Ieri alla ripresa del processo di Diyarbakir, all'interno dell'aula i politici curdi sotto processo ancora una volta hanno ribadito la loro richiesta di difendersi nella propria lingua madre, cioè in kurdo. Salih Uysal, avvocato di uno degli imputati, ha dichiarato: "Non si può ignorare una lingua che milioni di persone parlano." Allora il capo del tribunale, ha dichiarato: "Sappiamo che milioni di persone parlano curdo. Sappiamo che è una lingua. Noi non ci opponiamo a questo". Ma gli stenografi della Corte non hanno registrato le parole dei 31 uomini politici perché parlavano in kurdo.
Più di 150 politici kurdi e attivisti sono accusati di vari reati, tra cui l'appartenenza a un gruppo armato illegale, diffusione di propaganda per un gruppo illegale, minaccie all'integrità territoriale della Turchia e violazione delle leggi sulle manifestazioni pubbliche.