19.3.2011 Newroz 2011 delegazione Van - Hakkari - Yuksekova
Partenza da Van alle 6 del mattino, direzione Semdinli, per partecipare ai festeggiamenti del Newroz in quella sperduta cittadina ai confini tra Iran e Iraq, dove 27 anni fa è nata la resistenza kurda.
Dopo 4 ore di viaggio, attraversando montagne innevate, arriviamo a Semdinli, nello spiazzo riservato alla festa. La gente stava arrivando sempre più numerosa, sventolando il giallo, il rosso ed il verde che sono i colori della bandiera kurda; si affollavano donne e uomini in abiti tradizionali ed una miriade di ragazzini innalzava i ritratti di Ocalan e salutava con le dita divaricate a “V”.
E’ stato notato subito il nostro arrivo e con la consueta ospitalità siamo stati invitati ad avvicinarci al palco dove gli oratori stavano facendo i loro interventi con enfasi e grande partecipazione del pubblico.
Antonio Olivieri, a nome della delegazione italiana, è stato invitato a portare un saluto alla folla:
“Voi siete un grande popolo, un popolo che lotta da molti anni in questa terra bellissima e meravigliosa, tra grandi montagne coperte di neve. Proprio perché avete pagato un grande tributo di sangue e di sofferenze per voler conquistare la pace e la democrazia, la pace che avrete dovrà essere grande. Ci sono centinaia di sindaci, parlamentari, dirigenti di associazioni, semplici militanti che sono in carcere da quasi due anni, senza processo. Noi vi diciamo: liberateli, perché sono innocenti, perché sono il popolo. Noi onoriamo i vostri martiri e ci inchiniamo ai pianti delle madri e delle famiglie di Semdinli. Porteremo in Italia i fiori e i colori di questa terra meravigliosa che da 27 anni conosce solo guerra e massacri. Oggi è arrivato il momento di gridare: edi bese! Oggi è giunto il momento di dire basta. Edi bese per voi, per noi, per l’Europa, per il mondo.”
I festeggiamenti sono poi proseguiti con musiche, canti e danze per tutto il pomeriggio.
Durante il Newroz siamo stati invitati dal direttore del palazzetto dello sport, adiacente allo spiazzo, a bere un “cay” ed egli ha colto l’occasione per illustrarci le attività che svolgono: volley, basket, arti marziali, sci, per ragazzi da 6 a 21 anni: sono circa 500 i ragazzi che frequentano, di cui il 50% sono ragazze; organizzano non solo gare con le altre città ma anche visite culturali.
L’incontro ci è sembrato molto interessante e propedeutico a future collaborazioni.
20.3.2011 Newroz 2011 delegazione di Van - Hakkari - Yuksekova Yuksekova incontro con il vicesindaco
Ci accoglie il Vicesindaco Erdal Aydin che sostituisce la Sindaca Ruken Jetiskin, che è stata arrestata e condannata a 10 mesi di reclusione, ridotti a 7 mesi e 10 giorni.
La Sindaca è stata condannata per aver organizzato un convegno su un leader della Sinistra turca del 1968, Deniz Gezmis, impiccato il 6.5.1972, insieme ad altri due compagni Yusuf Aslan e Huseyin Inan.
Il Vicesindaco ci riferisce che in città ci sono centoventimila abitanti, ma ufficialmente ne risultano 60.000; gli altri 60.000 provengono dai villaggi che sono stati bruciati nel corso del conflitto degli anni 80 e 90 tra l’esercito turco ed il PKK, così che i profughi sono confluiti in città; il censimento si tiene ogni 5 anni.
Inoltre, Erdal Aydin ci informa che una organizzazione, che si chiama Mezit,(rinascimento) da un mese distribuisce volantini con minacce di morte ai cittadini.
Un membro di Mezit, il 14.3.2011, è entrato in una gioielleria con il volto coperto portando con sè della benzina ed una bomba.
Il gioielliere ha reagito, ma l’uomo lo ha morso ad un dito ed è scappato, non riuscendo a portare a termine l’attentato. Dopo questo episodio in città è salita la tensione.
Il BDP (il partito filokurdo) ha ricevuto, dopo qualche giorno, una lettera minatoria da Smirne nella quale si afferma che Mezit attaccherà il popolo durante il Newroz.
