domenica 18 novembre 2012
I prigionieri politici kurdi cessano lo sciopero della fame
In un comunicato scritto per conto dei detenuti appartenenti al Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) e al Partito per la Liberazione delle Donne del Kurdistan (PAJK), Deniz Kaya ha annunciato oggi che essi metteranno fine alla loro protesta in risposta all’appello del leader del PKK Abdullah Öcalan. Il leader kurdo Öcalan ha inviato il messaggio tramite suo fratello Mehmet Öcalan, incontrato ieri sull’isola di Imralı. La co-presidente del Partito per la Pace e la Democrazia (BDP) Gültan Kışanak, i deputati Sabahat Tuncel, Sırrı Süreyya Önder e la co-presidente del Congresso della Società Democratica (DTK) Aysel Tuğluk si sono perciò recati urgentemente presso le due carceri di Diyarbakır per trasmettere l’appello di Öcalan. La Kışanak ha annunciato oggi che 447 detenuti all’interno del carcere di tipo D di Diyarbakır hanno cessato lo sciopero della fame durante le prime ore della mattinata e che anche i detenuti all’interno del carcere di tipo E annunceranno la loro decisione oggi. I detenuti che hanno messo fine alla loro protesta stanno ricevendo cure in carcere mentre coloro che necessitano di ulteriori trattamenti medici verranno trasportati all’ospedale regionale di ricerca, sotto la supervisione della Camera dei Medici di Diyarbakır. Anche altri diciotto detenuti, che hanno cessato la loro protesta all’interno del carcere chiuso di tipo E di Siirt, sono stati trasportati all’ospedale statale di Siirt. ANF / NEWS DESK
venerdì 16 novembre 2012
Arcidosso: iniziativa a sostegno dei detenuti kurdi
ARCIDOSSO – PIAZZA INDIPENDENZA dalle ore 10 di SABATO 17 NOVEMBRE alle ore 19.00 di DOMENICA 18 NOVEMBRE
I prigionieri politici kurdi in sciopero della fame da più di due mesi! Centinaia di detenuti politici nelle carceri turche, per la maggior parte kurdi, hanno dato inizio il 12 settembre 2012 ad uno sciopero della fame irreversibile e a tempo indeterminato per chiedere l’eliminazione degli ostacoli riguardanti l´istruzione scolastica e la possibilità di difesa durante i processi in lingua madre, il rispetto dei diritti democratici della popolazione kurda e la libertà del loro leader, Abdullah Öcalan, come percorso verso una soluzione pacifica della questione kurda in Turchia.
I prigionieri politici kurdi in sciopero della fame da più di due mesi! Centinaia di detenuti politici nelle carceri turche, per la maggior parte kurdi, hanno dato inizio il 12 settembre 2012 ad uno sciopero della fame irreversibile e a tempo indeterminato per chiedere l’eliminazione degli ostacoli riguardanti l´istruzione scolastica e la possibilità di difesa durante i processi in lingua madre, il rispetto dei diritti democratici della popolazione kurda e la libertà del loro leader, Abdullah Öcalan, come percorso verso una soluzione pacifica della questione kurda in Turchia.
mercoledì 14 novembre 2012
lunedì 12 novembre 2012
Turchia, 700 detenuti curdi in sciopero della fame da 60 giorni
Centinaia di detenuti politici nelle carceri turche, per la maggior parte kurdi, hanno dato inizio il 12 settembre 2012 ad uno sciopero della fame a tempo indeterminato per chiedere l’eliminazione degli ostacoli riguardanti l´istruzione scolastica e la possibilità di difesa durante i processi nella propria lingua madre, il rispetto dei diritti democratici della popolazione kurda e la libertà del loro leader, Abdullah Öcalan, come percorso verso una soluzione pacifica della questione kurda in Turchia. leggi tutto su altracitta.org
60° giorno di sciopero della fame
Sette
membri del principale partito curdo il BDP hanno aderito allo sciopero
della fame illimitato attuato dai prigionieri politici kurdi da circa due
mesi. Il
numero degli scioperanti ha raggiunto 10.000 dal 5 novembre, rendendolo il più grande sciopero della fame collettivo mai attuato. "Siamo molto preoccupati. Se
non si trova rapidamente una soluzione per evitare la morte degli scioperanti, sarebbe
una macchia nera nella storia della Turchia ", ha dichiarato Gultan Kisanak,
co-presidente del BDP, nel corso di una conferenza stampa in provincia
di Diyarbakir, Kurdistan della Turchia.
mercoledì 7 novembre 2012
Raddoppiate le azioni in supporto dello sciopero della fame
Scioperi della fame simbolici e cortei sono stati organizzati in tutta la Turchia in occasione del 55° giorno di protesta dei prigionieri politici kurdi nelle carceri turche. Lunedì 5 Novembre, diecimila detenuti appartenenti al Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), al Partito per la Liberazione delle Donne del Kurdistan (PAJK) ed all´Unione delle Comunità Kurde (KCK) all´interno di 72 carceri hanno aderito allo sciopero della fame a tempo indeterminato e irreversibile, cominciato da circa 70 persone in 7 carceri il 12 Settembre e che si è diffuso nelle settimane seguenti a 39 carceri coinvolgendo oltre 600 scioperanti. Attualmente solo i detenuti anziani, malati e minorenni del PKK, del PAJK e del KCK non sono coinvolti nella protesta.
