giovedì 19 settembre 2013

Viva Kurdistan!


Azadiya chiude e ti invita a seguire la lotta del popolo kurdo sul sito della Rete Kurdistan

giovedì 18 luglio 2013

Delegazione italiana in Sud Kurdistan (Nord Iraq) dal 28 settembre al 6 ottobre 2013

Anche quest'anno l' associazione "Verso il Kurdistan onlus" organizza un viaggio di conoscenza e di solidarietà in Sud Kurdistan (Nord Iraq), visitando luoghi e città che hanno fatto la storia dell'umanità, ma anche incontrando personalità politiche, associazioni, intrecciando rapporti e progetti futuri. Avremo la possibilità di monitorare e fare il punto sul nostro progetto "Hevi U Jiyan - La speranza e la vita" per la costruzione di un piccolo ospedale nel Campo profughi di Mahmura. leggi su  versoilkurdistan.blogspot.it 

mercoledì 17 luglio 2013

Giornalista curda condannata ad un anno di carcere per aver rivelato il nome del poliziotto che torturò un quattordicenne kurdo nel 2008


Dal 2008, Hamdiye Çiftçi, giornalista curda, sta pagando duramente il diritto alla libertà di stampa, per aver ripreso, diffuso e denunciato sui media nazionali ed internazionali le violenze della polizia contro il quattordicenne Cüneyt Ertuş. Dopo essere stata detenuta per due anni nell’ambito delle operazione KCK, Çiftçi è stata condannata ad un altro anno di carcere, con l'accusa di aver rivelato il nome dell’agente di polizia che spezzò il braccio del bambino ma mai condannato per tale atto. Nel 2008, durante le celebrazioni del Newroz nella provincia curda di Colemêrg (Hakkari) Cüneyt Ertuş un ragazzo kurdo di 14 anni fu sottoposto ad una brutale violenza da parte della polizia. La giornalista kurda, Hamdiye Çiftçi riprese le cruenti immagini. Successivamente le riprese furono usate come prova contro di lei quando fu arrestata, nell'ambito del caso KCK e detenuta per 2 anni. E’ di oggi la notizia che per Çiftçi è stato richiesto un ulteriore anno di carcere con l’accusa di “aver rivelato il nome dei funzionari statali, coinvolti nella guerra contro il terrorismo." Il processo è stato rinviato al 16 luglio. Durmuş Yiğit, procuratore della provincia curda di Van, nel suo atto di accusa contro Hamdiye Çiftçi dichiara che "è un membro di un'organizzazione terrorista."

lunedì 8 luglio 2013

Brutale assalto della polizia ad Istanbul contro i manifestanti per Gezi Park

Sabato 6 luglio i manifestanti di Gezi Park sono tornati a Taksim, e di nuovo la polizia li ha attaccati con la massima violenza. E’ stato il punto culminante di una sequenza di mobilitazioni, che questa volta avevano visto saldarsi fra di loro movimenti eterogenei, tra cui in particolare la protesta kurda contro l’assalto omicida della polizia a Lice, in cui aveva perso la vita il diciottenne kurdo Medeni Yıldırım. Sabato la polizia ha di nuovo usato gas ed idranti. C’erano anche picchiatori in abiti civili che btandivano dei machete. La manifestazione era stata convocata in occasione di una recente vittoria del movimento di Gezi Park. Infatti, dopo il ricorso del governo contro la sospensione dell'esecuzione della costruzione della Caserma Topçu, il 1° Tribunale Amministrativo di Istanbul, con decisione del 6 giugno aveva revocato il progetto di Pedonalizzazione di Taksim. Ma la polizia già un’ora prima aveva occupato in forze tutta la zona, attaccando la popolazione. Di nuovo molti i feriti, almeno una sessantina i manifestanti portati in custodia cautelare. Colpiti con particolare accanimento i giornalisti presenti. Sino quasi a mezzanotte sono continuati gli attacchi della polizia. Un’altra manifestazione è in preparazione ad Istanbul, al quartiere Kadiköy, ed altre sono attese ad Ankara ed in altre città. Secondo le valutazioni della stessa polizia, sino ad’ora circa due milioni e mezzo di persone sono scese in strada in circa 80 città della Turchia a reclamare le dimissioni di Erdogan. Quattro i morti (tre manifestanti ed un poliziotto), ottomila i feriti.

