Il 23 aprile in
Turchia si celebra la Giornata Nazionale dei bambini ma il
diciasettenne V.Ç. non
ha nulla da festeggiare. Il
ragazzo curdo, che da 4 mesi si trova nel carcere
minorile di Pozantı, sta vivendo con l’angoscia di trascorrere i
prossimi 47 anni della sua vita in carcere. V.Ç.
è stato
arrestato l'8 gennaio a Mersin con l’accusa di aver partecipato
a una
manifestazione di protesta contro le operazioni militari. Le
accuse con cui è stato fermato sono le seguenti:
"favoreggiamento di un'organizzazione terroristica",
"partecipazione
a una manifestazione illegale ", "diffusione di propaganda per
conto
di un'organizzazione terroristica", "resistenza alle forze di
sicurezza" e "non aver obbedito all’ordine di dispersione della
folla". Contro
il ragazzo
hanno testimoniato alcuni funzionari di polizia e dei testimoni
rimasti anonimi. V.Ç. è stato inoltre accusato di aver cantato
slogan durante la protesta del 15
febbraio e del 9 settembre e in occasione delle celebrazioni del
Newroz. V.Ç.,
rifiutando tali accuse, ha dichiarato che partecipare al Newroz
non
costituisce un crimine. Il
Sig. ISA Cakir
padre del ragazzo, ha chiesto l'immediata liberazione del figlio
rimarcando che
è stato arrestato illegalmente. L’uomo ricorda che oltre alla
privazione della
libertà, stando in carcere il ragazzo non potrà godere del
diritto a un’istruzione
adeguata. La prima udienza del processo contro V.Ç. si terrà a
Mersin l'8
aprile. In
una
dichiarazione in merito alla giornata turca dedicata ai minori,
il KCK ha invitato
tutti i bambini del Kurdistan a protestare e boicottare la festa
dello Stato
turco, a causa delle pressioni, delle violenze e degli abusi a
cui quotidianamente
vengono sottoposti. La
dichiarazione del
KCK, sottolinea che ai figli del Kurdistan non è nemmeno
concesso parlare nella
propria lingua madre. Il comunicato continua ponendo l’accento
sul fatto che i
bambini sono le prime vittime della politica repressiva che lo
Stato turco applica al popolo curdo "Essere
bambini in Kurdistan vuol dire vivere costantementesotto sotto
la minaccia dei proiettili,
delle bombe e dei panzers , essere sottoposti ad abusi in
carcere, lavorare nei campi
di cotone per un tozzo di pane, essere abbandonati in
orfanotrofio, essere discriminati, testimoni delle torture
subite dai genitori, rimanere affamati,
senzatetto e privati del futuro. Siamo testimoni della vita
dei bambini curdi. Si tratta di una realtà che non può e non
deve essere
nascosta in alcun modo. " (Fonte Firat news)