Tutte le prove dimostrano che l’attacco di Pinyanis è stato organizzato dalle forze della controguerriglia. Con questo attacco l’esercito turco ha deciso, non solo di punire la popolazione di Pinyanis ma tutta la popolazione di Hakkari. Nel corso del referendum del 12 settembre, dei 970 elettori di Pinyanis soltanto 5 si sono recati alle urne, gli altri hanno aderito convintamente al boicottaggio. Ad Hakkari si è invece raggiunta la cifra record di adesione al boicottaggio del 93%. Queste sono le cause che hanno portato l’esercito ha punire la popolazione di Hakkari. Dopo che sono stati resi chiari i risultati del referendum, il governo ha trovato in Hakkari un bersaglio da colpire ed oggi le forze antiguerriglia hanno portato a compimento il loro attacco.
Hakkari non è nuova a questo tipo di attacchi. Diverse volte, e con modalità simili, vi sono già accaduti e sempre con la finalità di attribuirli poi ai militanti del PKK. La memoria dell’attentato del 9 Novembre 2005 a Semdinli è ancora fresca. In quell’occasione gli esecutori, ufficiali turchi, furono catturati sul posto dalla popolazione locale. In quell’occasione ci fu un morto e diversi feriti. L’attacco di Pinyanis è semplice e chiaro. Si tratta di un attacco bestiale contro il popolo kurdo. Gli esecutori sono unità turche dell’antiguerriglia. L'Uffico Informazione del Kurdistan in Italia condanna nel modo più grave possibile questo attacco e chiede al governo di assumersi le sue responsabilità, di chiarire la dinamica e di portare gli esecutori davanti alla giustizia.