Roma: rifugiati kurdi oggi davanti al parlamento
I
rifugiati politici kurdi consegnano ai parlamentari italiani un
dossier sullo sciopero della fame in corso nelle prigioni turche
Oggi 7 novembre 2012 una
delegazione di rifugiati politici kurdi presenti in Italia nel corso
di un presidio davanti alla Camera dei Deputati a Roma è stata
ricevuta dal senatore Pietro Marcenaro, presidente della Commissione
per i diritti umani del Senato e dall'onorevole Furio Colombo,
presidente del Comitato per i Diritti Umani della Camera dei
Deputati, ai quali hanno consegnato un dossier aggiornato sulla
drammatica situazione dei detenuti politici kurdi e turchi in
sciopero della fame a oltranza, giunto al 57° giorno. L'estrema
protesta, iniziata il 12 settembre scorso, è stata attuata per
chiedere il riconoscimento della lingua kurda a livello ufficiale, il
rilascio di Abdullah Öcalan
dal totale isolamento cui è sottoposto da 15 mesi, e l'inizio di un
negoziato che porti a una soluzione politica della questione kurda. I
rifugiati hanno chiesto inoltre ai due parlamentari di intraprendere
azioni concrete affinchè l'Italia si mobiliti e faccia pressione sul
governo turco, che continua a ignorare le legittime richieste del
popolo kurdo, proseguendo nella repressione di ogni forma di dissenso
attraverso la carcerazione di centinaia di politici, intellettuali,
sindacalisti, studenti, donne. Roma, 7 novembre 2012
martedì 6 novembre 2012
Mozione sullo sciopero della fame al Parlamento britannico
Dodici parlamentari inglesi hanno firmato una mozione sullo sciopero della fame in corso nelle carceri turche. Promossa dal parlamentare Jeremy Corbyn, la mozione riporta: “Questa Camera nota che il 25 Ottobre 2012 lo sciopero della fame dei detenuti kurdi in Turchia ha raggiunto il suo 43o giorno; inoltre, 63 prigionieri politici kurdi sono in sciopero della fame fin dall´inizio e centinaia d´altri hanno ora aderito alla protesta; la Camera osserva che le richieste degli scioperanti includono il rilascio di Abdullah Öcalan, allo scopo di negoziare una soluzione politica alla questione kurda, ed il riconoscimento del diritto alla lingua kurda nella sfera pubblica; inoltre si sottolinea che la Federazione Kurda del Regno Unito ha inviato una lettera al Primo Ministro chiedendo al Governo di fare tutto quanto in suo potere per esercitare pressione politica sul governo turco, affinchè la questione kurda sia risolta; secondo quanto riportato, il Ministro della Giustizia turco ha incontrato alcuni degli scioperanti ed è sua speranza che quest´azione significativa rappresenti un passo del governo turco per soddisfare i diritti fondamentali della popolazione kurda; la Camera invita il Governo a fare tutto il possibile per sostenere i diritti del popolo kurdo in Turchia”. ANF / LONDRA
ANF NEWS AGENCY
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lunedì 5 novembre 2012
55° giorno di sciopero della fame
Oggi è stato il 55 ° giorno di sciopero della fame in Turchia, attuato dai militanti del KCK (Unione delle Comunità del Kurdistan). Il KCK include membri dei gruppi di resistenza armata del PKK e PJAK, accanto a politici kurdi, sindacalisti, giornalisti, studenti, avvocati e attivisti dei diritti umani. Nonostante vi siano circa 776 prigionieri attualmente in sciopero della fame a oltranza, e si registrano episodi di disobbedienza civile in tutte le aree del Kurdistan e in Europa, è praticamente nulla la copertura dei media occidentali su questa tragica ed estrema protesta. Questo sciopero della fame è iniziato in un momento di forte repressione dello Stato turco contro i kurdi e il KCK, dall'ottobre del 2010 sono in corso processi di massa, 7.748 persone sono state imprigionate e oltre 3.800 sono state arrestate durante le operazioni contro il KCK negli ultimi nove mesi.
venerdì 2 novembre 2012
Milano presidio in solidarietà con i prigionieri kurdi in sciopero della fame
martedì 30 ottobre 2012
La polizia attacca le manifestazioni in solidarietà con i prigionieri kurdi
La polizia turca ha attaccato le Madri della pace e i membri del BDP che si sono riuniti a Meydanı Ok (Piazza Ok) a Istanbul in solidarietà con i prigionieri politici kurdi in sciopero della fame. Gli scontri sono scoppiati quando un gruppo di membri del BDP è stato attaccato con gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per impedirgli di marciare verso la sede provinciale dell'Akp di Istanbul, per protestare contro il governo che non sta prendendo alcun provvedimento riguardo alle esigenze degli scioperanti. La polizia ha anche attaccato la tenda delle Madri della Pace che sono in sciopero della fame in Sibel Yalcin Park a Meydanı Ok sempre ad Istanbul. Molte donne sono svenute dopo l'attacco della polizia con gas lacrimogeni sparati direttamente nella tenda. Deputati e membri del BDP di Istanbul hanno marciato verso il parco dopo l'attacco. I manifestanti che hanno iniziato la marcia verso la prigione di Diyarbakir sono stati attaccati dalla polizia con gas lacrimogeni e cannoni ad acqua. Molte persone sono rimaste ferite e una quindicina sono state arrestate. ANF / NEWS DESK
49° giorno di sciopero della fame, giorno di resistenza
Dimostrazioni e marce sono in atto oggi in tutte le città kurde nel 49 giorno di sciopero della fame dei detenuti politici kurdi. Il BDP aveva dichiarato il 30 ottobre come "giornata di resistenza" e ha invitato tutti i kurdi a partecipare alle azioni a sostegno dei prigionieri in sciopero della fame. AMED/Diyarbakir: La vita si è fermata nella principale città kurda di Diyarbakir, dove quasi tutti i commercianti hanno tirato giù le serrande, i mezzi di trasporto sono fermi, i dipendenti comunali non sono sul posto di lavoro e gli studenti hanno boicottato le scuole. Manifestazioni di massa sono attese in città nel pomeriggio, dove anche il BDP ha in programma di tenere la sua riunione settimanale di fronte al carcere di Diyarbakir. Anche se il governatore di Diyarbakir ha negato il permesso per la riunione del gruppo, i co-presidenti del BDP hanno dichiarato che sono determinati a tenere la riunione di fronte al carcere. Il corteo partito dal quartiere di Baglar è stato duramente attaccato quando si apprestava a marciare verso la prigione. Sirnak: La città si è trasformata in campo di battaglia quando la polizia ha attaccato i dimostranti decisi a non fermare la loro marcia nonostante il brutale attacco della polizia con gas lacrimogeni. Gli scontri si sono estesi a tutti i quartieri della città. Hakkari: Decine di migliaia di persone hanno dato inizio alla marcia. Il corteo sarà seguito da una conferenza stampa. VAN: Migliaia di persone guidate dalla sezione del BDP provinciale hanno iniziato la marcia verso la prigione di tipo F dove il sindaco Bekir Kaya e 15 altri politici si sono uniti allo sciopero della fame. La città è testimone dell'azione più grande di protesta in quanto nessun servizio è fornito da negozi e mezzi di trasporto e le scuole sono boicottate dagli studenti. Altre manifestazioni sono in corso ad Istanbul, Mardin, Kiziltepe e Mersin. ANF / NEWS DESK