mercoledì 3 luglio 2013

La polizia attacca la manifestazione del BDP a Diyarbakir

www.retekurdistan.it - La manifestazione che il BDP (Partito della Pace e della Democrazia) ha organizzato ieri nella principale città kurda Amed è stata proibita dalla polizia poiché i manifestanti esibivano striscioni e bandiere “illegali”, quelli del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) e del KCK (Unione delle Comunità Kurde). Decine di migliaia di persone si sono radunate di fronte all’ufficio del BDP per partecipare alla manifestazione, organizzata per invitare il Governo ad affettuare passi urgenti nell’ambito del processo di soluzione in corso. Migliaia di persone hanno partecipato anche ad altre tre manifestazioni, organizzate ad Adana, Mersin ed Antep per chiedere una soluzione democratica e pacifica alla questione kurda. I manifestanti hanno inoltre condannato fermamente l’attacco del 28 Giugno avvenuto presso il villaggio di Yakacık (Lice), in cui una persona è stata uccisa (Medeni Yıldırım, diciotto anni) ed altre dieci sono state ferite. Dopo aver circondato la folla di fronte all’edificio del BDP con veicoli anti-sommossa, le unità di polizia hanno attaccato i manifestanti ad Amed con gas lacrimogeni e getti d’acqua ad alta pressione; i partecipanti insistevano nel cominciare il loro corteo verso Koşuyolu Park.

lunedì 1 luglio 2013

Aggressione militare a Lice

Soldati turchi della postazione militare di guardia di Yakacık hanno aperto ieri il fuoco su centinaia di persone che stavano protestando contro la costruzione di altre postazioni nel villaggio all’interno del distretto di Lice (Diyarbakır). Una persona è morta ed altre otto sono state gravemente ferite nell’attacco di ieri. Jiyan Bulut, Nihat Kocakaya e Nebi Aslan, a loro volta feriti, stanno ancora ricevendo cure mediche presso la Facoltà di Medicina dell’ospedale universitario Dicle; Metin Bulut e Ronida Pervane sono in cura presso l’ospedale di Ricerca di Diyarbakır ed altre tre persone, İsmail Pehlivan, Ramazan Çakıl e Dinar Demir presso l’ospedale pubblico di Lice.
Medeni Yıldırım, il giovane gravemente ferito nell’attacco, ha perso la vita in serata dopo essere stato condotto presso l’ospedale pubblico di Lice. Il corpo di Yıldırım è stato in seguito trasportato presso l’ospedale pubblico di Diyarbakır per eseguire l’autopsia, accompagnato da centinaia di persone che scandivano lo slogan “Şehid namirin” (i martiri sono immortali).

sabato 29 giugno 2013

Sabato 29 Giugno alle ore 19 in Piazza Taksim a Istanbul

La Piattaforma per la Solidarietà con Taksim ha lanciato un appello pubblico per organizzare una manifestazione il 29 Giugno Sabato alle ore 19:00 in Piazza Taksim, Istanbul, la decisione si basa sulle decisioni prese all'interno delle assemblee pubbliche in diversi quartieri.
Nell'appello si leggono queste righe: "Contro il rilascio del poliziotto che ha ucciso Ethem Sarisuluk, contro il fatto i responsabili di altri morti e torturati vengano difesi dal potere, contro il fatto che Tayyip Erdogan difenda gli attacchi della polizia e li agevoli, contro le operazioni della polizia verso i resistenti che finisco spesso con le detenzioni provvisorie oppure degli arresti. Scenderemo in piazze per chiedere giustizia". Nell'appello si comunica che il 1 Luglio presso il Palazzo di Giustizia di Caglayan sarà consegnata una denuncia collettiva contro la violenza della polizia. Fonte: www.sendika.org 

