martedì 7 aprile 2009

Ancora violenza in Turchia

Ultime testimonianze della delegazione italiana in Kurdistan
Il post-elezioni in Turchia sta avvelenando il clima di soddisfazione riscontrato appena dopo lo spoglio dei voti. Nonostante la schiacciante vittoria del DTP, venuta dall’espressione democratica e coraggiosa del popolo kurdo il 29 marzo, purtroppo la violenza in Turchia non vede fine. Siamo preoccupati per la violenta reazione che lo Stato turco sta mettendo in atto.

Ad Agri, dove il candidato del AKP ha vinto per pochi voti, sono stati scoperti brogli gravi, e almeno 3mila voti a favore del DTP sono andati perduti. Le manifestazioni della popolazione contro questi brogli sono state duramente represse come documentano i video circolati in rete.

Durante le celebrazioni del 60mo anniversario di Abdullah Ocalan, tristemente coincidente con quello della NATO, ad Amara due persone hanno perso la vita a causa della sproporzionata reazione delle forze dell’ordine e dell’esercito turco, come riportano gli osservatori che si trovano ancora in Turchia, e che sono stati testimoni del clima di forte tensione che si percepisce. La deputata del DTP, Ayla Akat Ata, eletta a Batman recatasi all’ospedale di Birecek a vedere le conseguenze sui feriti delle manifestazioni di Amara è stata presa a manganellate dalle forze dell’ordine domenica scorsa. Ad Amed 20 studenti sono stati arrestati all'università e si susseguono le manifestazioni in tutto il paese, a Smirne c’è stato un altro morto. Anche ad Istanbul ci sono state diverse manifestazioni di protesta. Mentre il DTP ha avviato tutte le procedure legali di reclamo.
foto Amara (Omerli)

Intanto, ieri, Barak Obama ha incontrato Ahmet Turk, il presidente del DTP, durante la sua visita ad Ankara, era la prima volta che un presidente americano incontra un rappresentante kurdo, ma sulla questione kurda e il PKK non ha detto niente di nuovo, pur facendo trapelare una certa simpatia nei confronti del popolo kurdo.