lunedì 29 ottobre 2012
Membro del BDP gravemente ferito a Mardin
Domenica 28 ottobre Emanet Enes membro del Consiglio Provinciale del BDP è stato gravemente ferito a Mardin, colpito alla testa da un candelotto lacrimogeno sparato dalla polizia durante un corteo di solidarietà con i prigionieri del PKK in sciopero della fame. Enes è stato immediatamente portato all'ospedale di Stato di Mardin, dove è stato ricoverato in chirurgia. La sue condizioni sono critiche. ANF / Mardin
domenica 28 ottobre 2012
Il bus “Libertà per Öcalan” in arrivo in Italia
L’Iniziativa Internazionale “Libertà per Öcalan” ha organizzato un bus che sta compiendo un tour in molti paesi d´Europa: partito l'8 Settembre dalla città tedesca di Mannheim, al termine dell'annuale Festival Internazionale della Cultura Kurda, ha toccato Strasburgo, Svezia, Danimarca, Germania, Olanda, Belgio, di nuovo la Germania, Austria e Svizzera. Il bus sarà in Italia il 29 e 30 Ottobre a Roma e ad Alessandria il 31 Ottobre, poi ripartirà per la Francia e concluderà il suo lungo viaggio in Germania, raggiungendo la tappa finale di Düsseldorf il 24 Novembre. L'obiettivo principale di questa campagna che include anche una raccolta di firme è denunciare l'isolamento cui è sottoposto Abdullah Öcalan e evidenziare il suo ruolo chiave nella soluzione della questione kurda. Gli organizzatori dell'iniziativa intendono inoltre criticare l'approccio delle organizzazioni internazionali e dei governi riguardo la questione kurda e hanno esortato il Consiglio d´Europa, il Comitato per la Prevenzione della Tortura e l´Unione Europea a sostenere le attività a favore della libertà di Öcalan. Con preghiera di massima diffusione, l´Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia e la Comunità kurda in Italia invitano i rappresentanti istituzionali, i media e tutte le persone che vogliano portare la loro solidarietà e il loro sostegno a visitare il bus ed aderire alla manifestazione
Roma, lunedì 29 e martedì 30 Ottobre a Piazza della Repubblica dalle ore 10.00 alle ore 17.00
Alessandria, mercoledì 31 Ottobre a Piazza Marconi dalle ore 16.00
Per informazioni: UIKI Onlus - Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia info@uikionlus.com 06 97845557 / 349 8327322 / 340 2943424
giovedì 25 ottobre 2012
44 giorno di sciopero della fame
ANF NEWS AGENCY - Pubblichiamo un'intervista con un detenuto chiamato Önder, in sciopero della fame da 42 giorni. L'intervista è stata condotta da un gruppo di prigionieri e poi inviata a DIHA (Dicle News Agency). Puoi dirci di più su te? Quando e perchè sei stato incarcerato e cosa diresti riguardo il motivo della tua partecipazione a quest’azione? -Sono nato nel distretto di Başkale a Van, nel 1981. Sono stato arrestato nel febbraio 2010 e messo in prigione ad Amed in seguito ad un'operazione politica contro i kurdi a causa della mia partecipazione ad un movimento giovanile prima del mio arresto. L'approccio politico che ha causato il mio arresto è continuato durante il processo. Mi è stato negato il diritto di auto-difesa in lingua madre durante il processo, conclusosi con la mia condanna a 24 anni di carcere. Oggi il problema kurdo ha raggiunto l'apice e decine di persone stanno morendo ogni giorno. Questa situazione ha raggiunto un punto di non ritorno. Credo che tutti dovrebbero fare qualcosa per raggiungere una soluzione, quindi anch’io voglio fare qualcosa. So già che far sentire la mia voce in carcere mi costerà la vita, ma vedo anche che è diventata una tortura guardare i nostri compagni morire ogni giorno, come il mio compagno di banco del liceo e la mia coinquilina dell'università. Per questo motivo ho deciso di aderire allo sciopero della fame fino a quando le nostre due richieste non saranno accettate.
lunedì 22 ottobre 2012
Sciopero della fame dei rifugiati kurdi a Roma
23 e 24 OTTOBRE 2012 LARGO S. GIOVANNI DE MATHA (TRASTEVERE)
DALLE ORE 9.00 ALLE ORE 13.00
La Comunità kurda di Roma
UIKI Onlus, Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia
DALLE ORE 9.00 ALLE ORE 13.00
La Comunità kurda di Roma
UIKI Onlus, Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia
Centinaia di detenuti politici nelle carceri turche, per la maggior parte kurdi, hanno dato inizio il 12 settembre 2012 ad uno sciopero della fame a tempo indeterminato per chiedere l´eliminazione degli ostacoli riguardanti l´istruzione scolastica e la possibilità di difesa durante i processi nella propria lingua madre, il rispetto dei diritti democratici della popolazione kurda e la libertà del loro leader, Abdullah Öcalan, come percorso verso una soluzione pacifica della questione kurda in Turchia. Gli aderenti alla protesta stanno rapidamente aumentando, prendendo così parte all'azione numericamente più grande della storia di questo paese. Le loro condizioni di salute si stanno rapidamente deteriorando ed attualmente sfiorano il punto di non-ritorno, nell'assordante silenzio dei mass-media e dell'opinione pubblica internazionale. La chiusura al negoziato decisa dal governo AKP di Erdoğan ha causato una profonda crisi. Le migliaia di arresti di rappresentanti kurdi, inclusi parlamentari, sindaci, membri dei consigli cittadini, giornalisti, sindacalisti, studenti e molti altri attivisti della società civile si sono tramutate in un vero e proprio massacro politico. A nulla sono valsi finora gli appelli per i negoziati finalizzati alla soluzione della questione kurda, che deve imprescindibilmente includere Abdullah Öcalan, detenuto da tredici anni sull'isola-prigione di Imralı e da quindici mesi in completo isolamento. I rifugiati kurdi a Roma intendono, tramite questa azione di sostegno simbolica, sensibilizzare l'opinione pubblica ed invitarla ad esprimere il proprio sostegno alle richieste degli scioperanti. E´ compito di qualsiasi essere umano non rimanere in silenzio riguardo allo sciopero della fame in corso!
venerdì 19 ottobre 2012
Comunicato stampa BDP scioperi della fame
ALL'OPINIONE PUBBLICA INTERNAZIONAL APPELLO ALLA SENSIBILIZZAZIONE SULLO SCIOPERO DELLA FAME A TEMPO INDETERMINATO IN TURCHIA
Le pressioni in corso del governo dell'Akp come le operazioni di arresto contro i curdi ed i democratici hanno creato un trauma profondo. E' chiaro che le operazioni di arresto stanno diventando un massacro politico. Politici curdi inclusi i parlamentari, sindaci, esponenti dei consigli comunali, giornalisti sindacalisti e molti altri attivisti di ONG sono stati incarcerati. Cosi la maggioranza di loro sono in sciopero della fame dal 12 Settembre. Lo sciopero della fame e' iniziato in 7 prigioni con 63 persone.50 di loro sono uomini e 13 donne. Cosi' il numero degli scioperanti sta rapidamente aumentando. Piu' di 600 persone arrestate e detenuti stanno partecipando allo sciopero della fame irreversibile e a tempo determinato.
