Sabato 6 luglio i manifestanti di Gezi Park sono tornati a Taksim, e di nuovo la polizia li ha attaccati con la massima violenza. E’ stato il punto culminante di una sequenza di mobilitazioni, che questa volta avevano visto saldarsi fra di loro movimenti eterogenei, tra cui in particolare la protesta kurda contro l’assalto omicida della polizia a Lice, in cui aveva perso la vita il diciottenne kurdo Medeni Yıldırım. Sabato la polizia ha di nuovo usato gas ed idranti. C’erano anche picchiatori in abiti civili che btandivano dei machete. La manifestazione era stata convocata in occasione di una recente vittoria del movimento di Gezi Park. Infatti, dopo il ricorso del governo contro la sospensione dell'esecuzione della costruzione della Caserma Topçu, il 1° Tribunale Amministrativo di Istanbul, con decisione del 6 giugno aveva revocato il progetto di Pedonalizzazione di Taksim. Ma la polizia già un’ora prima aveva occupato in forze tutta la zona, attaccando la popolazione. Di nuovo molti i feriti, almeno una sessantina i manifestanti portati in custodia cautelare. Colpiti con particolare accanimento i giornalisti presenti. Sino quasi a mezzanotte sono continuati gli attacchi della polizia. Un’altra manifestazione è in preparazione ad Istanbul, al quartiere Kadiköy, ed altre sono attese ad Ankara ed in altre città. Secondo le valutazioni della stessa polizia, sino ad’ora circa due milioni e mezzo di persone sono scese in strada in circa 80 città della Turchia a reclamare le dimissioni di Erdogan. Quattro i morti (tre manifestanti ed un poliziotto), ottomila i feriti.