Il Vicesindaco ci spiega che, negli anni 90, esisteva una organizzazione criminale denominata Hizbullah, i cui aderenti hanno ucciso molti kurdi; alcuni sono finiti in carcere, ma il Governo ha fatto una legge, prevedendo che i delinquenti comuni, in carcere da 5 anni, ma in attesa di giudizio potevano essere liberati, così che i membri di Hizbullah, fatti passare per delinquenti comuni, sono usciti e probabilmente sono confluiti nella nuova associazione segreta Mezit.
L’arresto della Sindaca non è stato l’unico, poiché l’11.3.2011 altre 13 persone sono state arrestate, di cui 4 sono assessore comunali, altri dirigenti del BDP, compreso il Presidente.
Il Ministro degli Interni sta predisponendo un decreto per impedire alla Sindaca arrestata di tornare a svolgere la sua funzione.
Il Vicesindaco passa poi ad esporci la situazione economica e sociale della città, lamentando che, a fronte dei molti debiti del Comune, il Governo gli eroga solo la metà dei finanziamenti previsti, trattenendo il resto per sanare i debiti pregressi.
Prima del conflitto l’economia si basava sull’agricoltura e sull’allevamento, ma, per sconfiggere la guerriglia, sono stati bruciati i campi e i pascoli; questo ha impedito ai pastori e agli agricoltori di lavorare e vivere nei loro villaggi, costringendoli ad emigrare nelle città.
Ci sono villaggi vuoti con i guardiani del villaggio, anagraficamente risultano abitanti che si trovano altrove.
Pure il settore terziario è poco sviluppato perché i funzionari, i militari, i dipendenti dei ministeri e gli insegnanti hanno un loro spaccio e sono solo gli abitanti che comprano dai commercianti.
Fino a poco tempo fa, Yuksekova essendo una città di confine, sopravviveva anche con un po’ di contrabbando di sussistenza, che consisteva nel commerciare i tessuti, la benzina e il gasolio che venivano trasportati con taniche a dorso di mulo. Ora, dei tre varchi i due con l’Iraq sono chiusi, ed è aperto solo quello con l’Iran.
Inoltre, dagli eserciti turco ed iraniano, che hanno operato congiuntamente, sono state uccise circa 1000 persone che facevano il contrabbando, mentre altre sono finite sulle mine antiuomo.
La situazione sanitaria è gravissima perché mancano le strutture sanitarie, i macchinari ed i medici. C’è un solo ospedale con 100 letti per 120.000 abitanti ed i malati vengono trasportati a Van.
In ordine alla situazione scolastica, c’è da rilevare che gli insegnanti sono kurdi e turchi ma a scuola non si può nè insegnare nè parlare il kurdo. Quando gli insegnanti leggono una poesia in kurdo si apre nei loro confronti un processo; tutte le mattine, prima di iniziare le lezioni, tutti devono fare il saluto alla bandiera e recitare le frasi di rito: “. . sono fiero di essere turco. . .”
Inutili sono state tutte le proteste e le richieste dei kurdi e delle altre minoranze di eliminare questo rito. Recentemente, gli insegnanti hanno scoperto che in ogni scuola ci sono delle spie che riferiscono al Ministero sui comportamenti dei colleghi; dopo una interpellanza di un Deputato dei Lupi grigi ( partito ultranazionalista turco) il Ministro dell’Istruzione ha confermato quanto denunciato dagli insegnanti, sostenendo che è giusto che ci siano delle spie a scuola.
Va sottolineato che sono presenti in città 12.000 militari, cioè un militare ogni 10 abitanti; i soldati abitano un intero grande quartiere da dove non possono uscire, così che non hanno nessun contatto con l’esterno.
Incontro con i rappresentanti di Mayader - Abdullah Duzen portavoce
“Associazione di coloro che hanno perso i figli ed i parenti in Mesopotamia”
La loro associazione invita le famiglie dei martiri e dei detenuti nella loro sede; i membri della loro associazione non hanno cariche, sono paritari, non hanno capacità economica, tutto quello che sta nella loro sede: mobili, sedie, carta per scrivere ecc.. viene donato dai commercianti.
Presentiamo il progetto per 9 borse di studio per le ragazze da iniziare anche a Yuksekova, dopo l’esperienza ormai consolidata da due anni di Van, dove anche i comuni del Trentino hanno contribuito al sostegno di tre borse di studio.
Abbiamo chiesto loro di avere un referente, foto, dati anagrafici, dati della scuola frequentata ed una breve nota con la storia familiare.