martedì 25 giugno 2013

Erdogan elogia la polizia. E’ caccia al manifestante

contropiano.org - Erdogan elogia la polizia, i servizi segreti indagano sul ‘complotto straniero’. Altri 20 attivisti arrestati per 'terrorismo' mentre un tribunale scarcera il poliziotto che ad Ankara aveva sparato ad un manifestante, uccidendolo. Non si ferma l’escalation repressiva lanciata dal governo Erdogan contro le opposizioni e gli attivisti del movimento di protesta manifestatosi nelle strade turche a partire dalla difesa del Gezi Park di Istanbul. leggi tutto su www.contropiano.org

Öcalan: Il processo di soluzione democratica è entrato nella seconda fase

UIKI ONLUS - Il leader del popolo curdo Abdullah Öcalan ha tenuto il suo undicesimo incontro con una delegazione del BDP (Partito della Pace e della Democrazia) lunedì. Il co-presidente Selahattin Demirtaş e il capogruppo al parlamento Pervin Buldan hanno preso parte all’incontro di ieri della delegazione con il leader curdo. I vertici del BDP hanno divulgato il messaggio di Öcalan reso pubblico con una dichiarazione scritta pubblicata martedì. Nella dichiarazione, Öcalan afferma quanto segue; http://www.uikionlus.com/ocalan-il-processo-di-soluzione-democratica-e-entrato-nella-seconda-fase

venerdì 21 giugno 2013

Piazza Taksim dossier violenza della polizia

turchia.over-blog.com - Sin dai primi giorni della rivolta in rete circolavano le immagini della violenza alla quale si assisteva durante gli scontri per le strade della Turchia.
Ecco alcuni:
un manifestante beccato nel dehor di un locale nella città di Ankara. poliziotti continuano a picchiarlo e lui chiede quasi piangendo di smettere con i colpi.
un video che abbiamo pubblicato precedentemente su questo blog. oltre vedere che la polizia prende a calci un manifestante spara anche in aria ed uno viene colpito. successivamente la persona che è stata colpita ossia Ethem ha perso la sua vita grazie ad una pallottola vera.
qui invece si vede nettamente che un gruppo di poliziotti prendono a calci una persona già sdraiata per terra e non reagisce

giovedì 20 giugno 2013

mercoledì 19 giugno 2013

Turchia: dietro alla violenza della polizia

di Luigi Vinci - Ho osservato in un precedente articolo come la Turchia sia culturalmente scissa tra due anime, quella islamica e quella laica, e lo sia in modo profondo e, allo stato delle cose, difficilmente conciliabile.  Appare oggi solo mediabile, seguendo le oscillazioni del rapporto di forze tra le rappresentanze fondamentali delle sue anime: quella, oggi, del partito islamico AKP e quella, storica, autoritaria dei militari, del grosso della magistratura, a partire dalla Corte Costituzionale, e del grosso dei quadri della burocrazia statale, dei governatori locali, ecc.Sul versante laico non ci sono però solo militari, magistratura, ecc.: in posizione completamente smarcata, rappresentando una tendenza che vorrebbe il passaggio a un’effettiva democrazia parlamentare (oggi ce ne stanno solo il simulacro, la vernice, la chiacchiera pubblica, la propaganda verso l’Europa, come i fatti di piazza Taksim mettono in tutta evidenza), è anche quel tanto di società civile semisviluppata (esiste solo nelle città): i media(pavidi e opportunisti, certo: ma più liberi, paradossalmente, che in Italia), le (potenti) associazioni per i diritti umani, la confindustria locale, il tessuto scolastico pubblico, la Corte di Cassazione (un’autentica perla nel porcile giudiziario: è una sorta di tritacarne di condanne barbariche), il partito curdo legale BDP.