Gli scioperanti hanno iniziato l'azione con le seguenti richieste:
1 - Educazione in madrelingua e la difesa nei processi
2 - Rispetto dei diritti democratici del popolo curdo
3 - Liberta' per il leader del popolo curdo il Sig. Abdullah Ocalan
A partire dal 14 Ottobre complessivamente 324 detenuti sono in sciopero della fame senza vitamina B1. 283 di loro sono uomini e 41 sono donne. La situazione sanitaria degli scioperanti sta peggiorando. Il governo dell'Akp non ha fatto nessun comunicato a riguardo agli scioperanti per 37 giorni.Nonostante tutta questa insensibilita',a partire dal 15 Ottobre tutti i detenuti hanno iniziato uno sciopero della fame a tempo indeterminato e irreversibile. Noi ci aspettiamo la sensibilita' e la solidarieta' dall'opinione pubblica internazionale su questo evento urgente.
Per maggiori informazioni contattateci: Diplo.Bdp@hotmail.com
Le pressioni in corso del governo dell'Akp come le operazioni di arresto contro i curdi ed i democratici hanno creato un trauma profondo. E' chiaro che le operazioni di arresto stanno diventando un massacro politico. Politici curdi inclusi i parlamentari, sindaci, esponenti dei consigli comunali, giornalisti sindacalisti e molti altri attivisti di ONG sono stati incarcerati. Cosi la maggioranza di loro sono in sciopero della fame dal 12 Settembre. Lo sciopero della fame e' iniziato in 7 prigioni con 63 persone.50 di loro sono uomini e 13 donne. Cosi' il numero degli scioperanti sta rapidamente aumentando. Piu' di 600 persone arrestate e detenuti stanno partecipando allo sciopero della fame irreversibile e a tempo determinato.
Gli scioperanti hanno iniziato l'azione con le seguenti richieste:
1 - Educazione in madrelingua e la difesa nei processi
2 - Rispetto dei diritti democratici del popolo curdo
3 - Liberta' per il leader del popolo curdo il Sig. Abdullah Ocalan
A partire dal 14 Ottobre complessivamente 324 detenuti sono in sciopero della fame senza vitamina B1. 283 di loro sono uomini e 41 sono donne. La situazione sanitaria degli scioperanti sta peggiorando. Il governo dell'Akp non ha fatto nessun comunicato a riguardo agli scioperanti per 37 giorni.Nonostante tutta questa insensibilita',a partire dal 15 Ottobre tutti i detenuti hanno iniziato uno sciopero della fame a tempo indeterminato e irreversibile. Noi ci aspettiamo la sensibilita' e la solidarieta' dall'opinione pubblica internazionale su questo evento urgente.
Per maggiori informazioni contattateci: Diplo.Bdp@hotmail.com
giovedì 18 ottobre 2012
Roboski: la giustizia affidata all'autore del massacro
www.actukurde.fr - Il
ministero della giustizia turco ha dichiarato
"incompetenti" i procuratori di Diyarbakir, con poteri speciali sull'indagine
del massacro di 34 kurdi a Roboski. Il
caso è stato deferito alla procura militare. Il 28
dicembre 2011, 34 civili kurdi, tra cui 19 bambini sono stati uccisi
da aerei da caccia turchi nei pressi del villaggio di Roboski, nella regione di
Sirnak, vicino il confine con l'Iraq. E
'stato un semplice "errore", secondo le autorità e non un massacro
deliberato come affermano le organizzazioni della società civile ed il principale
partito kurdo il BDP. Invece
di giudicare gli autori, la magistratura turca ha imprigionato almeno otto
persone, parenti delle vittime, con l'intento di intimidire coloro che
cercano la giustizia. Sono in carcere da dieci mesi senza accusa. "Purtroppo,
questo è il punto in cui la giustizia e l'umanità sono morti", ha dichiarato
Ferhat Encu, che ha perso il fratello nel
bombardamento. "La
rimozione dell'inchiesta su Roboski dovrebbe essere considerata
come un ingerenza dell'autorità politica (il governo) per chiudere
l'indagine" ha denunciato il parlamentare del BDP Hasip Kaplan.
mercoledì 17 ottobre 2012
Le famiglie dei detenuti attaccate dalla polizia
Martedì la polizia turca ha negato il permesso per il comunicato stampa ed il sit-in delle famiglie dei detenuti di fronte al carcere di tipo E di Diyarbakır. Le famiglie si erano radunate per sostenere lo sciopero della fame cominciato il 12 Settembre dai detenuti appartenenti al Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) e al Partito per la Liberazione delle Donne del Kurdistan (PAJK); sono state attaccate dalla polizia che le ha bloccate ed ha cercato di allontanarle dalla zona con l´uso della forza.
Le tensioni continuano di fronte al carcere. ANF / AMED / DİYARBAKIR
Le tensioni continuano di fronte al carcere. ANF / AMED / DİYARBAKIR
martedì 16 ottobre 2012
Invito all’unità nazionale al Congresso del BDP
Il secondo Congresso Ordinario del Partito della Pace e della Democrazia (BDP), colpito politicamente negli ultimi tre anni nell’ambito delle cosiddette operazioni KCK (Unione delle Comunità Kurde), si è svolto domenica ad Ankara. Vi hanno partecipato dirigenti del BDP e del DTK (Congresso della Società Democratica) ed un grosso numero di persone dalla Turchia, così come rappresentanti iracheni, iraniani e siriani dei partiti politici kurdi, i quali hanno chiesto soprattutto “l’unità nazionale” nel territorio del Kurdistan. I rappresentanti politici hanno anche indicato la libertà del leader del popolo kurdo Abdullah Öcalan come condizione per la soluzione della questione kurda. Il congresso è stato anche salutato dai deputati incarcerati del BDP tramite il messaggio della co-presidente Fatma Kurtulan per conto “di tutti i prigionieri arrestati nel corso di operazioni politiche”. Il congresso del BDP, che si voleva paralizzare tramite l’arresto di oltre ottomila amministratori locali e di più della metà dei dirigenti, ha dato voce alle richieste di “autonomia democratica e di status politico”, indicate come garanzia per la democratizzazione della Turchia. Selahattin Demirtaş, eletto Presidente del BDP, assumerà la carica di co-presidente in conformità con lo statuto del Partito. Gültan Kışanak è stata nuovamente eletta in qualità di altro co-presidente. Durante l’incontro è stato anche costituito un Comitato Consultivo Politico Accademico, di cui faranno parte, tra gli altri, l’autore-sociologo İsmail Beşikçi, la prof.ssa Büşra Ersanlı e Tarık Ziya Ekinci. Durante il suo discorso, il co-presidente del BDP Selahattin Demirtaş ha indicato Öcalan ed il KCK come