Pochi classificherebbero Hebun Akkaya, diciassettenne dalla acuta voce nasale e dalle maniere educate, come sostenitore di una organizzazione terroristica. Ma il tribunale di Diyarbakir lo ha fatto. Capo d'accusa: l'aver protestato per le condizioni carcerarie di Abdullah Ocalan, capo del Partito dei Lavoratori Curdi (Pkk) attualmente in prigione.
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