martedì 18 giugno 2013

Il messaggio del subcomandante Marcos a piazza Taksim


"A tutti i cittadini del mondo, fratelli, sorelle, donne, uomini, persone senza fissa dimora, persone povere, ci hanno chiesto quanti sono gli zapatisti, e abbiamo sempre detto loro che sono centinaia di migliaia di persone là fuori che lottano per i loro diritti e le libertà.
Ora, oggi, sentiamo che sulle terre anatoliche, la terra dei turchi, curdi, circassi, armeni, Laz, e molti di più di quanto io possa contare, ci sono migliaia di persone in maschera che vogliono vivere con onore per salvare la libertà.
Come i fratelli curdi, compagni che hanno combattuto una lotta onorevole.
Sapevamo che non eravamo isolati, eravamo milioni di noi là fuori e oggi non siamo soli da quando abbiamo iniziato a combattere. Oggi ci stiamo moltiplicando.
Sentiamo che la gente in Turchia urla "Ya Basta!" e sono in rivolta per difendere la loro dignità contro l'oppressiva sentenza del governo turco.
La Grande Istanbul, capitale di grandi maestri nel corso della storia, è oggi la capitale della rivolta, ed è diventata la voce degli oppressi. Vediamo per le strade della grande Istanbul una città di donne, bambini, uomini, omosessuali, curdi, armeni, cristiani e musulmani.
Quelli che sono stati umiliati, oppressi, ignorati per decenni dal loro governo ora dicono "siamo qui."
Siamo entusiasti!
Non abbiamo mai voluto un nuovo governo, un nuovo governo o un nuovo primo ministro.
Abbiamo solo chiesto rispetto.
Volevamo che il governo rispettasse le nostre richieste di libertà, democrazia e giustizia.
Per questo in Turchia resistono da giorni: ora partendo da quello in carica, e a seguire tutti i governi che saranno al potere, noi vogliamo che tu rispetti le nostre richieste di libertà, democrazia e giustizia!
E se non lo fai, noi, che siamo i proprietari dei diritti e delle libertà, staremo contro di te, ci batteremo per le strade fino a quando non impari a rispettarci.
Non vogliamo troppo, vogliamo solo che siano rispettati i nostri diritti.
Perché sappiamo come vogliamo vivere, sappiamo bene come vogliamo governare e essere governati.
Noi vogliamo governare noi stessi e decidere di noi stessi.
E noi da qui accogliamo i cittadini turchi che si battono per una vita onorevole, e vogliamo dire che il fuoco della rivolta si è riscaldato in Chiapas.
Solidarietà a quelli che hanno salvato la storia del passato e del futuro e che sono indotti a salvarla dal presente."

mercoledì 5 giugno 2013

Empatia selettiva e pericoloso nazionalismo: “Kurdi terroristi, turchi rivoluzionari?”

dilar91.blogspot.de
Non sto mettendo in nessun modo in discussione la legittimità delle proteste di Gezi Park. Le gigantesche manifestazioni di Istanbul, che si sono ormai diffuse in tutto il paese, mostrano il crescente dissenso tra la persone in Turchia contro le orribili violazioni dei diritti umani e le leggi autoritarie del governo. Queste proteste hanno bisogno di solidarietà – sono sviluppi necessari e positivi. Ed era ora!
Tuttavia, senza attaccare il movimento, devo chiedere ai media globali: dove eravate durante le migliaia di proteste e rivolte kurde che hanno preceduto #OccupyGezi? I kurdi sono stati uccisi, picchiati, attaccati con gas lacrimogeni, arrestati, torturati per le loro proteste (con il sostegno popolare) per decenni in Turchia, in maniera molto peggiore di quanto vediamo nelle immagini di oggi. Milioni di kurdi hanno occupato le strade in Turchia quest’anno e questo genere di violenza terrificante della polizia non è affatto nuovo per loro. La differenza è che a nessuno importava. Perché? leggi tutto su retekurdistan.it

La memoria

8 giugno 2012 Giovane ucciso dalla polizia a Yüksekova
Ozgur Tasar, di 15 anni, è stato colpito da un proiettile sparato dalla polizia mercoledì scorso. La polizia ha sparato proiettili veri contro giovani kurdi a Yüksekova (Hakkari), che in centinaia stavano partecipando al funerale del guerrigliero del PKK Cengiz Ozek (Eris Dildar).