interlocutori per la pace ed ha chiesto la libertà del primo come parte della soluzione della questione kurda. Demirtaş ha sottolineato che “il prolungamento della soluzione alla questione kurda è una conseguenza della negazione della “realtà kurda e del Kurdistan”, aggiungendo inoltre: “Il problema non può essere risolto se non si apprezzano tutti i valori che possediamo”. Indicando la questione kurda come il problema più amaro della Turchia, ha individuato nell’uguaglianza,nella giustizia e nella pace i principali elementi che lo riguardano. Inoltre ha osservato che per il Governo turco era necessario affrontare la questione kurda con coraggio politico; “Crediamo che la guerra ed il conflitto reciproci non dovrebbero più essere utilizzati come metodo”. Riferendosi al conflitto in corso in Siria, ha dichiarato: “Avremo il potere di pore fine ai conflitti in Medio Oriente se uniremo le nostre forze”. “Sostenere la lotta delle popolazioni siriane che chiedono l’autodeterminazione è una responsabilità storica”. Il congresso, ampiamente partecipato e seguito con grande interesse, è stato non sorprendentemente oggetto di un’indagine del Procuratore di Ankara, a causa di un grande poster raffigurante il leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) Abdullah Öcalan affisso in sala. Il Procuratore ha annunciato l’avvio dell’indagine per questa mattina. ANF / ANKARA
lunedì 15 ottobre 2012
Altri 13 detenuti aderiscono allo sciopero della fame nelle carceri turche
Altri dieci detenuti nel carcere chiuso di tipo T di Bolu e tre nel carcere chiuso di tipo E di Çankırı hanno aderito allo sciopero della fame del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) e del Partito per la Liberazione delle Donne in Kurdistan (PAJK), in corso dal 12 Settembre. Più di 300 detenuti in 40 carceri stanno portando avanti questa protesta nell’ultimo mese. Secondo quanto riferito, le condizioni di salute di 10 scioperanti nel carcere chiuso di tipo E di Siirt si stanno deteriorando. ANF / NEWS DESK
venerdì 12 ottobre 2012
Roma: raccolta firme per la Campagna Internazionale “Libertà per Öcalan”
12 e 13 ottobre dalle 18.00 presso CSOA ex-SNIA Viscosa (Via Prenestina 173 – Roma) all´interno della rassegna Logos - Festa della Parola. Terra
13 ottobre dalle 15.00 Piazza Sauli – Roma all´interno della Festa per i 18 anni di occupazione del CSOA La Strada
13 ottobre dalle 15.00 Piazza Sauli – Roma all´interno della Festa per i 18 anni di occupazione del CSOA La Strada
18 ottobre dalle 11.00 Via S. Nicola de´ Cesarini (Largo Argentina, fronte Libreria Feltrinelli – Roma)
25 ottobre dalle 11.00 Piazzale Flaminio - Roma
31 ottobre dalle 11.00 Piazzale Ostiense - Roma fronte stazione Metro B Piramide
31 ottobre dalle 11.00 Piazzale Ostiense - Roma fronte stazione Metro B Piramide
martedì 9 ottobre 2012
L'umanità in un sacchetto
Pochi giorni fa, nella città di Cizre si è svolto un funerale al cimitero di Asri. Tre tombe scavate fianco a fianco. Centinaia di persone in attesa in silenzio. In prima fila donne in nero e giovani che sono cresciuti come orfani. 3 sacchetti in attesa di essere sepolti nelle fosse. Di fronte a ogni tomba, un uomo è in attesa, con un sacchetto in mano. Le borse contenevano le ossa dei loro fratelli e sorelle.Le borse avevano nomi differenti. Besir Baskak, Sait Sen e Abdullah Güler... Gli obblighi religiosi sono stati soddisfatti, i discorsi e le preghiere lette. Poi, i sacchi di ossa sono stati sepolti nel terreno. Dopo il funerale, tutti sono andati a casa con calma. I giovani che hanno perso i loro padri ed hanno vissuto una vita da orfani, hanno sepolto le ossa dei loro padri e sono rimasti soli con la loro sofferenza. Questo insolito funerale, nel territorio del Kurdistan è quasi normale per la maggior parte delle persone che vi vivono. Villaggio Hirareş di Sirnak. Data: 1993, estate. Le forze di sicurezza dello Stato hanno fatto irruzione nel villaggio con armi spaventose. L'intero villaggio è stato riunito nel cortile della scuola. Hanno provato tutti i tipi di trattamenti inumani, insulti e umiliazioni per due giorni. Alla
fine del secondo giorno, davanti agli occhi di tutto il popolo del
paese, Besir Baskak, Sait Sen, Abdullah Güler e Ahmet Guler sono stati
arrestati e trascinati al villaggio. Gli
abitanti del villaggio sapevano che non sarebbero tornati a casa, perché
nello stesso periodo in altre città del paese e nei villaggi kurdi, hanno vissuto esperienze e dolori simili. Nel
cortile di quella scuola in cui la violenza ha avuto luogo, i bambini a
quei tempi, aggrappandosi alla gonne delle madri con forza hanno assistito alla morte dei loro padri. 19 anni più tardi, i bambini di allora hanno visto le ossa dei loro padri in un sacchetto. In primo luogo hanno portato Besir Baskak, Sait Sen, Abdullah e Ahmet Güler alla stazione di polizia. Lì, li hanno sottoposti ad un lungo interrogatorio sotto tortura. Poi, li hanno messi in una buca vicino alla caserma del Battaglione Yağızoymak, e hanno lanciato granate su di loro. Besir, Abdullah e Said morirono. Ahmet è sopravvissuto nascondendosi sotto i cadaveri dei suoi amici. Dopo due ore Ahmet riuscito a raggiungere il villaggio di Ziving. Era ferito. Ahmet ha spiegato al popolo del villaggio quello che aveva passato. Ahmet è vissuto con la paura di essere ucciso. Nessuno poteva essere ritenuto responsabile per la loro morte, le famiglie non potevano ottenere i corpi dei loro cari perchè erano sparsi in ogni direzione. I villaggi sono stati evacuati. 19 anni dopo. Lo
scorso gennaio, l'Associazione delle Famiglie per i diritti dell'uomo
ha avviato un procedimento legale per aprire la fossa comune. Sotto
la supervisione del procuratore e l'Associazione per i diritti umani, e
con Ahmet Guler come testimone, è stato scavato vicino alla caserma del battaglione Yağızoymak. In una fossa sono state ritrovate le ossa di 5 persone. L'Istituto di Medicina Legale di Istanbul ha dimostrato che le ossa appartenevano a Abdullah Güler, Sait Sen e Besir Baskak. ANF NEWS AGENCY
lunedì 8 ottobre 2012
L´esercito turco bombarda il villaggio siriano di Ayn Arus
