mercoledì 16 gennaio 2013

Kartal: squadre speciali inviate in Europa nel 2011

Parlando con l'agenzia ANF riguardo all'assassinio delle tre rappresentanti politiche kurde, avvenuto nel cuore della capitale francese il 9 gennaio, Remzi Kartal, leader del Congresso del Popolo del Kurdistan (KONGRA-GEL) ha riportato alcune informazioni di intelligence ricevute precedentemente, relative a squadre di esecuzione turche inviate in Europa nel 2011. Kartal ha sottolineato di aver anche condiviso le informazioni non confermate con le autorità competenti in Belgio, dove si trovava in quel momento, e ha aggiunto: "Tuttavia, non sappiamo ancora se le uccisioni di Parigi sono in relazione con la notizia che abbiamo avuto in quel momento. Abbiamo bisogno di prove per avanzare tale affermazione". Il leader del Kongra-Gel ha rimarcato che "la tempistica degli omicidi, avvenuti nell’attuale processo di negoziati in corso per la questione kurda, dimostra che l'assassinio è stato pianificato da circoli che non vogliono una soluzione a questo problema. A tale riguardo, le uccisioni potrebbero essere state progettate dagli stessi circoli che avevamo scoperto aver inviato squadre di esecuzione in l'Europa nel 2011”.

Le donne kurde reagiscono contro la campagna diffamatoria

Il Movimento Femminile Kurdo Europeo (Tevgera Jinên Kurd li Ewropa-TIJKE) ha risposto con fermezza alla campagna diffamatoria lanciata contro il movimento kurdo di liberazione in relazione all´esecuzione delle tre donne kurde, avvenuta il 9 Gennaio a Parigi. Il TIJKE ha osservato che l´obiettivo di questa campagna è stato quello di nascondere gli omicidi e le forze oscure che stanno dietro ad essi. Il TIJKE ha valutato l´assassinio di Sakine Cansız, Fidan Doğan e Leyla Şaylemez come un feroce attacco al leader del popolo kurdo Abdullah Öcalan, a tutte le donne che resistono ed a tutti i popoli che sono in favore della liberazione femminile. Ha condannato gli omicidi ed ha sottolineato: "Le nostre compagne Sakine Cansız, Fidan Doğan e Leyla Şaylemez sono diventate immortali, in qualità di rivoluzionarie principali della nostra lotta di libertà per il Kurdistan ed anche per il nostro movimento femminile e giovanile”. Richiamando l´attenzione sulle dichiarazioni ed i commenti delle autorità e dei media turchi sugli omicidi di Parigi, il TIJKE ha dichiarato: "Le autorità turche, il Primo Ministro ed altri ufficiali governativi stanno conducendo una campagna di diffamazione contro il movimento kurdo dal momento in cui sono stati riportati per la prima volta gli omicidi. Ancora prima della divulgazione di qualsiasi dettaglio sull´accaduto, si è dichiarato che le esecuzioni erano il risultato di una faida interna al PKK. E´ stato detto che “la Cansiz è stata uccisa per questioni finanziarie” o che “la Cansiz era in disaccordo con Öcalan". L´obiettivo di questi titoli e commenti è ovviamente quello di coprire questa brutale esecuzione, non di far luce su di essa”. ANF / PARIGI

martedì 15 gennaio 2013



Parigi oggi

I corpi delle tre compagne kurde uccise a Parigi il 9 gennaio, questa mattina hanno lasciato l'edificio di Medicina Legale di Parigi, accompagnati da rappresentanti delle istituzioni kurde, le bare coperte di bandiere del PKK. La cerimonia di addio avrà inizio alle ore 11 e vedrà la partecipazione delle famiglie delle vittime, i rappresentanti dei partiti politici kurdi, nonché i rappresentanti delle organizzazioni femminili e dei movimenti di tutta Europa. Dopo la cerimonia di Parigi, i corpi delle tre donne mercoledì verranno portati a Diyarbakır. Dopo la cerimonia funebre nella principale città kurda, Sakine Cansız sarà sepolta a Dersim, Fidan Doğan a Elbistan (Maras) e Leyla Şaylemez a Mersin. ANF ​​/ PARIS

