mercoledì 9 dicembre 2009

COMUNICATO STAMPA DEL DTP

COMUNİCATO STAMPA DEL DTP ALL’OPINIONE PUBBLICA INTERNAZIONALE

Il 20 Novembre 2007 è stato aperto un procedimento davanti alla Corte costituzionale per chiedere la chiusura del Partito della Società Democratica (Demokratik Toplum Partisi – DTP).

L’8 Dicembre 2009 la Corte costituzionale si riunirà ed emmetterà un giudizio sulla chiusura del caso il cui procedimento è durato 2 anni. Se il caso (che come la spada di Damocle pende sul nostro Partito) si concluderà con una decisione favorevole alla chiusura non sarà la prima volta che accadrà per partiti che, in Turchia, hanno fatto politiche in favore dei kurdi.  Come il HEP, il DEP, il OZDEP e l’HADEP che sono stati chiusi e il DEHAP che ha deciso di scioglierisi a causa dei provvedimenti giudiziari che avevavo pendenti su di sè. La ragione che ha portato alla richiesta di chisura dei partiti è sempre stata relativa al loro approccio alla questione kurda.

La richiesta di chiusura contro il DTP è la  dimostrazione di un conflitto universale coi principi legislativi universali. Nonostante che lo sbarramento del 10% nelle elezioni politiche sia inteso per impedire la rappresentanza dei kurdi in Parlamento, nelle elezioni del 22 luglio del 2007 il DTP è riuscito ad eleggere 22 candidati approntando una lista di indipendenti. Il nostro Partito ha portato un grande contributo alla democrazia turca attraverso la nostra concreta opposizione parlamentare, la nostra attiva partecipazione alle attività legislative e la nostra battaglia democratica per la democratizzazione del paese. Per la risoluzione della questione kurda attraverso un percorso democratico, pacifico e conciliatorio attraverso la presentazione alla Grande assemblea nazionale turca di progetti organici, il nostro partito ha capeggiato lo sviluppo di un dibattito sulla soluzione della questione kurda.

Con la sua presenza e la sua opposizione attiva il DTP ha esercitato grandi sforzi per superare la mentalità chiusa e autoritaria esistente in Turchia. Ha espresso l’importanza delll’autoespressione di differenti identità e culture. Lotta per portare una concezione pluralistica della democrazia. Le attuali basi della Costituzione della Repubblica sono “Una lingua, una nazione ed una cultura”. Questo approccio è affermato nella Costituzione. La concezione dello Stato di ogni identità differente dalla “turchità” in termini di “l’altro”, “separatismo” e “nemico” ha causato molte tragedie  e molto dolore sin dallo stabilimento della Repubblica. I massacri di Dersim, Maras, Sivas, Corum, e Gazi ne sono soltanto alcuni esempi. Le politiche di negazione, distruzione e assimilazione imposte ai kurdi durante gli 86 anni di storia della Repubblica turca hanno provocato 29 ribellioni kurde. Kocgiri, Sheik Said, Agri, Dersim e molte alter rivolte kurde sono state soffocate nel sangue. Credendo che la loro storia dolorosa non è un destino, che alla fine la democrazia e la pace saranno stabilite sulla millenaria terra di Mesopotamia e che nazioni diverse potranno vivere assieme come liberi ed uguali, il popolo kurdo non ha mai interrotto la battaglia per la libertà, la democrazia e la pace.

Dopo il 29 marzo 2009, il giorno delle elezioni amministrative, il dibattito sulla questione kurda in Turchia – chiamato per la prima volta col suo vero nome- ha provocato lo sviluppo di speranze crescenti nella società turca. Discussioni sulla risoluzione della questione kurda stabilendo che il processo sarà democratico e pacifico e non basato sulla repressione, la negazione  e la distruzione hanno provocato ulteriori speranze. La fede nell’esistenza di un’altra opzione oltre a quella “uccidere e morire” e la possibilità di una diplomazia basata sul principio “vivi e lascia vivere” hanno influenzato positivamente non solo i kurdi ma anche le altre comunità. Non comprendendo l’insistenza dell’AKP nell’escludere il nostro partito dal processo democratico, il nostro partito ha sempre condiviso il principio di condividere il processo di sviluppo democratico con l’opinione pubblica. Nonostante gli sforzi  del nostro partito per la pace e la democrazia, il governo dell’AKP ha sempre difeso le ondate repressive contro il nostro Partito e attraverso le sue dichiarazioni ha preparato i tentativi di linciaggio contro di noi. Assieme all’intensificazione la repressione contro il nostro Partito, l’AKP ha anche intensificato le operazioni militari  e permesso le operazioni oltre confine. Con lo slogan “fermiamo il pianto delle madri”, le politiche che il governo ha portato avanti nella processo detto di apertura democratica ha portato molte altre madri a piangere.