21 giugno 2012 Violenza della polizia turca contro un giovane kurdo
Ahmet K. Che è stato ripreso in un video dove viene violentemente picchiato da un gruppo di ufficiali di polizia nel distretto Fatih di Istanbul. Ha raccontato di essere stato pestato per aver parlato in kurdo al telefono con suo fratello.

19 marzo 2012 Istanbul: ucciso dalla polizia dirigente kurdo del BDP
Hacı Zengin, di 57 anni, ha perso la vita domenica ad Istanbul in seguito al feroce attacco della polizia sulla folla che stava per celebrare il Newroz (Capodanno kurdo). Il dirigente del BDP era segretario della sede del partito di Arnavutköy. È stato riferito che è stato colpito da un candelotto di gas lacrimogeno lanciato dalla polizia. Istanbul ieri è diventata un campo di battaglia con la polizia determinata a non lasciare che la gente festeggiasse il Newroz.

4 dicembre 2011 Studente ucciso dalla polizia a Diyarbakir
Uno studente universitario di 21 anni Murat Eliboz è stato ucciso dalla polizia durante le manifestazioni di ieri nel quartiere Bağlar di Diyarbakır. Dicle News Agency riporta che Eliboz è stato preso di mira durante l'intervento della polizia contro i manifestanti riuniti per la campagna "Io sono qui. Sto difendendo la mia volontà". La polizia ha usato bombe a gas e proiettili veri, e non c'è stato nulla da fare nonostante l'intervento immediato di un medico. L'autopsia ha confermato l'uso di proiettili veri da parte della polizia.

sabato 4 maggio 2013

Settanta arrestati e oltre duecento feriti ai festeggiamenti per il Primo Maggio ad Istanbul

La studentessa diciassettenne Dilan Alp e la ventisettenne Meral Dönmez stanno lottando per la vita all’ospedale dopo essere state colpite entrambe alla testa da un candelotto di gas lacrimogeno, lanciato dalla polizia ieri a Istanbul. La Dönmez ha subito un’emorragia cerebrale. Secondo l’avvocato Evrim Deniz Karatana della ÇHD (Associazione degli Avvocati Contemporanei), Meral Dönmez è stata colpita intenzionalmente dalla polizia mentre stava per annunciare un comunicato stampa per il Primo Maggio. La piazza centrale di Istanbul,Taksim, è stata testimone di uno dei più brutali interventi di polizia degli ultimi anni in occasione della Giornata Internazionale dei Lavoratori, in seguito all’interdizione dell’area da parte del Ministero degli Interni a causa dei lavori di ristrutturazione in corso. Migliaia di persone sono state coinvolte in scontri con la polizia quando hanno iniziato a dirigersi in corteo verso la piazza nelle prime ore della mattinata. In seguito gli scontri si sono estesi e sono durati fino al pomeriggio. Secondo il DİSK, oltre duecento persone sono state ferite ed altre settanta sono state arrestate ieri ad Istanbul. I servizi di nave e traghetto del trasporto pubblico, che fanno la spola tra la parte orientale e quella europea della città, sono stati fortemente limitati per impedire alla folla di recarsi a piazza Taksim. Un elicottero della polizia ha effettuato un volo a bassa quota per tutto il giorno, informando le forze dispiegate nella zona sulla coordinazione dei gruppi e lanciando gas lacrimogeni sui manifestanti. Un gruppo di membri del sindacato Hak-İş, vicino al Governo, ha ottenuto il permesso di entrare a piazza Taksim, dove ha lasciato una corona di fiori: ció ha portato a reazioni da parte dei rappresentanti di molti altri sindacati. Il brutale attacco della polizia ha preso di mira anche i giornalisti che stavano riportando i fatti accaduti nella zona. Secondo il membro del Consiglio Esecutivo della sede di Istanbul dell’IHD (Associazione per i Diritti Umani), l’avvocatessa Gülizar Tuncer, le persone arrestate ieri sono state trattenute in manette alla Direzione di Polizia di Istanbul. Tra di loro vi sarebbero anche bambini e feriti. Secondo dati non-ufficiali pubblicati dalla ÇHD, decine di persone sono state condotte ieri in ospedale per cure mediche; tre di loro (Serdal Gül, Dilan Alp e Fehmi Oran Meşe) stanno affrontando condizioni critiche. I deputati di Istanbul del Partito della Pace e della Democrazia (BDP) si sono recati all’Ospedale di Formazione e Ricerca di Taksim per ottenere informazioni sulle condizioni mediche di Dilan Alp. ANF Istanbul