lunedì 14 gennaio 2013

Parigi piange

PARIGI, Francia - Centomila persone sono scese in piazza sabato nella capitale francese per condannare l'uccisione delle tre attiviste kurde Sakine Cansız, Fidan Doğan e Leyla Şaylemez. Con intense emozioni e sentimenti forti, i kurdi da ogni parte d'Europa si sono riuniti sabato per dichiarare il loro orrore per gli omicidi. I manifestanti hanno marciato portando le foto delle tre donne che hanno lavorato per la pace e la libertà in Kurdistan. "I martiri non muoiono", "i kurdi non si faranno intimidire", "la lotta per la libertà non può essere fermata" sono stati tra gli slogan gridati nella manifestazione che è stata sostenuta anche dalle organizzazioni di sinistra turche, rappresentanti dei partiti del West Kurdistan (Kurdistan siriano), partiti e organizzazioni francesi, nonché un certo numero di politici kurdi e rappresentanti di ONG provenienti da tutta Europa. I politici kurdi hanno sottolineato che le tre compagne hanno dato la vita per la libertà delle donne. Soloine Salmone, Presidente dell'organizzazione Solidarité Femme, ha fatto appello alla solidarietà con le donne kurde e descritto le uccisioni come inaccettabile. Pierre Laurent, leader del Partito comunista francese, che ha anche aderito alla marcia, ha condannato gli omicidi e ha inviato un messaggio di solidarietà al popolo kurdo.

giovedì 10 gennaio 2013

Domande

ANF NEWS AGENCY - Tre attiviste kurde, Sakine Cansız, Fidan Doğan e Leyla Söylemez, sono state uccise a Parigi. Gli omicidi sono avvenuti in una strada vicino alla Gare du Nord di Parigi, una delle vie più affollate e più strettamente sorvegliate della capitale francese. In aggiunta, il Centro di Informazioni del Kurdistan è sotto continuo controllo da parte della polizia. I fascicoli di alcuni rappresentanti politici kurdi arrestati in precedenza hanno rivelato il fatto che il Centro era controllato in ogni momento. Fidan Doğan, rappresentante del KNK a Parigi, ha effettuato una conversazione telefonica con un amica alle 13.00 circa di mercoledì pomeriggio. Nel suo ultimo discorso al telefono, la Doğan ha detto di essere ancora nell´ufficio e che sarebbe rientrata a casa in serata. I suoi amici, che si sono recati presso l'ufficio poichè non aveva risposto al telefono fino a tarda serata, hanno visto delle macchie di sangue da sotto la porta dell'ufficio. Sono entrati ed hanno visto i corpi di tre donne: la Cansız e la Doğan erano state colpite alla testa con un'arma da fuoco e la Söylemez alla testa e allo stomaco. Nell'attacco armato è stato utilizzato un silenziatore, secondo le prime informazioni. La polizia francese ha annunciato che le tre donne sono state vittime di un'esecuzione molto professionale.
Di seguito alcune domande che riguardano l´attacco armato contro le attiviste kurde: 
1- L'esecuzione delle tre donne nella zona "più sicura" di Parigi non costiuisce un fatto normale. I responsabili devono essere stati consapevoli di questa verità ed hanno agito in sua conseguenza.
2- Sakine Cansız era l'unica donna ancora in vita tra i co-fondatori del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan). La Cansız è una donna rivoluzionaria famosa per la sua resistenza contro la tortura nel carcere di Diyarbakır nel periodo del colpo di stato militare in Turchia, avvenuto il 12 Settembre 1980.
3- I giornali che sostengono l'AKP, come Yeni Şafak, hanno riportato la notizia come un'esecuzione interna, ancor prima che fosse stata fatta una dichiarazione ufficiale da parte della polizia francese o che fosse stata eseguita un'autopsia sulle vittime. Questo è un punto che merita considerazione.
4- Perchè l´attacco ha colpito le donne ed in Europa? Il fatto che Sakine Cansız era una donna co-fondatrice del PKK mostra che l'attacco era diretto contro lo spirito ideologico dell´organizzazione. Da questo punto di vista, gli omicidi sono stati ovviamente compiuti in base ad uno scopo professionalmente pianificato. Le notizie riportate dai media turchi, che hanno utilizzato come fonte l'agenzia di stato Anadolu Ajansı (Anatolian News Agency), danno indizi sul modo in cui l'accaduto verrà discusso d'ora in poi.
5- L´uccisione di dieci guerriglieri e di tre alti funzionari europei del PKK è giunta in seguito alle dichiarazioni del Primo Ministro turco Erdoğan che aveva affermato: “Vi arresteremo ovunque vi troveremo”. Sembra che entrambi gli attacchi siano un seguito di questa dichiarazione.
AMED DICLE / NEWS DESK