Sebbene le posizioni dell’AKP sulla questione kurda siano differenti, sostanzialmente ha imposto delle politiche statali che hanno portato ad un punto morto senza minimamente considerare la volontà dei kurdi, cercando di soffocare l’opposizione democratica kurda. Questa mentalità è la ragione principale della volontà di chiudere il nostro partito, che svolge il suo lavoro politico su mandato del popolo kurdo. L’argomento della chiusura del nostro partito sono le prospettive del nostro partito sulla soluzione democratica della questione kurda. Ad ogni occasione il nostro partito ha sempre affermato che la questione kurda non è un problema di “terrore” come afferma lo Stato turco ma piuttosto un problema di libertà del popolo e esercizio dei diritti democratici e legali. Il nostro Partito crede che il PKK sia il frutto della questione kurda e non la causa, il nostro Partito crede che il PKK ed il suo leader Abdullah Ocalan devono essere inclusi nel processo in atto per permettere l’istituirsi di una soluzione democratica permanente. Abbiamo chiaramente sottoposto i nostri punti di vista sulla questione kurda alla Turchia  e alla opinione pubblica internazionale a causa delle nostro responsabilità sulla vicenda. La richiesta di chiudere il nostro Partito, a causa della sua non adesione alla ideologia di Stato e della sua critica alle politiche dello Stato è incompatibile con ogni prospettiva democratica, moralità e legge.

In questo contesto che l’obiettivo del progetto dell’AKP – chiamato inizialmente “Apertura kurda” e più avanti “Apertura democratica” e ancora dopo “Progetto di unità nazionale” è l’eliminazione dell’opposizione democratica kurda. Le politiche del governo di rifiuto, negazione ed annichilimento sono diventate un fine processo di negazione attraverso la così detta apertura democratica. L’emergenza che si concentra sul tentativo di chiudere il nostro Partito è il frutto di questa politica.

 Durante il dibattimento per la chiusura dell’AKP, il capo della Corte costituzionale ha affermato il bisogno di rivedere le norme che stabilivano la chiusura dei partiti politici e di portare queste norme in linea con le moderne norme internazionali. Per fare ciò sarebbe necessaria una maggioranza parlamentare e questo era un progetto dell’AKP che dispone in Parlamento di questa maggioranza. L’AKP è stato in disparte nel procedimento di chiusura e non ha adempiuto alle sue responsabilità. Ha, oltretutto, collaborato nel tentativo di creare le condizioni per favorire la chiusura del DTP.

Nonostante tutte le pressioni, le pratiche antidemocratiche e le ineguaglianze, il DTP ha ottenuto più di 2 milioni e mezzo di voti e ha vinto in 98 municipalità nelle aree kurde nelle elezioni amministrative dello scorso 29 Marzo 2009. il DTP, inoltre, dispone del quarto maggior gruppo parlamentare. Lo scopo di questo procedimento è quello di porre i kurdi al di fuori delle politiche democratiche: la chiusura non rappresenterebbe niente altro. Il possibile verdetto di chiusura dell’8 dicembre non sarebbe un verdetto legale, sarebbe un verdetto politico.

Portare il DTP al di fuori dell’arena politica democratica servirebbe solo ad aumentare il caos ed il processo di crisi esistente in Turchia. Indebolirebbe la fiducia kurda nella politica parlamentare. La chiusura del DEP del 1994 col susseguente imprigionamento per decenni dei suoi leader è ancora fresco nella memoria del nostro popolo. Chiudere il DTP non porterà nessun beneficio alla democrazia turca e avrà degli effetti negativi sul processo di ingresso della Turchia nella UE e sulle sue relazioni internazionali.

Chiediamo che l’opinione pubblica internazionale esprima solidarietà contro la minaccia di chiusura del Partito della Società Democratica (DTP) per evitare la chiusura dei canali democratici che sono stati sviluppati dal popolo kurdo e lo sviluppo della democrazia in Turchia.