In occasione del Newroz, la festa che il 21 marzo ogni kurdo celebra in segno si libertà, ogni anno si recano in Turchia delegazioni di osservatori dall’Italia e dal resto d’Europa.
La Rete italiana di solidarietà con il popolo kurdo riunisce insieme individui, associazioni e gruppi di persone che svolgono sul territorio italiano attività di solidarietà e sensibilizzazione al fine di rompere il silenzio circa la questione kurda in Italia e in Europa.
In occasione del Newroz, la festa che il 21 marzo ogni kurdo celebra in segno si libertà, ogni anno si recano in Turchia delegazioni di osservatori dall’Italia e dal resto d’Europa.
Come saprà la situazione nel Kurdistan turco sta di nuovo precipitando in una spirale di repressione durissima. Le forze turche in un solo anno, il 2009, hanno arrestato centinaia di amministratori locali, sindaci, parlamentari, sindacalisti. Nella ventennale, strisciante guerra sembrava potessero aprirsi spiragli positivi dopo che, nel mese di ottobre 2009, Abdullah Ocalan, leader del popolo kurdo, presentò una nuova proposta di pace supportata dall'arrivo in Turchia dei Gruppi di Pace, formati da numerosi esponenti del PKK. Ad ottobre, Gruppi di pace kurdi si sono recati in Turchia, portatori di un messaggio a testimonianza dell'assoluta determinazione per la pace da parte del movimento e del popolo kurdo ed aprire un tavolo per una risoluzione politica della questione kurda. Invece, l'11 dicembre la Corte costituzionale turca ha dichiarato fuorilegge il partito kurdo DTP (Partito della Società Democratica) imponendo il divieto di fare politica per cinque anni a 37 suoi dirigenti.
Alla vigilia di Natale un’ennesima vasta operazione di polizia ha portato in carcere decine di sindaci e di amministratori locali del neonato BDP (Partito della Pace e della Democrazia), ma anche fra gli altri l’avvocato Muharrem Erbey, presidente della sezione di Diyarbakir dell'Associazione dei Diritti Umani e l'On. Hatip Dicle, co-presidente del DTK (Congresso della Società Democratica).
Tutto questo dimostra chiaramente l'assoluta mancanza di volontà della Turchia di avviare un reale confronto democratico con il popolo kurdo e i suoi rappresentanti, legalmente e democraticamente eletti nelle elezioni amministrative della scorsa primavera.
E' quindi necessario rilanciare una vasta campagna di controinformazione e di solidarietà a fianco della comunità kurda in Italia che tenti di coinvolgere settori sempre più ampi dell'opinione pubblica. Per questo vi scriviamo, per richiedere la vostra partecipazione ai festeggiamenti del Newroz 2010.
Di tutto questo ci piacerebbe avviare una narrazione anche da noi in Italia, una narrazione del Kurdistan, delle esperienze di sindaci coraggiosi che sfidano la morte ogni giorno perché si oppongono fermamente alla corruzione e al sistema mafioso che caratterizza anche le terre kurde e non solo italiane. Una narrazione che possa far emergere con forza il carattere fortemente laico della società civile kurda e dei suoi rappresentanti, in un’area del mondo devastata da guerre e faide religiose.
Mai come in quest’anno appena trascorso si sente l’esigenza di svelare sempre più la forza del movimento delle donne, delle cooperative sociali e culturali, delle associazioni dei diritti umani o di coloro che sostengono quanti finiscono in galera. A voi esponenti della società civile, amministratori, e democratici chiediamo di venire in Kurdistan ed insieme rilanciare un messaggio di pace, giustizia e libertà in Italia, in Europa e nel mondo.
Rete italiana di solidarietà con il popolo kurdo
Roma, 3 febbraio 2010