Dichiarazione di Ramon Mantovani, della Direzione Nazionale di Rifondazione Comunista

L’efferato assassinio delle tre militanti kurde a Parigi è l’ennesimo crimine teso ad impedire la soluzione politica del conflitto nel Kurdistan nello stato della Turchia. Da diversi giorni era in corso una trattativa riservata del governo turco con il Presidente Abdullah Ocalan e, come in almeno altre tre occasioni negli ultimi dieci anni, una parte dei militari e dei partiti nazionalisti turchi, con la complicità politica e probabilmente materiale di servizi d’intelligenza di paesi della NATO, non hanno esitato ad utilizzare metodi terroristici per impedire qualsiasi negoziato che porti al riconoscimento dei diritti elementari del popolo kurdo, alla fine del conflitto armato e alla liberazione di Ocalan. Se il governo D’Alema avesse a suo tempo concesso l’asilo politico ad Ocalan e lavorato per una soluzione negoziata del conflitto, invece che obbedire supinamente agli ordini dell’amministrazione Clinton costringendo Ocalan ad abbandonare l’Italia, al popolo kurdo sarebbero stati risparmiati tanti anni di guerra, sofferenze ed ingiustizie, perché al negoziato non c’è alternativa.
Chiunque si consideri democratico e amante della pace non può che solidarizzare con il popolo kurdo, che resiste e chiede solo di avere gli stessi diritti di tutte le minoranze nazionali nei paesi dell’Unione Europea. Ramon Mantovani

Tre attiviste kurde assassinate a Parigi: vogliamo verità e giustizia!

Sakine Cansiz, co-fondatrice del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan), 55 anni, Fidan Doğan, 32 anni, rappresentante del KNK (Congresso Nazionale Curdo, Kurdistan National Congress) a Parigi e Leyla Söylemez, giovane attivista del movimento, sono state assassinate tra le 14.00 e le 15.00 del 9 gennaio (secondo quanto dichiarato dalle autorità francesi) all'interno dell´Ufficio di Informazione del Kurdistan a Parigi. Tre donne, tre generazioni diverse, accomunate dalla volontà di trovare la pace e la dignità per il loro popolo, il popolo kurdo, e dall'impegno attivo per raggiungere tale obiettivo.  Le autorità francesi hanno per ora dichiarato che il triplice assassinio è stato messa a punto da “professionisti”.  Così come a Parigi e in altre città europee, anche i kurdi rifugiati in Italia manifesteranno per testimoniare il loro rispetto a queste tre donne che hanno sacrificato la loro vita per la pace e i diritti del loro popolo e per chiedere alle autorità francesi di fare piena luce su quanto accaduto, fatto che avviene proprio quando da numerose fonti viene confermata la ripresa dei contatti per l'avvio di un negoziato tra il governo turco e il leader kurdo Abdullah Őcalan detenuto in isolamento sull'isola di Imrali dal 1999.

