In un comunicato sui recenti arresti degli avvocati affiliati alla Çağdaş Hukukçular Derneği (ÇHD) effettuati ad Istanbul il 18 Gennaio, la Campagna Pace in Kurdistan ha chiesto il loro immediato rilascio e quello di tutti gli altri avvocati attualmente dietro le sbarre in Turchia. La polizia turca ha effettuato irruzioni nelle prime ore della mattinata di venerdì 18 Gennaio contro il Partito/Fronte Rivoluzionario di Liberazione del Popolo (DHKP/C), arrestando 55 persone, inclusi 15 avvocati, di cui nove sono membri dell'Associazione degli Avvocati Progressisti (ÇHD). La Campagna Pace in Kurdistan ha sottolineato: “Ancora una volta vediamo i risultati delle dure leggi anti-terrorismo della Turchia: la mancata distinzione tra avvocati e clienti finisce col criminalizzare i primi per aver intrapreso i loro compiti professionali nel rappresentare i loro clienti”. Ha poi rimarcato che ci potrebbe essere una minima speranza per una pace duratura e per la stabilità nel paese mentre gli avvocati affrontano peristentemente procedimenti legali per il semplice motivo di intraprendere il loro lavoro; la popolazione in generale vive sotto costante minaccia di intimidazione a causa della partecipazione alla normale attività politica. La Campagna ha criticato i leader della Turchia per la loro impreparazione nel prendere le misure necessarie allo scopo di porre fine al protratto conflitto politico, non ultimo il conflitto kurdo: “La Turchia è effettivamente un paese in uno stato di guerra, con ampie comunità che vivono in condizioni d´assedio. Tali circostanze non sono favorevoli per garantire la pace od il successo di qualsiasi negoziato, che richiede volontà da entrambe le parti come prerequisito per ottenere risultati duraturi”. La Campagna Pace in Kurdistan ha inoltre concluso il suo comunicato esortando i suoi sostenitori a scrivere lettere di protesta al Ministro turco della Giustizia, al Primo Ministro Erdogan ed all´ambasciata turca. ANF / NEWS DESK