L´esercito turco ha colpito mercoledì pomeriggio il villaggio siriano di Ayn Arus, in seguito ad un attacco di mortaio diretto verso la cittadina di Akçakale nella provincia sudorientale di Urfa. Il colpo di mortaio, che secondo quanto riportato è stato lanciato dal territorio siriano, ha colpito un quartiere centrale della cittadina, uccidendo una donna ed i suoi quattro bambini e ferendo altre dieci persone circa. I parenti delle vittime hanno marciato dopo l´incidente fino all´ufficio del Governatore per esprimere la propria preoccupazione in merito alla mancanza di sicurezza delle ultime settimane. La polizia ha attaccato la folla con gas lacrimogeni per impedire lo svolgimento della marcia, causando scontri con i manifestanti che hanno risposto con lanci di pietre. Un comunicato dell´ufficio del Primo Ministro ha affermato che l´esercito turco ha immediatamente risposto all´attacco di mortaio, colpendo gli obiettivi individuati secondo le norme. Il comunicato non ha fornito nessun dettaglio riguardo al luogo colpito dall´esercito turco; secondo quanto riferito ad ANF si dovrebbe trattare del villaggio di Ayn Arus, recentemente occupato dall´Esercito Libero Siriano appoggiato dalla Turchia. Il comunicato ha aggiunto: “La Turchia non permetterà che tali provocazioni del regime siriano contro la nostra sicurezza nazionale rimangano senza risposta”. L´incidente ha provocato tensioni ad Ankara, dove il Primo Ministro Recep Tayyip Erdoğan ha tenuto una riunione urgente con il Ministro degli Esteri Ahmet Davutoğlu ed il Capo di Stato Maggiore Necdet Özel. Il partito AKP al potere ha richiesto un´assemblea generale del Parlamento che dovrebbe svolgersi giovedì mattina intorno alle 10.00. In una dichiarazione riguardo all´incidente, Omran Zoabi, Ministro siriano dell´Informazione, ha affermato che il suo paese sta indagando sull´origine del colpo di mortaio. Zoabi ha porto le sue condoglianze alla popolazione turca, dichiarando che il suo paese rispetta la sovranità delle nazioni confinanti; ha inoltre invitato gli altri paesi a rispettare anche la sovranità della Siria ed a controllare le loro frontiere per fermare l´entrata di bande armate nel territorio siriano. ANF / NEWS DESK
Pisa: in marcia per la libertà del popolo kurdo
www.contropiano.org - Sabato 6 ottobre si è svolta in Toscana, nella provincia di Pisa, una lunga marcia organizzata dalla comunità curda con l’appoggio degli enti locali e delle associazioni del territorio. “La marcia per il riconoscimento per la libertà e la pace del popolo kurdo” è stata organizzata nell’ambito della campagna per la richiesta di liberazione del leader kurdo Abdullah Öcalan (detenuto in un carcere turco dal 1999 e poi in condizione di totale isolamento da luglio dello scorso anno) e di tutti i prigionieri politici in Turchia perché, sostengono i kurdi, la libertà di Abdullah Öcalan, essendo egli l’unico possibile interlocutore in un reale processo di pace, “rappresenterà una svolta per la democratizzazione della Turchia e per il processo di pace in Kurdistan”. "È noto - spiegava la comunità kurda alla vigilia dell’iniziativa - che un processo di pace ha bisogno di personalità forti, che siano in grado di convincere le proprie comunità a perseguire una soluzione dei conflitti seguendo una via pacifica. Alcuni esempi sono Nelson Mandela, Gerry Adams, José Ramos-Horta ed Aung San Suu Kyi. Öcalan appartiene indubbiamente a questo tipo di persone. È merito suo se negli ultimi anni il movimento di liberazione curdo ha spostato l'attenzione da soluzioni di tipo militare a soluzioni di tipo politico". Così la scelta del giorno non è casuale: cade infatti a ridosso del 9 ottobre, quando, come hanno ricordato gli organizzatori della marcia,nel 1998 Öcalan, a seguito di un complotto organizzato da Stati Uniti e Israele, fu costretto a venire in Europa in cerca di ospitalità, in un percorso che lo avrebbe portato invece l’anno seguente alla cattura da parte delle forze di polizia turche. Partita nella prima mattinata di Sabato da Ponsacco, la manifestazione ha percorso 24 Km attraversando i comuni di Pontedera, Cascina e Calcinaia, per poi raggiungere nel tardo pomeriggio la città di Pisa e incontrando, in ogni tappa, rappresentati delle giunte comunali, i quali hanno accolto con entusiasmo i manifestanti e hanno espresso piena solidarietà e adesione alla causa del popolo kurdo, ricordando la repressione che lo stesso vive quotidianamente soprattutto in territorio turco, ma anche in territorio siriano e iraniano. La stessa solidarietà e un vivo interesse per quanto stava avvenendo è giunto anche dai cittadini dei comuni attraversati che hanno salutato benevolmente i manifestanti, chiedendo, quanti non ne fossero già al corrente, le motivazioni dell’avvenimento. La marcia ha visto la partecipazione entusiasta di giovani kurdi presenti in Italia ai quali, lungo il percorso, si sono aggiunte intere famiglie, con bambini al seguito, residenti nel territorio; tutti testimoni di una repressione che, pur costringendoli a lasciare la propria terra, non riesce a spezzare il legame orgoglioso con la cultura d’appartenenza. Tante le bandiere presenti: quelle con il volto di Ocalan ma anche quelle del KCK (unione delle comunità del Kurdistan), a ricordare il processo apertosi nel 2009 e tuttora in corso in Turchia contro migliaia di giornalisti, attivisti e amministratori locali. Tanti gli striscioni. Sul camion che apriva la manifestazione era scritto “Siamo tutti PKK”, sottolineando la piena solidarietà al Partito dei Lavoratori del Kurdistan, che, sebbene sia considerato un’organizzazione terrorista dalla Turchia, così come dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, rappresenta per il popolo kurdo un cammino di lotta per la difesa della propria esistenza. Lungo il percorso diversi striscioni inneggiavano ad Ocalan, così come lo slogan più recitato è stato “Viva Ocalan, Pace in Kurdistan”. Raggiunta la città di Pisa, la manifestazione si è conclusa nella piccola piazza adiacente al comune dove, nonostante la stanchezza, i manifestanti hanno cantato a gran voce l’inno del PKK e i ragazzi e le ragazze kurde hanno attirato con il ballo l’attenzione dei passanti.
lunedì 1 ottobre 2012
Libertà per Öcalan
Per la democratizzazione della Turchia e per il processo di pace in Kurdistan.