La comunità kurda in Italia vi invita a partecipare sabato 12 gennaio dalle 10.00 alle 14.00
in contemporanea con la manifestazione di Parigi e lunedì 14 gennaio dalle 10.00 alle 14.00 di fronte all'ambasciata francese a Roma piazza Farnese – angolo via dei Baullari

COMUNICATO STAMPA Europa Levante

Roma, 10 gennaio 2013 
COMUNICATO STAMPA Europa Levante: “Attacco al processo di pace. Migliaia i rifugiati kurdi in Italia. Il 14 gennaio tutti al Teatro Valle”
“In Turchia si è avviato un delicatissimo processo di pace tra il Governo e le forze politiche kurde, con un ruolo centrale rivestito da Ocalan, da anni detenuto nel carcere di Imrali. Un dialogo importantissimo e un confronto da molti invocato e atteso per porre fine alla sistematica negazione dei diritti del popolo kurdo e ad un conflitto che continua a causare vittime e ingiustizie. Le notizie che ci giungono da Parigi sono sconvolgenti e rappresentano una minaccia all’avvio di un processo di pace, che riguarda i confini orientali dell’Europa. Si tratta di un gesto brutale perpetrato nei confronti di tre donne rifugiate in un paese europeo. Una condizione comune a tantissime persone presenti nel nostro Paese e che, dunque, richiede particolari attenzioni e tutele da parte delle nostre istituzioni.”. E’ quanto dichiara in una nota l’Associazione Europa Levante, organizzazione no profit che ha tra i propri fini statutari quello di sensibilizzare la società civile sulla condizione della diaspora kurda.
“Si tratta di un episodio che sta creando sconforto nella comunità kurda presente nel nostro territorio, non solo per la paura di nuovi episodi analoghi, ma anche per le conseguenze che questo può avere su un eventuale processo di pace. Con l’occasione, dunque, vogliamo innanzitutto testimoniare la nostra vicinanza a tutta la comunità kurda nonché esprimere il nostro cordoglio. Rivolgiamo, allo stesso tempo, un appello alle massime autorità del nostro Paese e a quelle europee affinché intervengano per lo sviluppo del dialogo finalizzato ad una soluzione politica della vicenda kurda che vede come interlocutore necessario il leader del Pkk, Abdullah Ocalan, e che coinvolge lo scenario turco, quello siriano nonché l’Iran e l’Irak. E’ necessario, inoltre, un maggiore impegno per la tutela di tutti i rifugiati politici presenti in Italia, i cui diritti sono molto spesso ignorati dalle autorità nazionali. Il prossimo 14 gennaio avrà inizio a Roma il Festival del Cinema Kurdo. Si tratta di un’occasione importante per testimoniare la vicinanza e la solidarietà alla comunità kurda colpita da questo efferato episodio. Invitiamo, dunque, tutti dalle ore 19 al teatro Valle, a Roma, a partecipare ad una iniziativa di notevole spessore culturale - conclude la nota dell’Associazione”: Per informazioni 3273016013

