martedì 16 ottobre 2012

Invito all’unità nazionale al Congresso del BDP

Il secondo Congresso Ordinario del Partito della Pace e della Democrazia (BDP), colpito politicamente negli ultimi tre anni nell’ambito delle cosiddette operazioni KCK (Unione delle Comunità Kurde), si è svolto domenica ad Ankara. Vi hanno partecipato dirigenti del BDP e del DTK (Congresso della Società Democratica) ed un grosso numero di persone dalla Turchia, così come rappresentanti iracheni, iraniani e siriani dei partiti politici kurdi, i quali hanno chiesto soprattutto “l’unità nazionale” nel territorio del Kurdistan. I rappresentanti politici hanno anche indicato la libertà del leader del popolo kurdo Abdullah Öcalan come condizione per la soluzione della questione kurda. Il congresso è stato anche salutato dai deputati incarcerati del BDP tramite il messaggio della co-presidente Fatma Kurtulan per conto “di tutti i prigionieri arrestati nel corso di operazioni politiche”. Il congresso del BDP, che si voleva paralizzare tramite l’arresto di oltre ottomila amministratori locali e di più della metà dei dirigenti, ha dato voce alle richieste di “autonomia democratica e di status politico”, indicate come garanzia per la democratizzazione della Turchia. Selahattin Demirtaş, eletto Presidente del BDP, assumerà la carica di co-presidente in conformità con lo statuto del Partito. Gültan Kışanak è stata nuovamente eletta in qualità di altro co-presidente. Durante l’incontro è stato anche costituito un Comitato Consultivo Politico Accademico, di cui faranno parte, tra gli altri, l’autore-sociologo İsmail Beşikçi, la prof.ssa Büşra Ersanlı e Tarık Ziya Ekinci. Durante il suo discorso, il co-presidente del BDP Selahattin Demirtaş ha indicato Öcalan ed il KCK come interlocutori per la pace ed ha chiesto la libertà del primo come parte della soluzione della questione kurda. Demirtaş ha sottolineato che “il prolungamento della soluzione alla questione kurda è una conseguenza della negazione della “realtà kurda e del Kurdistan”, aggiungendo inoltre: “Il problema non può essere risolto se non si apprezzano tutti i valori che possediamo”. Indicando la questione kurda come il problema più amaro della Turchia, ha individuato nell’uguaglianza,nella giustizia e nella pace i principali elementi che lo riguardano. Inoltre ha osservato che per il Governo turco era necessario affrontare la questione kurda con coraggio politico; “Crediamo che la guerra ed il conflitto reciproci non dovrebbero più essere utilizzati come metodo”. Riferendosi al conflitto in corso in Siria, ha dichiarato: “Avremo il potere di pore fine ai conflitti in Medio Oriente se uniremo le nostre forze”. “Sostenere la lotta delle popolazioni siriane che chiedono l’autodeterminazione è una responsabilità storica”. Il congresso, ampiamente partecipato e seguito con grande interesse, è stato non sorprendentemente oggetto di un’indagine del Procuratore di Ankara, a causa di un grande poster raffigurante il leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) Abdullah Öcalan affisso in sala. Il Procuratore ha annunciato l’avvio dell’indagine per questa mattina. ANF / ANKARA