Secondo fonti del PKK e del PJAK, l'operazione dell'esercito iraniano lungo la linea di confine, 10-15 km, impiega 30 mila soldati e ha concluso il suo 14° giorno di attacchi. La comunità internazionale è ancora in silenzio. Il presidente del Consiglio Esecutivo del KCK (Unione delle comunità kurde) Murat Karayilan osserva che l'Iran intende invadere il centro di Qandil e sottolinea che l'operazione è "un piano di invasione nato dalla cooperazione Turchia-Iran". Fonti kurde registrano che l'Iran e la Turchia intendono escludere i kurdi dal nuovo disegno del Medio Oriente, indebolendoli con questa operazione militare. Anche se ogni tentativo dell'esercito iraniano di attraversare la frontiera è stato respinto dai guerriglieri del PJAK, gli attacchi da parte dell'esercito continuno senza interruzioni. La morte di un generale tra il 17 e 21 luglio è stata confermata dal regime iraniano. Secondo il PJAK, più di 260 soldati sono morti dall'inizio delle operazioni e otto guerriglieri hanno perso la vita.
Dall'altra parte, due abitanti dei villaggii hanno perso la vita, oltre 10 persone sono rimaste ferite e centinaia sono state costrette alla migrazione a causa delle sparatorie dell'artiglieria iraniana. In una dichiarazione la scorsa settimana, la Croce Rossa Internazionale ha detto che 800 persone hanno dovuto lasciare le loro case e sistemarsi in tende e rifugi occasionali.
Nel frattempo, i kurdi e il governo centrale iracheno hanno rotto il silenzio e condannato gli attacchi. Il primo ministro kurdo Dr. Barham Salih ha detto: "Condanniamo fermamente gli spari d'artiglieria da parte della Repubblica islamica dell'Iran che ha portato morti e feriti tra i civili e la migrazione di molte persone provenienti dalla regione".
Il Ministro degli Esteri iracheno Hoshyar Zebari durante una conferenza stampa ha dichiarato: "Il governo della Repubblica islamica iraniana dovrebbe fermare i colpi di artiglieria al confine tra la regione del Kurdistan, con questa azione l'Iran mette in pericolo le relazioni tra i due Paesi. I tiri d'artiglieria iraniana non hanno un target definito e hanno portato danni agli abitanti del villaggi e l'agricoltura".
D. F. - DESK ANF / NEWS
Dall'altra parte, due abitanti dei villaggii hanno perso la vita, oltre 10 persone sono rimaste ferite e centinaia sono state costrette alla migrazione a causa delle sparatorie dell'artiglieria iraniana. In una dichiarazione la scorsa settimana, la Croce Rossa Internazionale ha detto che 800 persone hanno dovuto lasciare le loro case e sistemarsi in tende e rifugi occasionali.
Nel frattempo, i kurdi e il governo centrale iracheno hanno rotto il silenzio e condannato gli attacchi. Il primo ministro kurdo Dr. Barham Salih ha detto: "Condanniamo fermamente gli spari d'artiglieria da parte della Repubblica islamica dell'Iran che ha portato morti e feriti tra i civili e la migrazione di molte persone provenienti dalla regione".
Il Ministro degli Esteri iracheno Hoshyar Zebari durante una conferenza stampa ha dichiarato: "Il governo della Repubblica islamica iraniana dovrebbe fermare i colpi di artiglieria al confine tra la regione del Kurdistan, con questa azione l'Iran mette in pericolo le relazioni tra i due Paesi. I tiri d'artiglieria iraniana non hanno un target definito e hanno portato danni agli abitanti del villaggi e l'agricoltura".
D. F. - DESK ANF / NEWS