Non posso esprimermi in turco, dice un membro dell’associazione, non posso esprimermi bene perché la mia lingua è vietata, men che mai negli uffici pubblici posso usarla. Se devo fare una conferenza stampa devo leggere il testo in turco; il governo ha istituito un canale televisivo in kurdo “ TNT canale 6” ma fa la propaganda contro i kurdi e noi non lo seguiamo.
Ci riferiscono che hanno fatto la richiesta per visitare la fossa comune dove ci sono i resti di 28 persone scomparse.
A Yuksekova ci sono 550 famiglie di martiri, oltre 50 famiglie di scomparsi, ancora oggi avvengono questi fatti.
Dopo il processo di Ergenecon non operano più come prima. I kurdi hanno preso coscienza e prendono le precauzioni, ad esempio domani faranno un servizio d’ordine andando tra la gente per controllare.
Ci dicono che ad Hakkari di fosse comuni ce ne sono 34, ne hanno scoperte altre 15 e con l’associazione dei diritti umani visiteranno le famiglie.
Una donna presente che parla solo il kurdo ha avuto in famiglia 5 morti: aveva tre figli, prima ha perso il marito ed il fratello che combattevano con Barzani, un figlio è morto sulle mine, e lei ne ha raccolto i pezzi, gli altri sue sono diventati martiri in montagna e non ha potuto vedere i loro corpi. Emine Ozcan ora non ha più parenti.
Tutti i membri di Maya-der sono famiglie dei martiri. Fino ad oggi sono perseguitati. Una donna racconta: “Per 58 anni mai ho chiuso la porta di casa ma ora si, ho paura della polizia. I miei amici non portano il cellulare perché sono controllati dalla polizia, il nostro popolo e il più oppresso del mondo. Abbiamo perso i più preziosi membri della famiglia, i figli; la polizia ci opprime ma non abbiamo paura perché abbiamo perso il maggior bene. . ho perso due figli; un fratello è stato esiliato ora ha 70 anni ed ancora è in montagna” Un uomo riferisce di aver perso sei familiari, uno con l’esecuzione extragiudiziarie e gli altri in montagna.
20.3.2011 IHD Associazione dei diritti umani
Ci riceve il rappresentante dell’associazione, Bedirhan Alkan, che è stato un dei fondatori del BDP, poi chiuso e non può essere più membro di partito ed è ora membro di altre associazioni.
Dal 1986 l’IHD è stata la prima associazione fondata dopo il colpo di Stato; i suoi membri sono stati perseguitati ed i militari negli anni 80 hanno chiuso tutte le associazioni, ivi comprese le sedi locali dell’ IHD.
Bedirhan Alkan spiega che l’IHD si occupa delle violazioni dei diritti umani ed in questa regione di confine è necessario lottare per il loro riconoscimento.
Qui le violazioni vengono agite dello Stato che considera l’IHD sostenitore della lotta armata, come succursali del PKK.
Durante il conflitto, che dura da 30 anni, molte sono fosse comuni di guerriglieri e civili che risultano scomparsi.
Soltanto al Hakkari 390 persone vi sono sepolte, l’IHD sta lavorando per far aprire le fosse, molte sono state le richieste al procuratore sempre rifiutate, solo una domanda è stata accettata a Yuksekova.
Negli anni 90 i militari e i guardiani dei villaggi hanno tagliato la testa ai guerriglieri ed hanno trascinato i corpi per i villaggi; successivamente i guardiani hanno confessato all’IHD di aver commesso queste atrocità sui i corpi dei guerriglieri. L’IHD sta tuttora raccogliendo le prove sui questi fatti.
I familiari delle vittime hanno richiesto l’aiuto dell’associazione e sono riusciti a restituire alle famiglie 25 corpi.
Tra i volontari che lottano per il riconoscimento dei diritti umani ci sono anche avvocati; sostengono chi fa domanda, non solo per questioni politiche ma anche famiglie. Si occupano anche dei poveri che vengono uccisi o feriti facendo contrabbando lungo i confini perché non hanno altri mezzi di sostentamento, non potendo più coltivare il loro campo o pascolare le pecore perché bruciati dall’esercito.
I guardiani di villaggio hanno riferito all’IHD che erano obbligati a fare ciò che i militari gli ordinavano, nonché a votare come indicato, ma ora l’80% di loro vota per il BDP.
A Yuksekova non ci sono ospedali, l’80% dei malati muore in autoambulanza durante trasposto verso l’ospedale di Van; le famiglie che ritengono che un loro congiunto è stato vittima di un errore medico, presentano denuncia e l’IHD passa le notizie alla stampa.