mercoledì 17 aprile 2013

Demirtaş: la strada per la pace è ancora lunga

 
Parlando con l’agenzia di notizie Etkin News (ETHA) dei recenti sviluppi nel processo in corso per una soluzione della questione kurda, il co-Presidente del Partito della Pace e della Democrazia (BDP) Selahattin Demirtaş ha detto che la creazione della Commissione Parlamentare di Monitoraggio e della Commissione di esperti è stata un importante progresso; “tuttavia le commissioni non hanno soddisfatto le richieste evidenziate all’inizio del processo, in favore della creazione di un meccanismo che garantisca un’assicurazione legale per la azioni da intraprendere per raggiungere una soluzione democratica e pacifica. Entrambe le Commissioni rappresentano sviluppi concreti con l’obiettivo di coinvolgere il Parlamento nel processo e di consentire la legittimità delle esigenze di quest’ultimo. Il quarto pacchetto di riforme giudiziarie potrebbe parzialmente rimediare ai problemi esistenti nel paese; questi passi dovrebbero essere considerati come una parte del processo, che avanzerà passo dopo passo. Bisognerebbe eliminare completamente la legge anti-terrorismo ma c’è necessità di intraprendere alcuni piccoli passi prima”. leggi tutto su www.uikionlus.com

Trenta persone rilasciate nell’ambito del caso KCK di Mersin

www.uikionlus.com - Trenta persone sono state rilasciate nella tarda serata di ieri in seguito alla seconda udienza del caso KCK (Unione delle Comunità Kurde) di Mersin, tenutasi presso la Decima Alta Corte Penale di Adana. Quarantadue persone processate nell’ambito del cosiddetto caso KCK erano state arrestate lo scorso Settembre a Mersin con l’accusa di “leadership e appartenenza all’organizzazione KCK”. 30 persone erano in custodia dal momento dell’operazione, che ha colpito membri del BDP (Partito della Pace e della Democrazia), del DTK (Congresso della Società Democratica), del MKM (Centro Culturale della Mesopotamia), dell’IHD (Associazione per i Diritti Umani), del Centro di Consulenza Ishtar per la Solidarietà Femminile, affiliato alla municipalità del BDP di Akdeniz, e dell’associazione Femminile Kibele. Tra le persone rilasciate ci sono il reporter della DIHA (Dicle News Agency) Ferhat Arslan, rappresentanti e membri del BDP di Mersin, il Presidente della sezione di Mersin dell’IHD Ali Tanrıverdi, la Coordinatrice di Ishtar Gülhan Yağ e la Consulente Stampa Roza Yaruk, il Presidente di sezione del KURDÎ-DER Selahattin Çam. Il tribunale ha ordinato per gli accusati il divieto di lasciare il paese ed ha aggiornato il processo al 3 Luglio. Anche otto persone processate nell’ambito del caso KCK di Ağrı sono state rilasciate ieri, in seguito all’udienza presso la Quarta Alta Corte Penale di Erzurum. Otto dei ventuno rappresentanti politici kurdi processati nel caso erano agli arresti dal momento dell’operazione KCK, effettuata il 29 Maggio 2012 nel distretto di Doğubeyazıt (Ağrı). Tra le persone rilasciate vi sono membri del BDP, del DTK e del TUYAD-DER. Il processo è stato aggiornato al 13 Maggio. ANF Mersin

