Newroz 2010: viaggio di conoscenza e di solidarietà per promuovere, in ambito europeo, un’attenzione sulle violazioni dei diritti umani in Turchia affinché ciò sia di monito e di stimolo al cambiamento di questo Stato. Non lasciamoli soli! Costruiamo reti di solidarietà senza confini, per la pace, la giustizia e la libertà!
È il Newroz, il 21 Marzo, la festa del nuovo giorno, la festa che per tutti i popoli mesopotamici e per il popolo kurdo in particolare, segna la fine dell’oscurità e la rinascita della luce e della vita.
È la festa del fuoco, la festa della purificazione, il giorno dell’identità nazionale kurda negata dall’autoritarismo della Turchia e degli altri Stati tra i quali il Kurdistan è suddiviso.
Il Kurdistan, il paese che non c’è, una delle più grandi nazioni al mondo alla quale viene negato il diritto ad esistere. Quaranta milioni di cuori che lottano, che soffrono e che trovano in questa festa la sintesi e l’apoteosi della loro lotta.
Il giorno del fuoco, dei grandi fuochi, a segnare degli spazi di libertà sotto la costante minaccia della repressione armata poliziesca che, specialmente in Turchia, non tollera questa forma di rivendicazione politica, sociale e religiosa, estranea al totalitarismo kemalista che tende a ridurre ad “uno” la molteplice ricchezza dei popoli che abitano l’Anatolia e la Mesopotamia.
Il 2009 è stato l’anno che dopo aver sancito la straordinaria affermazione elettorale, in tutto il Kurdistan turco, del Partito della Società Democratica (DTP) nelle elezioni amministrative del mese di marzo, è stato contrassegnato dall’arresto da parte delle forze di polizia turche di centinaia di sindaci, amministratori locali, democraticamente eletti dal popolo, di moltissimi esponenti della società civile, giuristi e sindacalisti kurdi e turchi.
Il 2009 è stato l’anno delle grandi manifestazioni di piazza per chiedere la liberazione del leader del popolo kurdo, Abdullah Ocalan e per protestare contro il peggioramento delle sue condizioni detentive; manifestazioni bagnate nel sangue di numerose vittime della repressione di Stato.
L’anno nel quale è esploso, in tutta la sua assurdità ed ipocrisia, il problema dei minori, condannati e detenuti dalle autorità turche, colpevoli di aver manifestato per la propria identità ed il loro futuro.
L’anno della speranza suscitata dalla proposta della “Road Map” elaborata dal Presidente Abdullah Ocalan - proposta mai resa pubblica dalle autorità turche, - e dall’arrivo trionfale, nel Kurdistan turco, dei “Gruppi di pace”. Speranze poi affossate dalla chiusura del Partito della Società Democratica e dal soffocamento della straordinaria esperienza delle amministrazioni locali kurde con l’arresto, a Natale, di altre decine di sindaci ed amministratori locali.
Ogni anno numerose delegazioni di osservatori europei, soprattutto italiani, raggiungono il Kurdistan turco per partecipare al Newroz, incontrare la società civile e raccogliere testimonianze sulle violazioni dei diritti umani.
Testimonianze che saranno poi diffuse in tutta l’Europa, come un martello che tenta di bucare il muro del silenzio che circonda e nasconde le vicende kurde in Turchia.
Quest’anno, ancora di più che negli anni passati c’è bisogno di organizzare una forte delegazione di osservatori che possano, oltre che partecipare alle celebrazioni del Newroz e monitorarne lo svolgimento, portare la solidarietà della società civile europea ai rappresentanti politici, ai militanti, simpatizzanti e cittadini e cittadine di Amed, Wan, Dersim, Colemerg, Riha, e delle altre città kurde.
L'invito a partecipare alla delgazione è rivolto, in particolare modo, a tutti coloro che si occupano di asilo politico e di solidarietà affinché possano, sperimentando direttamente la difficile condizione nella quale sono relegati i kurdi in Turchia, utilizzare le conoscenze acquisite per produrre delle buone pratiche e delle azioni sempre più efficaci in Europa per il rispetto dei diritti universali.
Newroz 2010: viaggio di conoscenza e di solidarietà per promuovere, in ambito europeo, un’attenzione sulle violazioni dei diritti umani in Turchia affinché ciò sia di monito e di stimolo al cambiamento di questo Stato.
Non lasciamoli soli! Costruiamo reti di solidarietà senza confini, per la pace, la giustizia e la libertà!