Diyarbakir - Il processo KCK (Confederazione Democratica del Kurdistan) riprenderà domani. Il processo vede sul banco degli imputati più di 150 politici kurdi ed attivisti dei diritti umani accusati che rappresenterebbero l'ala urbana del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan).
In una serie di operazioni di polizia iniziate il 14 Aprile 2009 ,e riferite dalla stampa come "Operazione KCK",151 persone sono state poste in detenzione sulla base di presunti collegamenti a organizzazioni illegali. Queste persone inclusi avvocati, sindaci, politici, sindacalisti e attivisti dei diritti umani, sono stati recentemente sottoposti insieme a processo a Diyarbakir, in Turchia. KCK e' l'acronimo di Koma Civaken Kurdistan (Confederazione Democratica del Kurdistan). Poiché il KCK è sospettato di essere l'ala civile / politico del gruppo fuorilegge ed è,quindi, anche una organizzazione illegale.
I membri del filo kurdo Partito della Pace e della Democrazia (BDP) sono stati accusati di essere membri di queste organizzazioni illegali. Solo 15 giorni dopo il significativo aumento nelle elezioni amministrative del Marzo del 2009, dove ha vinto in ulteriori 45 municipalita', incursioni di massa sono state condotte negli uffici dei sindaci, attivisti del partito, promotori dei diritti umani,avvocati e molti altri, in applicazione alle operazioni KCK.
Il conseguente processo correlato alle operazioni KCK e' iniziato a Diyarbakir il 18 Ottobre 2010 al Tribunale Penale Speciale di Stato. Con il tempo il processo è iniziato a molti degli imputati erano stati in custodia per un periodo di 18 mesi. Il processo e' stato un caso insolito principalmente per via della sua dimensione. Ci sono stati 151 accusati rappresentati da 250 avvocati, con un imputazioni di oltre 130.000 pagine.
Gran parte delle prove sono state apparentemente raccolte da intercettazioni telefoniche, e c'e stata una mancanza di chiarezza riguardante le accuse esatte, e la fondatezza di queste accuse contro ogni imputato.
Il processo e' importante per i singoli imputati che si trovano ad affrontare possibili condanne con pene di 15 anni fino all'ergastolo se ritenuti colpevoli.Inoltre, la tempistica degli arresti ha portato molti osservatori a mettere in discussione lo stato della democrazia in Turchia. Il numero degli imputati,la loro prolungata detenzione,gli strumenti discutibili di raccolta delle prove,cosi come l'atteggiamento del tribunale nei confronti dell'utilizzo della lingua kurda nel processo, ha diffuso il timore che le accuse siano motivate politicamente, piuttosto che sulla base delle violazioni della legge.
Pertanto, la prova è di un significato più ampio in termini di implicazioni che solleva in materia di democrazia in Turchia e dell'atteggiamento dello Stato verso una soluzione politica della questione curda.
Firat news
In una serie di operazioni di polizia iniziate il 14 Aprile 2009 ,e riferite dalla stampa come "Operazione KCK",151 persone sono state poste in detenzione sulla base di presunti collegamenti a organizzazioni illegali. Queste persone inclusi avvocati, sindaci, politici, sindacalisti e attivisti dei diritti umani, sono stati recentemente sottoposti insieme a processo a Diyarbakir, in Turchia. KCK e' l'acronimo di Koma Civaken Kurdistan (Confederazione Democratica del Kurdistan). Poiché il KCK è sospettato di essere l'ala civile / politico del gruppo fuorilegge ed è,quindi, anche una organizzazione illegale.
I membri del filo kurdo Partito della Pace e della Democrazia (BDP) sono stati accusati di essere membri di queste organizzazioni illegali. Solo 15 giorni dopo il significativo aumento nelle elezioni amministrative del Marzo del 2009, dove ha vinto in ulteriori 45 municipalita', incursioni di massa sono state condotte negli uffici dei sindaci, attivisti del partito, promotori dei diritti umani,avvocati e molti altri, in applicazione alle operazioni KCK.
Il conseguente processo correlato alle operazioni KCK e' iniziato a Diyarbakir il 18 Ottobre 2010 al Tribunale Penale Speciale di Stato. Con il tempo il processo è iniziato a molti degli imputati erano stati in custodia per un periodo di 18 mesi. Il processo e' stato un caso insolito principalmente per via della sua dimensione. Ci sono stati 151 accusati rappresentati da 250 avvocati, con un imputazioni di oltre 130.000 pagine.
Gran parte delle prove sono state apparentemente raccolte da intercettazioni telefoniche, e c'e stata una mancanza di chiarezza riguardante le accuse esatte, e la fondatezza di queste accuse contro ogni imputato.
Il processo e' importante per i singoli imputati che si trovano ad affrontare possibili condanne con pene di 15 anni fino all'ergastolo se ritenuti colpevoli.Inoltre, la tempistica degli arresti ha portato molti osservatori a mettere in discussione lo stato della democrazia in Turchia. Il numero degli imputati,la loro prolungata detenzione,gli strumenti discutibili di raccolta delle prove,cosi come l'atteggiamento del tribunale nei confronti dell'utilizzo della lingua kurda nel processo, ha diffuso il timore che le accuse siano motivate politicamente, piuttosto che sulla base delle violazioni della legge.
Pertanto, la prova è di un significato più ampio in termini di implicazioni che solleva in materia di democrazia in Turchia e dell'atteggiamento dello Stato verso una soluzione politica della questione curda.
Firat news