Parigi. Uccise tre donne dirigenti del Pkk curdo

www.contropiano.org - Le tre donne curde uccise a Parigi facevano parte del PKK (Partito dei lavoratori curdi). Una di loro, Sakine Cansiz, era tra le fondatrici del movimento. Le tre donne sono state ritrovate morte, la scorsa notte. Due sono state uccise da un proiettile alla nuca, la terza presentava ferite all'addome e alla fronte. "Secondo fonti curde, sono stati utilizzate armi munite di silenziatore", spiega la Federazione delle Associazioni curdi in Francia, la Feyca. Al centro informazioni, situato al primo piano, si può accedere soltanto digitando un codice e poi chiamando al citofono. Davanti al portone nessuna targa segnala la presenza del centro di informazione del Kurdistan. Le donne, dall’interno, avrebbero quindi aperto la porta a chi le ha poi assassinate.  Secondo quanto riferiscono fonti curde, le tre donne uccise sono: Sakine Cansiz, cofondatrice del PKK, Fidan Dogan, rappresentante del Congresso nazionale del Kurdistan (KNK), con base a Bruxelles, e Leyla Soylemez, giovane attivista. I corpi, dicono le fonti, sono stati ritrovati verso l'una del mattino da alcuni amici, preoccupati dopo molte telefonate rimaste senza risposta. Davanti all'edificio, dove si trovano ancora i corpi delle vittime, sono riuniti circa 300 membri della comunità curda. Uno dei movimenti più vicini al PKK in Francia, quello dei ''giovani curdi'', esorta in comunicato diffuso on line ''tutti i curdi e gli amici del popolo curdo'' a raggiungere subito Parigi. I sospetti si sono immediatamente indirizzati verso i servizi segreti turchi. Fonti curde in Francia in queste ore dicono esplicitamente che l'esecuzione delle tre dirigenti del Pkk è avvenuta ''mentre il governo turco tratta direttamente con il leader curdo Abdullah Ocalan'', in carcere sull'isola di Imrali dal 1999 in condizioni di totale isolamento''. Secondo questa lettura, dunque, il triplice omicidio potrebbe essere stata deciso da una frazione dei servizi turchi contraria alle trattative, oppure dal governo stesso come forma di "pressione" sul merito della trattativa stessa, per indebolire la posizione curda. Il governo di Erdogan, naturalmente, fa invece circolare la voce di "rogolamenti di conti interni al Pkk", per "dissensi" sulla trattativa. Il profilo sintetico delle tre donne uccise: Sakine Cansiz: Fondatrice con altri del PKK, la prima donna membro anziano dell'organizzazione, mentre era in carcere ha guidato il movimento di protesta curdo nella prigione di Diyarbakir in Turchia. Nel 1980, dopo essere stata liberata, ha lavorato con il leader del PKK Abdullah Ocalan in Siria; è stata un comandante del movimento di guerriglia delle donne nelle aree curde del nord dell'Iraq, poi ha assunto un profilo meno centrale ed è diventata responsabile del movimento delle donne PKK in Europa. Fidan Dogan: rappresentante a Parigi del Kurdistan National Congress (KNC) gruppo politico; con sede a Bruxelles, responsabile dell'attività di lobbying per conto del PKK via KNC presso l'UE e i diplomatici europei Leyla Söylemez: giovane attivista, stava lavorando alle relazioni diplomatiche e come rappresentante delle donne, a nome del PKK


Tre militanti kurde uccise a Parigi

Tre attiviste curde sono state ritrovate morte con ferite da arma da fuoco alla testa a Parigi nelle prime ore di questa mattina.  Una delle donne è Sakine Cansiz, co-fondatrice del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan). Le altre due donne sono Fidan Dogan, 32 anni, rappresentante del KNK (Congresso Nazionale Curdo, Kurdistan National Congress) a Parigi e Leyla Söylemez. Il Ministro degli Interni francese Manuel Valls ha descritto le uccisioni come "intollerabili". Il movente della sparatoria non è chiaro. "La scena [del crimine] potrebbe indicare che sia stata una esecuzione, ma l'indagine dovrà stabilire le esatte circostanze di quanto avvenuto”, ha dichiarato una fonte di polizia ai giornalisti francesi. Il Ministro Valls è presente sul luogo della sparatoria. "Questi assassinii non sono tollerabili, e spero che l'inchiesta faccia rapidi progressi ma lasciamo che gli investigatori facciano il loro lavoro”, ha dichiarato alla radio France-Info. La Federazione delle Associazioni Kurde in Francia (Feyka) ha indetto una manifestazione a Parigi. ANF / PARIGI

venerdì 4 gennaio 2013

I parlamentari Türk ed Akat visitano Öcalan ad Imralı

Il co-presidente del Congresso della Società Democratica (DTK) Ahmet Türk e la parlamentare del Partito della Pace e della Democrazia (BDP) di Batman Ayla Akat hanno fatto visita giovedì mattina al leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) Abdullah Öcalan all´interno del carcere di Imralı. Per ore sono state effettuate speculazioni sulla visita; la notizia è stata in seguito confermata dal co-presidente del BDP Selahattin Demirtaş. Demirtaş, rilasciando un´intervista a Nuçe TV in serata, ha affermato che un comunicato sulla visita sarà rilasciato nel corso dei prossimi giorni. Ha inoltre aggiunto che l´incontro con il leader kurdo incarcerato è stato positivo. Öcalan non incontra i suoi avvocati dal 27 Luglio 2011. Il 17 Novembre ha incontrato suo fratello: attraverso di lui ha effettuato un appello ai centinaia di detenuti kurdi in sciopero della fame all´interno delle carceri turche per far cessare la protesta, conclusasi in seguito.  ANF / NEWS DESK