lunedì 15 aprile 2013

Öcalan: il nostro lavoro sarà reso pubblico in pochi giorni

www.uikionlus.com - In una conferenza stampa, tenutasi presso l’ufficio del BDP di Istanbul in seguito alla visita ad Abdullah Öcalan effettuata oggi, i deputati del BDP BDP Sırrı Süreyya Önder e Pervin Buldan hanno dichiarato che il leader kurdo invierà una lettera al popolo della Turchia nei prossimi giorni. Il deputato di Istanbul Sırrı Süreyya Önder ha trasmesso la breve dichiarazione di Öcalan: “Stimato popolo delle Turchia, il processo per la ricerca della pace e della soluzione democratica che stiamo attraversando sta prendendo in considerazione ogni sensibilità. Sto lavorando duramente per garantire che il clima non-conflittuale che stiamo raggiungendo possa diventare permanente e che il processo di ritiro possa iniziare. Posso dire che attualmente abbiamo raggiunto un punto promettente. Entro pochi giorni condivideró con il popolo della Turchia il lavoro che abbiamo intrapreso in merito. Nell’esprimere la mia gratitudine verso tutti coloro che hanno contribuito al processo per una soluzione democratica, saluto tutte le persone fiduciose nel raggiungimento di una pace equa, democratica e giusta”. Rispondendo alle domande dei giornalisti, Önder ha detto che Öcalan effettuerà la sua dichiarazione dopo aver intrapreso una valutazione finale della lettera che ha recentemente ricevuto dal KCK (Unione delle Comunità Kurde). Önder ha sottolineato di non avere nessuna informazione in merito ai dettagli del ritiro. ANF Istanbul

mercoledì 3 aprile 2013

In marcia verso Amara

Migliaia di persone hanno aderito alle celebrazioni per il 64 ° compleanno del leader kurdo Abdullah Ocalan. Le celebrazioni nella principale città kurda di Diyarbakir hanno visto la partecipazione di centinaia di persone che hanno scandito slogan e ballato fino a tarda sera.  Sono state ricordate anche Sakine Cansız, co-fondatrice del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), Fidan Doğan, rappresentante del Kurdistan National Congress (KNK) a Parigi, e Leyla Şaylemez, membro del movimento giovanile kurdo, uccise a Parigi il 9 gennaio 2013. Migliaia di persone provenienti da Kars, Manisa, Sirnak e Hakkari sono partite alla volta di Amara, paese natale del leader kurdo, per partecipare alla celebrazioni di massa in programma per domani. www.firatnews.com

La popolazione di Van dà il benvenuto al suo sindaco

Migliaia di persone sono scese nelle strade di Van dopo aver appreso che il sindaco della città, Bekir Kaya, era stato rilasciato in attesa di giudizio.  Il Tribunale Penale di Van aveva ordinato ieri in serata il rilascio di otto rappresentanti politici kurdi sotto processo, incluso il sindaco della città. Le persone hanno dimostrato grande gioia ed affetto per il sindaco, come Kaya stesso ha affermato appena fuori dal carcere: “Il più grande onore è stato il benvenuto della popolazione”. Casualmente, infatti, il giorno della liberazione, il 29 Marzo, è coinciso con l’anniversario della vittoria del BDP alle elezioni amministrative del 2009. ANF Van

