Dalla delegazione italiana a Diyarbakir 18.10. 2010 pomeriggio
Nel pomeriggio, mentre in tribunale proseguiva il processo, la piazza si riempiva di gente fino all’inverosimile fino a rioccupare il lato della strada precedentemente liberato. La polizia questa volta non è intervenuta, una parte delle squadre antisommossa e dei blindati rientravano nelle caserme. Questa volta la forza e la compostezza del popolo kurdo hanno avuto la meglio. Lasciamo la piazza dopo le ore 18 perchè impegnati in un incontro con Selhattin Demirtas.
Il presidente ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Questo é un processo cruciale per il popolo kurdo. Ringrazio tutte le delegazioni presenti che hanno svolto oggi un ruolo importante; e questa è già una prima vittoria.
Gli amici che sono venuti dall’Europa non sono arrivati qui solo per vedere, ma per svolgere un ruolo di sostegno per il kurdistan e di stimolo per l’intera Europa. Per questo motivo il processo ha creato anche una opportunità di solidarietà tra noi e quel mondo che si batte per la giustizia e i diritti umani. Questo è molto importante perchè rappresenta una opportunità di cambiamento.
Essendo l’aula del tribunale troppo piccola per contenere tutti, hanno deciso di costruirne una nuova e più grande, parallelamente anche alla progettazione di un nuovo carcere a Diyarbakir, per contenere tutti i nuovi detenuti.
Coloro che hanno oggi seguito il processo, hanno potuto constatare che la Corte si è comportata in maniera ambigua, in modo apparentemente accomodante, perchè sa bene che tutto il mondo li stà osservando.
I Guidici hanno fatto l’appello e gli imputati hanno risposto in kurdo. Gli avvocati hanno chiesto di ritirare l’atto d’accusa (composto di ben 7.000 pagine!) ed hanno contestato la legittimità stessa dei capi di imputazione. Gli avvocati della difesa hanno dichiarato che intendono svolgere la difesa in kurdo; la Corte si è riservata di decidere rinviando all’udienza di domani.
La Corte potrebbe: A) accogliere le richieste degli avvocati; B) riassumere in 900 pagine i capi di imputazione; C) non decidere sull’uso della lingua e qualora gli imputati parlassero in kurdo o acconsentire o vietarne l’uso.
Al ternime di ogni singola udienza gli avvocati chiederanno la liberazione degli imputati, costringendo i Giudici a pronunciarsi sul punto. Per il 12 novembre è prevista la chiusura di questa fase processuale, ma riteniamo ci siano poche possibilità che le decisioni prese siano quelle auspicate.
Se il processo non dovesse concludersi in tempi brevi chiediamo alle delegazioni internazionali di proseguire con l’attività di sostegno. Anche dalle città vicine arriveranno a Diyarbachir molte persone per manifestare il loro appoggio agli imputati”
Un parlamentare inglese interviene per ringraziare, sottolineando la chiarezza della difesa degli imputati, evidenziando che questo non è un processo con contenuto tipicamente penale ma spiccatamente politico.
Selhattin Demirtas risponde che, in realtà si tratta di un processo politico, che ci sono 1.500 persone sotto giudizio e che questo di Diyarbakir riguarda 103 imputati, ma vi sono processi anche a Sirt, Adana , Batman, qui a Diyarbakir gli imputati sono stati processati più tardi degli altri. Questo di oggi è quello principale gli altri processi sono a questo collegati .