Dodici giovani arrestati durante operazione KCK a Mardin

Dodici giovani sono stati arrestati giovedì nel distretto di Nusaybin (Mardin). Secondo quanto riportato, le irruzioni simultanee sono state effettuate all´interno di numerose abitazioni nell´ambito della cosiddetta indagine sull´Unione delle Comunità Kurde (KCK), per mezzo del quale migliaia di rappresentanti politici kurdi sono stati incarcerati a partire dal 2009. Gli arrestati, tutti tra i 18 ed i 25 anni, sono stati condotti nei locali della Questura di Mardin. Le loro famiglie hanno affermato che numerose squadre di polizia hanno messo a soqquadro tutte le abitazioni per trovare i vestiti che i ragazzi stavano indossando nelle fotografie che gli agenti avevano in mano. Şükran Mutlu, madre di uno degli arrestati, Ömer Mutlu, ha reagito contro le irruzioni affermando: "Il Governo fa in modo che i nostri figli vadano in montagna. Non sta facendo altro che opprimerci, tanto che farà andare anche noi in montagna”.  ANF / MARDİN

5° Festival del Cinema Kurdo a Roma


5° Festival del Cinema Kurdo - sguardi diversi liberano il cinemadedicato a Mirella Galletti
14 gennaio  Teatro Valle Occupato 16 gennaio Casa del Cinema 17-20 gennaio 2013 Nuovo Cinema Aquila

Programma

venerdì 14 dicembre 2012

Ancora divieti per gli avvocati di Ocalan

Le autorità turche hanno ancora una volta negato il permesso agli avvocati del leader curdo Abdullah Ocalan di visitare il loro cliente nel carcere di Imrali. Gli avvocati Mazlum Dinc, Rezan Sarica e Hüseyin Boğatekin hanno fatto appello alla Procura della Repubblica di Bursa, che ha respinto il ricorso affermando che il funzionamento dei traghetti tra la terraferma e l'isola era ancora una volta fuori servizio. Ad Abdullah Öcalan è stato negato l'incontro con i suoi avvocati dal 27 luglio 2011 (per 503 giorni), per motivi di "traghetto difettoso, condizioni meteorologiche avverse, giorno festivo". ANF ​​/ BURSA

mercoledì 12 dicembre 2012

L'Olanda arresta 55 ragazzi kurdi La Turchia chiede, l'Europa obbedisce?

Il 6 dicembre scorso, nella cittadina olandese di Zeeland, sono stati tratti in arresto 55 giovani che festeggiavano l'anniversario della fondazione del movimento di liberazione kurdo, chiedevano la fine dell'isolamento in carcere per il presidente Abdullah Őcalan e l'avvio di un negoziato che porti a uno statuto per il Kurdistan in Turchia. Dopo la Francia e la Germania, quindi, che si distinguono per lo zelo con cui reprimono le proteste dei kurdi residenti nei rispettivi paesi, anche l'Olanda mostra di lasciarsi condizionare dalla Turchia, passando sopra alla sua stessa tradizione di tolleranza verso la libertà di pensiero e di espressione. Mentre la maggior parte dei giovani è stata rilasciata, nove sono ancora in stato di arresto e dovranno comparire innanzi alla corte di Rotterdam con l'accusa di sostenere un movimento “terroristico”, lo stesso tipo di accusa con cui la Turchia processa e reprime l'opposizione kurda nel proprio paese. Solo negli ultimi cinque giorni sono state tratte in arresto in Turchia 155 persone con accuse simili; dal 2009 ad oggi sono state incarcerate circa 10.000 persone. E ora cominciano a fioccare le condanne: il 10 dicembre scorso Ferit Çelik, sindaco di Karliova nella provincia di Bingől, insieme a un consigliere comunale e a un dirigente locale del BDP (Partito della Pace e della Democrazia) sono stati condannati a 8 anni e 9 mesi di reclusione per sostegno a un'organizzazione “terroristica”. Per mostrare la propria solidarietà nei confronti dei giovani arrestati e per ribadire la pacifica volontà e determinazione nel chiedere i propri diritti fondamentali, negati e repressi nel proprio paese, che li vede costretti all'esilio in Europa, la comunità kurda in Italia invita i cittadini a partecipare a un presidio davanti all'ambasciata olandese
venerdì 14 dicembre dalle 11.00 alle 13.00 
via Aldrovandi angolo via Michele Mercati - Roma
Comunità kurda di Roma - Rete italiana di solidarietà con il popolo kurdo 
Per contatti: retekurdistanroma@gmail.com