L’assistenza sanitaria nazionale è stata innovata con l’istituzione del medico di famiglia, ma la popolazione lamenta il malfunzionamento del sistema.
Tale situazione è aggravata dal problema che riguarda la lingua: le donne Kurde parlano la loro lingua e i medici non comprendono; il 60% delle donne locali non è seguita o mal seguita per questo motivo. Gli assistiti vogliono che in un ospedale pubblico non sia vietato parlare in kurdo.
Solamente ad Istanbul ci sono 10.000 di kurdi e loro preferiscono parlare la loro lingua ed andare in un ospedale pubblico.
L’esercito turco ha usato le armi chimiche per uccidere i guerriglieri, così che durante il conflitto anche la gente si è ammalata.
Ora le modalità si repressione nei confronti della popolazione kurda è mutata: l’anno scorso i poliziotti hanno rotto il braccio al figlio del sindaco di Hakkari, 19 dirigenti l’IHD sono stati feriti e uccisi, tutti hanno molti processi a carico, solamente lui ne ha 11 pendenti, ma quando lavorava per il DTP ne aveva 34.
Ora l’IHD collabora con 68 associazioni.
Mezit esiste dal 9.11.2006, hanno fatto la prima azione alla libreria di Semdinli. Questa organizzazione agisce contro il popolo, in particolar modo quando vedono che è bene organizzato attaccano la gente.
Prima dell’episodio della libreria di Semdinli esisteva una associazione religiosa TIT ( esercito della vendetta turca) capeggiata da un uomo negli Stati Uniti, Fetullah Gulen, che apriva corsi universitari in Turchia; a Bitlis hanno provato ad aprirne uno, ma il rappresentante del BDP ed il rappresentante dei commercianti hanno sporto denuncia e questa organizzazione ha fatto esplodere un razzo contro le sedi dell’IHD e dei commercianti.
Dopo l’attentato della libreria di Semdinli, questa associazione lavora come le squadre della morte, ancor prima avevano distribuito tra la gente dei volantini con minacce firmandosi come “ esercito della vendetta turca”. In seguito, a Yuksekova hanno fatto due attentati.
Sui suicidi delle donne, ci dice che in questa zona il tasso è molto alto, come pure i delitti d’onore e l’IHD per tentare di arginare il fenomeno collabora con le associazioni di donne, che purtroppo non hanno ancora l’indipendenza economica; ritiene che quanto si sta facendo sia insufficiente.
In questa zona ci sono 12 tribù con tradizioni e condizioni delle donne molto differenti; si fanno dei corsi alle donne e conferenze mirate per gli uomini.
15 sono le associazioni femministe che collaborano con loro per i seminari.
Ad Hakkari e Van le donne trovano la libertà nelle sedi del partito e nelle associazioni dei diritti umani.
Hakkari, 20 marzo 2011
La delegaz. composta da 22 persone è giunta nella grande spianata dove si celebra la festa del Newroz verso le 11.30. Una folla coloratissima di ca. 40.000 persone ballava e intonava slogan per la libertà del kurdistan e di Ocalan fra cornici di montagne innevate. L' accoglienza per noi è stata come sempre straordinaria. La prima emozione è stato il grande abbraccio di donne uomini di ogni età e dei tantissimi bambini per tutti noi: baci, lacrime, scambi di semplicissimi doni...
Tante le scritte anche sui volti della gente: o libertà, o libertà; le parole d' ordine di quest' anno, per sottolineare la loro forza e perseveranza.
Poi i balli e i cori insieme a loro e l'onore di essere chiama ti sul palco fra i saluti dei tanti amici che ormai riconoscono molti di noi come fratelli della stessa lotta.
Famosi musicisti kurdi si sono alternati a discorsi dei membri del BDP (Partito della pace e della democrazia). Dal sindaco sono stati ribaditi, e sottolineati dal boato d' approvazione della folla, i tre punti fondamentali della loro lotta per i diritti di tutte le minoranze esistenti in Turchia: Diritto all' uso anche della propria lingua (bilinguismo turco kurdo e altri)
Abolizione della soglia di sbarramento al 10% nelle elezioni politiche per poter eleggere propri rappresentanti in parlamento.
