ANF 13.06.2010- Nei recenti scontri tra i soldati turchi e i guerriglieri kurdi, l’esercito turco ha dimostrato la sua brutalità. Brutalità contro i corpi dei guerriglieri che ci riporta agli anni ’90 quando i soldati turchi si facevano immortalare tenendo in mano le teste dei guerriglieri kurdi.
Mentre questo è l’atteggiamento dell’esercito turco, dall’altra parte, invece, il PKK rispetta pienamente la Convenzione di Ginevra e tratta i prigionieri di guerra in conformità con essa.
L’articolo 17 della Convenzione di Ginevra stabilisce quanto segue: “Nessun tipo di tortura psicologica, fisica, né altra forma di coercizione possono essere imposte ai prigionieri di guerra per estorcere informazioni. I prigionieri che si rifiutano di rispondere non possono essere minacciati, insultati o esposti a qualsiasi tipo di trattamento umiliante o degradante. L’articolo 3a, invece, stabilisce quanto segue: “L’omicidio, la mutilazione e la tortura sono crimini contro l’umanità”. Sebbene la Turchia abbia sottoscritto la Convenzione, essa la viola davanti a tutto il mondo.
L’esercito turco ha vilipeso e mutilato i cadaveri dei guerriglieri kurdi uccisi a Gumushane, nelle province di Siirt e Hakakri: le teste sono state mozzate, gli occhi tirati fuori dalle orbite e gli organi interni fatti a pezzi.
Contro tutto questo ci sono anche delle norme specifiche nella normativa turca. La Turchia quindi, non viola solo la Convenzione di Ginevra ma anche la sua stessa legge.
Al contrario, tutti i soldati e i membri delle forze di sicurezza turche, hanno affermato di essere stati trattati dai guerriglieri nel pieno rispetto della Convenzione di Ginevra.