La questione curda riguarda l’Irak, l’Iran, la Siria e in particolare la Turchia e rappresenta uno dei grandi problemi tutt’ora irrisolti del Medio Oriente. Il conflitto tra lo Stato turco e il movimento di liberazione curdo continua ancora. In questo conflitto fino ad ora hanno perso la vita più di 40.000 persone. Circa 4500 villaggi sono stati evacuati o distrutti, milioni di uomini e donne trasformati in profughi. È noto che un processo di pace ha bisogno di personalità forti, che siano in grado di convincere le proprie comunità a perseguire una soluzione dei conflitti seguendo una via pacifica. Alcuni esempi sono Nelson Mandela, Gerry Adams, José Ramos-Horta ed Aung San Suu Kyi. Öcalan appartiene indubbiamente a questo tipo di persone. È merito suo se negli ultimi anni il movimento di liberazione curdo ha spostato l’attenzione da soluzioni di tipo militare a soluzioni di tipo politico. Dal 1993 i governi turchi hanno cercato contatti con Öcalan, riconoscendo così il suo ruolo chiave per una soluzione del confl itto. L’attuale governo Erdogan ha condotto trattative con Öcalan per due anni e mezzo, ma nel luglio 2011 ha interrotto questo processo. Erano già stati costituiti dei protocolli che tra l’altro prevedevano un piano graduale di misure per la costruzione della fiducia reciproca, fino alla deposizione delle armi sotto sorveglianza internazionale. Nella soluzione di questo problema, Abdullah Öcalan con le sue proposte e in particolare con la sua “roadmap”, ha un importanza decisiva. A questo si aggiunge il fatto che la maggioranza dei curdi e delle curde lo sostengono. Nel 2006/2007, 3.5 milioni di curde e curdi si sono pronunciati con la propria firma per Öcalan come loro rappresentante politico. Tutto ciò lo rende indispensabile e ne fa una figura chiave per una soluzione di pace. Questo ruolo tuttavia non può svolgerlo dal carcere, dove le sue possibilità di comunicazione sono estremamente limitate. Spesso, come anche in questo momento, si trova in una condizione di isolamento totale dal mondo esterno. La libertà di Öcalan è necessaria per spezzare la logica militare del conflitto ed orientarlo verso trattative pacifiche. Perciò chiediamo la libertà di Abdullah Öcalan e dei prigionieri politici in Turchia. Essa rappresenterà una svolta per la democratizzazione della Turchia e per il processo di pace in Kurdistan.
Sostieni la campagna sul sito internet www.freeocalan.org
Iniziativa Internazionale “Libertà per Abdullah Öcalan – Pace in Kurdistan”, Colonia
Iniziativa Internazionale “Libertà per Abdullah Öcalan – Pace in Kurdistan”, Colonia
Tra i primi firmatari:
martedì 25 settembre 2012
La foto dell'orrore
www.actukurde.fr - Sin dalla sua fondazione nel 1923, la Turchia opprime il suo popolo, specialmente i curdi. Nel corso degli ultimi 30 anni, dall'inizio della rivolta curda condotta dal PKK, nulla è cambiato. Nessun processo per crimini contro la popolazione curda! La storia dell'esercito turco è caratterizzato da repressione, violazioni dei diritti umani e crimini di guerra. Questa foto è stata pubblicata prima sui social network e i media curdi. I corpi di otto guerriglieri stesi ai piedi di più di 40 soldati. Questa è una foto ricordo con i corpi dei curdi, abusati e trascinati a terra ai piedi di un muro. Non uno, non due, almeno 40 soldati. Armi alla mano. Questa non è la prima immagine del suo genere. E 'forse la più "innocente". Qui i soldati di Erdogan ... guardate bene ... non è cambiato nulla negli atteggiamenti. Sempre le stesse scene dagli anni '90. Soldati agli ordini di un regime miserabile e marcio che si nutre di negazione e distruzione. Otto
combattenti curdi sono stati uccisi 14 Settembre 2012 durante un
attacco contro i militari del PKK dopo Haruna, tra le città di Yuksekova
e Semdinli nella regione di Hakkari. I
corpi dei combattenti sono stati abusati e poi, su richiesta di
ufficiali, decine di soldati si sono disposti di fronte alla macchina fotografica per una foto ricordo con i cadaveri torturati. Questa
immagine riflette non solo il carattere del regime AKP, ma è anche la
rappresentazione del crollo della Repubblica Turca fondata 90 anni fa. Una rappresentazione del decadimento di questo sistema. Maxime Azadi
Almeno 53 persone arrestate nel corso di una nuova operazione KCK
Almeno 53 persone sono state arrestate nelle prime ore di martedì durante operazioni nell´ambito delle indagini KCK (Unione delle Comunità Kurde) nelle province di Mersin, Adana, Diyarbakır, Şırnak, Batman e Dersim. Tra coloro arrestati a Mersin vi sono il reporter dell´agenzia Dicle News Ferhat Arslan, i co-presidenti del Partito della Pace e della Democrazia (BDP) Musa Kullu e Aynur Aşan, membri del Consiglio del BDP, il presidente della sede di Mersin dell´Associazione per i Diritti Umani (IHD) Ali Tanrıverdi, il Consigliere della İŞTAR Press Roza Yaruk, impiegati della Municipalità di Akdeniz, membri del MKM (Centro Culturale della Mesopotamia) e funzionari e membri del BDP. Squadre di polizia della Sezione Anti-Terrorismo di Mersin hanno condotto irruzioni simultanee alle 5.00 circa di questa mattina in provincia di Mersin. Il Centro di Consulenza İŞTAR per la Solidarietà Femminile della Municipalità BDP di Akdeniz, l´Accademia di Scienze Politiche del BDP di Mersin, l´ufficio del BDP e più di 40 altri luoghi sono stati perquisiti con il sostegno di squadre mobili di polizia e di squadre per le operazioni speciali. Quattro persone sono state arrestate invece presso la guest house della Municipalità di Dersim, sempre nelle prime ore della mattinata. Il motivo dei fermi non è stato ancora reso noto. La polizia turca ha inoltre effettuato un´operazione KCK indipendente nel distretto di Silopi a Şırnak: sette persone, tra cui cinque minori, sono state arrestate intorno alla mezzanotte. Migliaia di persone sono state arrestate nell´ambito delle cosiddette operazioni KCK, cominciate il 14 Aprile 2009, un mese dopo lo svolgimento delle elezioni locali in cui i kurdi hanno ottenuto uno storico successo con la conquista di cinquanta Municipalità. Sei deputati del BDP, oltre trenta sindaci, decine di giornalisti, circa settanta sindacalisti, oltre trenta avvocati, un grosso numero di attivisti per i diritti umani ed intellettuali e centinaia di attiviste, studenti e minorenni sono agli arresti dall´inizio delle operazioni con l´accusa di sospetti collegamenti con organizzazioni illegali. Il KCK è sospettato di essere l´ala civile/politica del PKK ed è quindi considerato a sua volta un´organizzazione illegale. I membri del Partito filo-kurdo della Pace e della Democrazia sono accusati di farne parte. Il processo relativo a queste operazioni è cominciato il 18 Ottobre 2010 a Diyarbakir, presso un Tribunale Penale Speciale di Stato. In quel momento molti degli imputati erano agli arresti da diciotto mesi. Gran parte delle prove sono state raccolte tramite intercettazioni telefoniche; le accuse esatte e le basi per quest´ultime sono risultate poco chiare fin dall´inizio. ANF / NEWS DESK
