Sei membri del PKK morirono a seguito di uno sciopero della fame il 14 luglio 1982, per lottare contro le torture praticate in carcere. Il Consiglio Esecutivo del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) ha rilasciato un comunicato scritto sul suo sito web in occasione della ricorrenza del trentesimo anno dal “Grande Sciopero della Fame fino alla Morte”, nell´ambito della resistenza della lotta kurda per la libertà. Sei membri del PKK praticarono uno sciopero della fame fino alla morte, a partire dal 14 luglio 1982, per lottare contro le torture inflitte ai detenuti a seguito del colpo di stato del 12 Settembre 1980. Il comunicato del PKK ha sottolineato che riversarsi nelle strade il 14 luglio di quest´anno, nel primo anniversario dalla dichiarazione del Kurdistan Autonomo e Democratico, sarebbe la migliore risposta al governo AKP che ha praticato lo stesso fascismo –terribile e in grande quantità- del periodo del colpo di stato degli anni Ottanta. Riferendosi alla situazione creata nella regione kurda e nelle carceri negli anni Ottanta, il comunicato riporta che “I membri del PKK e i suoi sostenitori detenuti nel carcere di Diyarbakır erano sottoposti continuamente a pratiche e trattamenti inumani, sistematicamente sviluppati per rinnegare l´identità umana, nazionale e politica dei kurdi e per turchizzarli. Comunque i nostri compagni hanno scelto un´altra via: proteggere la loro identità e resistere a costo delle loro vite”. Il PKK ha concluso il comunicato invitando tutto il popolo del Kurdistan ed i suoi sostenitori a partecipare alla manifestazione di Amed del 14 luglio per garantire la libertà del leader Öcalan e per costruire l´esistenza libera e dignitosa che il popolo kurdo desidera. ANF / NEWS DES