L'Associazione Verso il Kurdistan organizza per la settimana che va da sabato 29 settembre a domenica 7 ottobre, una delegazione nel Kurdistan del Sud, con l’obiettivo di conoscere quella realtà, l’evoluzione dello stato autonomo in quella parte d’Iraq, incontrare partiti e società civile e vedere luoghi e siti che hanno fatto la storia dell’umanità.
Il percorso e il tragitto del viaggio comprendono le città di Erbil, Halabja, Kirkuk, Suleimanya, il campo profughi di Mahmura (in allegato, la bibliografia). Come già detto, pianificheremo anche incontri con partiti e società civile kurda. La partenza dall’italia è prevista per sabato 29 settembre, con arrivo ad Erbil, (Hewler) attuale capoluogo del Kurdistan iracheno; il volo di ritorno è previsto per domenica 7 ottobre da Hewler verso Istanbul e l’Italia.
Il costo del viaggio è di circa 900 euro per il biglietto aereo ( a seconda delle tariffe correnti al momento della prenotazione). A questo, vanno aggiunti i costi personali per vitto ed alloggio, per gli spostamenti e per l’interprete, a carico degli stessi partecipanti (costo complessivo presunto, variabile a seconda del numero dei partecipanti, tra 1.500 e i 2.000 euro).
Una volta inviata l’adesione con nome, indirizzo, data e luogo di nascita, recapito telefonico e inviato questo per posta o mail e il pagamento della somma per i biglietti aerei sarà arrivato sul conto della nostra associazione (verso il Kurdistan onlus – Banca Intesa San Paolo – sede di Alessandria – IBAN IT79 F030 6910 4001 0000 0402 675), prenoteremo i biglietti, con i quali è assicurata la partecipazione alla delegazione.
Scadenza per l’iscrizione, incluso il pagamento, è il 31 luglio 2012 (affrettatevi per spuntare le migliori condizioni di prezzo dei voli aerei).
Il programma definitivo potrebbe subire variazioni in corso d’opera.
Per informazioni: Lucia (tel. 333/5627137), Antonio (335/7564743)
http://www.versoilkurdistan.blogspot.it/
Bibliografia : Erbil, Suleimanya, campo profughi di Mahmura, Kirkuk, Halabia
Erbil (Hewler)
Da lontano, sulla collina, appare un enorme castello, con spesse mura merlate lunghe centinaia di metri. Oggi è quel che resta del primitivo insediamento di Erbil, risalente ad oltre 5.000 anni addietro.
La città è considerata il più antico insediamento umano continuativamente abitato.
La capitale del Kurdistan del Sud, nota anche come Arbil o Irbil, su alcune mappe, risale all’epoca assira e conta qualcosa come 7.000 anni di storia.
Erbil oggi è la terza città irachena dopo Baghdad e Mosul.
Al centro della città, domina il bazar che si estende tutt’intorno in un labirintico intreccio di viuzze.
Da visitare in città anche la rovina del minareto pendente Sheikh Chooli, risalente all’XI secolo, il grandioso parco Sami Abdul Raman e il museo dei manufatti dell’artigianato kurdo.
Suleimanya
Suleimanya è la capitale della provincia che corre fino al confine con l’Iran. La città giace tra due catene montuose, Gwezha e Glla Zard. Fu fondata nella regione di Sharazur nel 1786 da Pasha Ibraherem del principato di Baban e riuscì a mantenere l’indipendenza, nonostante l’espansione dell’impero ottomano fino ai primi del XIX secolo.
La seconda città del Kurdistan iracheno è un centro universitario e culturale molto vivo.
Kirkuk
Kirkuk, situata nel governatorato di Kirkuk, è la Gerusalemme kurda, città contesa che i kurdi vorrebbero come loro capitale.
Si trova nel nord del paese, a circa 250 chilometri da Baghdad.
La popolazione, stimata intorno agli 800.000 abitanti nel 2003, è composta da varie etnie, tra cui kurdi, assiri, arabi, turcomanni.
La presenza del più grande giacimento petrolifero del Paese, rende la città un importante centro petrolifero.
La cittadella di Kirkuk è ubicata nel centro cittadino ed è la parte più antica. Si trova su un’altura artificiale aklta 40 metri sulla piana oltre il fiume Khasa. Si pensa che l’altura sia stata costruita da re Ashurnasirpal II tra l’884 e l’858 come linea militare difensiva dui Arrapha.
In seguito, re Sluks costruì un muro difensivo con 72 torri e strade e due entrate tracce di mosaici pre-mussulmani.
Le mura odierne risalgono al periodo ottomano.
La cittadella è considerata dai turcomanni un importante pezzo della loro storia, al suo interno, un ampio numero di siti di importanza storica e religiosa, come una tomba che si crede essere del profeta Daniele.
Campo profughi di Mahmura
Nel campo profughi di Mahmura vivono, in stato di povertà economica oltre 13.000 persone fuggite, attraverso le montagne, dalla distruzione dei loro villaggi nel Kurdistan turco.
Il campo è organizzato come una vera e propria città, con Sindaco, amministrazione comunale, ospedale, ambulatori, scuole di kurdo.
Il campo profughi è assistito dall’organizzazione delle Nazioni Unite.
Halabja
Halabja è la città martire del Kurdistan iracheno, dove è stato compiuto un vero e proprio genocidio.
Il regime iracheno di Saddam Hussein ha usato napalm e armi batteriologiche durante la guerra contro la rivoluzione kurda per l’autonomia guidata da Mullah Mustafà Barzani (1961 – 1975). In seguito e fino all’invasione del Kuwait, il regime rade al suolo circa 5.000 villaggi e una ventina di città, deportandone gli abitanti.
Dal 1987, si sono aggiunti i bombardamenti con i gas letali per eliminare la popolazione: il 15 aprile 1987 vengono bombardati alcuni villaggi in provincia di Suleimanya e, in seguito, anche in provincia di Erbil.
Gli attacchi continuano, culminando nel bombardamento di Halabja: il 16 e il 17 marzo, la città è bombardata a tappeto dall’aviazione con un composto chimico letale, un miscuglio di iprite, acido cianidrico e gas neurotossici, come Sarin, Soman, Tabun e VX.
Ci furono almeno dodicimila vittime, tutte civili, e i danni si trasmettono ancora da una generazione all’altra; anche l’habitat è stato distrutto, cancellando ogni forma di vita.
Alle proteste internazionali, non ha fatto seguito alcuna significativa reazione da parte dell’Onu.
I kurdi attendono ancora giustizia per i fatti di Halabja.