Liberazione degli oltre 2.000 prigionieri (sindaci, esponenti del partito e di associazioni per i diritti umani, semplici cittadini) arrestati nelle operazioni iniziate nel 2009 dopo la schiacciante vittoria del partito kurdo in tutte le province kurde. Verso le 14, dal palco è ; stato annunciata la chiusura anticipata del Newroz "ufficiale" per cominciare il "cammino verso la soluzione democratica" e tutti si sono letteralmente incamminati nelle strade della città verso il centro, diretti alla Tenda della pace, precedentemente allestita dal BDP. Verso le 15 sono iniziati scontri fra giovani e polizia nell' incrocio principale della città e subito un blindato ha azionato il water cannon verso l' affollata piazzola dove è posizionata la tenda, seguiti dall' immediato lancio di numerosi lacrimogeni. La gente fra cui donne, bambini e anche noi si è dispersa nelle viuzze laterali
dove grande e tangibile è stata la solidarietà della popolazione: applausi, limoni, acqua e riparo nelle abitazioni. Altre forti emozioni.
La repressione è continuata in periferia fino a tar da sera, ancora alle 19 in tutta la città si respira va l'acre odore dei lacrimogeni, qualche sparo in lontananza, rastrellamenti di squadracce poliziesche nelle case private, fumi di fuochi proibiti accesi dai giovani qua e là. Questa gente non si arrende e giocoforza il governo turco del falso e ipocrita Erdogan se ne dovrà rendere conto.
Un grande SPAS!(grazie) alle sorelle e fratelli, compagne/i kurdi, che ci hanno dato forza, amore e un grande esempio di resistenza civile.
La degazione di Hakkari
Hakkari, 20 marzo 2011
La delegaz. composta da 22 persone è giunta nella grande spianata dove si celebra la festa del Newroz verso le 11.30. Una folla coloratissima di ca. 40.000 persone ballava e intonava slogan per la libertà del kurdistan e di Ocalan fra cornici di montagne innevate. L' accoglienza per noi è stata come sempre straordinaria. La prima emozione è stato il grande abbraccio di donne uomini di ogni età e dei tantissimi bambini per tutti noi: baci, lacrime, scambi di semplicissimi doni...
Tante le scritte anche sui volti della gente: o libertà, o libertà; le parole d' ordine di quest' anno, per sottolineare la loro forza e perseveranza.
Poi i balli e i cori insieme a loro e l'onore di essere chiama ti sul palco fra i saluti dei tanti amici che ormai riconoscono molti di noi come fratelli della stessa lotta.
Famosi musicisti kurdi si sono alternati a discorsi dei membri del BDP (Partito della pace e della democrazia). Dal sindaco sono stati ribaditi, e sottolineati dal boato d' approvazione della folla, i tre punti fondamentali della loro lotta per i diritti di tutte le minoranze esistenti in Turchia: Diritto all' uso anche della propria lingua (bilinguismo turco kurdo e altri)
Abolizione della soglia di sbarramento al 10% nelle elezioni politiche per poter eleggere propri rappresentanti in parlamento.
Liberazione degli oltre 2.000 prigionieri (sindaci, esponenti del partito e di associazioni per i diritti umani, semplici cittadini) arrestati nelle operazioni iniziate nel 2009 dopo la schiacciante vittoria del partito kurdo in tutte le province kurde. Verso le 14, dal palco è ; stato annunciata la chiusura anticipata del Newroz "ufficiale" per cominciare il "cammino verso la soluzione democratica" e tutti si sono letteralmente incamminati nelle strade della città verso il centro, diretti alla Tenda della pace, precedentemente allestita dal BDP. Verso le 15 sono iniziati scontri fra giovani e polizia nell' incrocio principale della città e subito un blindato ha azionato il water cannon verso l' affollata piazzola dove è posizionata la tenda, seguiti dall' immediato lancio di numerosi lacrimogeni. La gente fra cui donne, bambini e anche noi si è dispersa nelle viuzze laterali
dove grande e tangibile è stata la solidarietà della popolazione: applausi, limoni, acqua e riparo nelle abitazioni. Altre forti emozioni.
La repressione è continuata in periferia fino a tar da sera, ancora alle 19 in tutta la città si respira va l'acre odore dei lacrimogeni, qualche sparo in lontananza, rastrellamenti di squadracce poliziesche nelle case private, fumi di fuochi proibiti accesi dai giovani qua e là. Questa gente non si arrende e giocoforza il governo turco del falso e ipocrita Erdogan se ne dovrà rendere conto.
Un grande SPAS!(grazie) alle sorelle e fratelli, compagne/i kurdi, che ci hanno dato forza, amore e un grande esempio di resistenza civile.