martedì 11 dicembre 2012

Nuova mozione parlamentare contro i deputati del BDP incarcerati

E’ stata presentata al Parlamento una nuova mozione per la revoca dell'immunità parlamentare ai tre deputati del Partito per la Pace e la Democrazia (BDP) İbrahim Ayhan, Gülser Yıldırım e Selma Irmak. La mozione segue un’altra recentemente predisposta dal Primo Ministro con il fine di revocare l’immunità parlamentare a nove deputati del BDP e al co-presidente del Congresso della Società Democratica (DTK) e deputata indipendente Aysel Tuğluk. L’indagine, avviata dal procuratore di Diyarbakır Ahmet Karaca il 2 Maggio 2012, accusa i deputati del BDP di "propaganda in favore di un'organizzazione illegale" e cita come esempio le dichiarazioni della deputata incarcerata Yıldırım Gülser, che ha annunciato la sua partecipazione allo sciopero della fame che i prigionieri politici kurdi hanno iniziato il 12 settembre e che si è concluso il 18 novembre, quando il leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) Abdullah Öcalan ha invitato i detenuti a fermarsi. Anche il discorso di Selma Irmak, parlamentare del BDP di Şırnak, pronunciato ad Ankara l'8 febbraio 2008 quando la stessa ricopriva la carica di co-presidente del Congresso della Società Democratica (DTP), è stato presentato come “prova”. La distribuzione delle mozioni al Parlamento sono: 762 contro il BDP, 85 contro il CHP (Partito Repubblicano del Popolo), 66 contro l´AKP al Governo (Partito per la Giustizia e lo Sviluppo) e 21 contro il MHP (Partito del Movimento Nazionalista). Le mozioni contro i deputati del BDP sono costituite principalmente da accuse quali "diffusione di propaganda e appartenenza ad un´organizzazione illegale", "opposizione alla legge sui raduni e le manifestazioni" e "favoreggiamento del crimine", mentre i membri dell'AKP sottoposti a mozioni sono accusati di manipolazione, corruzione e falso. ANF / ANKARA

giovedì 6 dicembre 2012

Turchia, l'impero della paura!

ActuKurde - Più di 1.000 persone, per lo più kurdi, sono stati arrestati nel corso del mese di novembre. Tra questi, più di 230 bambini e circa 300 studenti e alunni. "L'ambiente creato è l'impero della paura. Criminalizzando l'intera società, le autorità creano nuove paure" denuncia l'Associazione dei Diritti Umani (IHD). Dal 2009, le autorità turche si sono impegnate in una caccia alle streghe contro i kurdi e tutti gli altri avversari che sostengono la causa kurda. La Turchia ha battuto ogni record negli ultimi anni per quanto riguarda gli arresti per motivi politici, che non hanno mai raggiunto un tale livello dopo la creazione della Repubblica Turca. "Il più grande crimine commesso da queste persone è esprimere le proprie opinioni o fare opposizione alle autorità per difendere le loro idee. Pensare, parlare ora sono considerati più pericolosi della fantomatica struttura illegale", ha dichiarato ad ActuKurde, Raci Bilici segretario della sezione IHD di Diyarbakir, la capitale del Kurdistan turco. Almeno 1.039 persone sono state arrestate nel corso del mese di novembre 2012, si tratta di un record. La maggior parte di queste sono state arrestate durante le incursioni di polizia contro il principale partito curdo il BDP, le organizzazioni della società civile, gli uffici comunali, e durante le manifestazioni a sostegno dei prigionieri in sciopero della fame. Maxime Azadi