Secondo le statistiche i kurdi in Turchia sono oltre 22 milioni
L´Istituto Turco di Statistica (TurkStat) ha pubblicato i dati riguardanti i cittadini kurdi in Turchia. Secondo quanto riportato, ci sono 22.691.824 Kurdi in Turchia, la maggior parte nata nelle città kurde della zona sudorientale del paese. Pertanto, su 74.7 milioni di cittadini in Turchia il 30% sono di etnia kurda. Questi dati, ha riferito Rudaw, comprendono esclusivamente le persone che sono state registrate presso istituzioni governative ufficiali. Dopo la fondazione della Repubblica Turca, il primo censimento è stato condotto nel 1927: dai dati ricavati, la popolazione turca era di 13.464.564 unità. In quel periodo, Serhat era la città kurda più popolosa con 38.000 abitanti, seguita da Dilok. I dati ufficiali del censimento mostrano che la popolazione kurda nel 1927 era di 2.323.359 persone. Questo numero è aumentato a 3.850.723 nel 1950, a 5.147.680 nel 1960 e a 10.505.672 nel 1990. Secondo TurkStat, il numero di Kurdi nelle città kurde della Turchia nel 2000 era di 12.751.808; nel 2012, questo numero è aumentato a 14.733.894. Esistono 8.902 villaggi kurdi, 108 città e 275 distretti. Nel censimento del 2000, solo gli abitanti delle città kurde sono stati presi in considerazione. Dal 1990 al 1997, utilizzando il pretesto delle misure di sicurezza, circa 4.000 villaggi kurdi sono stati evacuati e distrutti, ricorda Rudaw. Le persone che vi abitavano si sono dirette verso altre città turche e così non sono state prese in considerazione in questo censimento. ANF / NEWS DESK
lunedì 24 settembre 2012
Öcalan è vivo
Intervenendo durante il congresso del BDP (Partito della Pace e della Democrazia) nella provincia di Iğdır, il co-presidente Selahattin Demirtaş ha affermato: “L´unica cosa che sappiamo per certo sulla situazione nel carcere di Imralı è che il sig. Öcalan ed i prigionieri vicino a lui sono vivi. Non c´è nessun altra notizia da Imralı da 420 giorni”. ANF / IGDIR
domenica 23 settembre 2012
Libertà per Ocalan
La questione curda riguarda l’Irak, l’Iran, la Siria e in particolare la Turchia e rappresenta uno dei grandi problemi tutt’ora irrisolti del Medio Oriente. Il conflitto tra lo Stato turco e il movimento di liberazione curdo continua ancora. In questo confl itto fi no ad ora hanno perso la vita più di 40.000 persone. Circa 4500 villaggi sono stati evacuati o distrutti, milioni di uomini e donne trasformati in profughi.
venerdì 21 settembre 2012
This Was Hasankeyf
A documentary film by Tommaso Vitali - Questo lavoro è il risultato di un anno di ricerche nel villaggio di
Hasankeyf, un incredibile tesoro di storia ed umanità che si adagia
lungo una curva del fiume Tigri, nel sud est dell’Anatolia. L’intenzione
del nostro film è quella di descrivere la storia unica di questa terra
attraverso le memorie ed i racconti delle persone, ed il vincolo che
esiste tra questa gente e la natura circostante. Descriveremo il legame
profondo e duraturo che esiste tra l’uomo, il fiume e la pietra calcarea
di Hasankeyf. Ma incontreremo anche alcune situazione ben più
complesse, come il rapporto biunivoco tra l’uomo ed il progresso o la
lotta necessaria per immaginare il proprio futuro, in una valle che nel
2014 verrà sommersa dalle acque della diga di Ilisu. La paura di perdere
quasi ogni abitudine della propria vita sarà infine una delle presenze
tra i protagonisti del film. thiswashasankeyf.com
In Siria ed in Turchia, kurdi in lotta, anche armata, per la democrazia
Il 18 di Settembre 2012: “Dieci soldati turchi sono morti e circa settanta sono stati feriti
Martedì in seguito ad un attacco ad un convoglio militare a Bingöl. Secondo quanto riportato ( dalle agenzie di stampa; NdA), un incendio è
scoppiato dopo l´attacco, avvenuto alle 12.45 circa, ora locale, sulla
strada principale Bingöl-Muş, in prossimità del villaggio di Kardeşler. L´attacco è stato effettuato con lanciarazzi ed armi a canna lunga. Il convoglio era composto da cinque bus, che trasportavano soldati e da dieci veicoli corazzati. I feriti sono stati condotti negli ospedali vicini. Secondo il Governatore di Bingöl Hakan Güvençer, sette dei feriti sono in gravi condizioni. leggi tutto su la terra di nessuno
giovedì 20 settembre 2012
Turchia: tortura in carcere per musiciste del Grup Yorum
(ASCA-AFP) - Istanbul, 19 set - Due musiciste della band Grup Yorum,
storica formazione folk di sinistra della Turchia, sono state torturate
con lo scopo di mettere fine alla loro carriera. Secondo quanto riferito da un loro avvocato, Sema Altin, violinista, e
Ezgi Dilan Balci, cantante, sono state arrestate venerdi' a Istanbul,
insieme ad altre 25 persone che stavano reclamando la restituzione del
corpo di un attentatore suicida che l'11 settembre si era fatto
esplodere davanti a una stazione di polizia nella capitale, uccidendo un
agente. L'attentato era stato rivendicato dal Fronte Rivoluzionario per
la liberazione del popolo (DHKP-C), che Stati Uniti e Unione Europea
considerano un gruppo terrorista. Le due donne ''sono state torturate fin dal momento del loro arresto'', ha detto all'AFP l'avvocato Taylan Tanay. ''Le hanno gettate a terra e le hanno picchiate selvaggiamente''.
Entrambe sono state liberate ieri sera in attesa del processo e il loro
legale ha presentato una denuncia contro la polizia. Fondato nel 1985,
il Grup Yorum e' famoso in Turchia e all'estero per le sue canzoni
rivoluzionarie. Ispirati dai cileni Inti Illimani e politicamente
appartenenti all'area socialista internazionalista, non e' la prima
volta che i loro membri subiscono la repressione dello Stato turco, con
il sequestro dei loro dischi e il divieto di tenere concerti.
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