La degazione di Hakkari
21.3.2011 Newroz piroz be! a Gewer (Yuksekova)
La piazza, i monti sono sempre stati i luoghi del protagonismo kurdo. Lo si è percepito intensamente al Nerwroz di Yuksekova, città di lotta e di sofferenza.
La sua Sindaca, Ruken Yetiskin, è stata recentemente imprigionata per un motivo ridicolo, una commemorazione di protagonisti del 68 turco destando una vera e propria rivolta popolare, essendo stata eletta con l’80% dei voti. Le 50.000 persone che hanno affollato la piazza hanno dimostrato il loro protagonismo. Mai si erano viste tante bandiere con il volto di Ocalan sventolate, pur sapendo che la legge turca prevede una pesante condanna per chi compie questo piccolo grande gesto. Mai tanti giovani si erano visti, dimostrando che il futuro non verrà deciso nelle stanze imperiali, ma dalla moltitudine kurda. Il Sindaco reggente della città e i Sindaci delle città vicine, nel costume tradizionale si sono alternati sul palco per dimostrare che non temono la repressione di Erdogan.
La delegazione italiana ha ribadito il genoma democratico per il quale il mondo ci conosce. Uno striscione con la scritta “liberi tutti” nelle lingue italiana, inglese kurdo e turco, con il simbolo della libertà: le mani che aprono le sbarre, ha dimostrato alla moltitudine kurda che nulla può arrestare la rivolta della libertà, anche se enormi sofferenze devono essere affrontate.
In un breve discorso, un rappresentante della delegazione, ha portato un conciso e sentito saluto di democrazia e certezza nella vittoria finale, ossia l’indipendenza del popolo kurdo e l’unione con i fratelli iracheni e siriani.
“Libertà per Ocalan” è stato ripetuto migliaia di volte perché le idee non si possono imprigionare.
Quando il Newroz è finito, un corteo si è formato nel ritorno dei partecipanti a casa. Consapevoli della mancanza di libertà, consci dei continui soprusi patiti, alcuni giovani non hanno saputo trattenere la loro rabbia nei confronti di una polizia predisposta a dimostrare l’arroganza del potere. Ne sono nati incidenti, che come accade in queste occasioni, con il suo brutale intervento la polizia enfatizza criminalizzando un evento grandioso che si era svolto pacificamente e democraticamente.
22.3.2011 Municipalità di Hakkari
Appena arrivati ci riceve nel suo ufficio il Sindaco Fadil Bedirhanoglu.
Qui è stato finanziato nella misura del 60% un progetto per il mercato coperto, per un importo di € 40.000
La Valle d’Aosta ha contribuito con € 20.000 di cui 15.000 già corrisposti ed € 5.000 da dare entro tre mesi.
L’associazione Verso il Kurdistan ha raccolto € 20.000
Il progetto è stato realizzato per dare un luogo dove possano esercitare il loro lavoro di piccolo commercio abitanti della città che prima erano obbligati all’aperto in un clima per molti mesi all’anno freddo e piovoso.
Si vorrebbe che questo progetto avesse continuità con delle attività parallele coinvolgenti soprattutto donne.
I lavori sono terminati, manca l’elettricità, ma fra qualche giorno riprenderanno con il bel tempo e il centro entrerà nella piena funzionalità come sarà documentato.
Il Comune di Hakkari sta anche lavorando su un progetto per realizzare dietro il mercato: una stazione dei pullman ed un parco giochi, un ristorante, anche per incrementare le vendite del mercato. Si propone una locanda gestita da donne con situazioni familiari difficili ed il Sindaco ha affermato che così sarebbe possibile dare lavoro almeno a 15 ragazze. La Vicesindaca propone un progetto per la produzione di confetture, conserve ecc..
Il progetto fra un mese sarà finito e ci terranno informati.
E’ stata una incredibile sorpresa l’allestimento da parte del Comune di un Centro per la donna.
Nella società kurda, come in quelle islamiche, il ruolo della donna è marginale sia nella costruzioni di relazioni affettive, sociali, conoscitive come nella gestione della comunità, anche se la rivoluzione di Ocalan aveva come fondamento la parità tra uomo e donna. Molte sono state le donne martiri persino eroiche comandanti di grandi eventi, purtroppo la realtà odierna è piena di contraddizioni che questa iniziativa del Comune di Hakkari ha cercato di risolvere.
Inutile nasconderlo: è una goccia il mezzo al mare, ma vedere locali accoglienti dove le donne possono riunirsi, conoscere i loro diritti, sapere come reagire alle ingiustizie è stato per tutti un evento di enorme significato.