Bayık: necessaria una garanzia legale per il ritiro

www.uikionlus.com - Intervevendo ieri su Nuçe Tv, il membro del Consiglio Esecutivo dell’Unione delle Comunità Kurde (KCK) Cemil Bayık ha detto che il cessate il fuoco ed il ritiro delle forze di guerriglia fanno parte della soluzione politico-democratica della questione kurda. Bayık ha detto che il messaggio dato dal leader kurdo Abdullah Öcalan in occasione del Newroz il 21 Marzo deve essere compreso e valutato correttamente, ed ha notato che esso è stato una sorta di referendum, approvato dal popolo kurdo. Bayık ha sottolineato che nel suo messaggio Öcalan ha chiesto al mondo intero se la sua intenzione è quella di volere una soluzione politico-democratica della questione kurda e della questione che riguarda la libertà e la democrazia in Kurdistan, Turchia e Medio Oriente. Bayık ha criticato i dibattiti e le dichiarazioni che indicano il ritiro delle forze del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) come la soluzione della questione. “Il cessate il fuoco ed il ritiro delle nostre forze avranno senso solo se serviranno allo sviluppo della democratizzazione in Turchia ed in Medio Oriente”.

martedì 26 marzo 2013

Continua la criminalizzazione dei kurdi in Europa

Yılmaz Orkan, vice-Presidente del KON-KURD (Confederazione delle Associazioni Kurde in Europa) e membro del KNK (Congresso Nazionale Kurdo) è stato arrestato questa mattina in Belgio, all’aereoporto di Bruxelles, dove si accingeva a salire a bordo di un volo per Tunisi. Orkan era diretto in Tunisia per partecipare al World Social Forum ma è stato fermato in base ad un mandato emesso dalla Spagna, in relazione all’ultima operazione politica contro i Kurdi che ha portato all’arresto di 6 di loro in Spagna e 17 in Francia lo scorso 6 Febbraio. Condanniamo con forza l’ennesima azione di criminalizzazione dei Kurdi in Europa, che ha preso di mira ancora una volta un rappresentante politico, membro del KNK, dopo quanto accaduto ad Adem Uzun lo scorso Ottobre. Chiediamo alle autorità belghe l’immediato rilascio di Yılmaz Orkan. UIKI Onlus

domenica 24 marzo 2013

Il messaggio integrale di Ocalan per il Newroz

Saluto il Newroz di libertà degli oppressi
Saluto il popolo del Medio Oriente e dell’Asia Centrale che celebra questo giorno di risveglio, rinascita e rigenerazione del Newroz con straordinaria partecipazione e unità…
Saluto tutti i popoli che celebrano il Newroz, questo giorno luminoso che marca il punto di svolta di una nuova era, con grande entusiasmo e tolleranza democratica…
Saluto tutti coloro che percorrono il lungo percorso per i diritti democratici, la libertà e l’uguaglianza…
Saluto uno fra i popoli più antichi delle terre sacre di Mesopotamia e Anatolia, dove sono nate l’agricoltura e le prime civilizzazioni, ai piedi dei Monti Tauros e Zagros fino alle rive dei fiumi Eufrate e Tigri. Saluto il popolo curdo…
I curdi hanno contribuito a questa civiltà millenaria in amicizia e accordo con le diverse razze, religioni, fedi – noi tutti l’abbiamo costruita insieme. Per i curdi le acque del Tigri e dell’Eufrate sono sorelle delle acque di Sakarya [fiume che scorre nella regione di Marmara, in Turchia] e Maritsa [fiume che scorre fra Bulgaria, Turchia e Grecia, chiamato anche Evros]. I monti Ararat e Cudi sono amici dei monti Kaçkars [catena montuosa che si erge sul Mar Nero] e Erciyes [vulcano localizzato nella regione della Cappadocia]. Govend e delilo [balli curdi], sono nella stessa famiglia di Horon [danza del Mar Nero] e Zeybek [danza dell'Egeo].

venerdì 22 marzo 2013

Roma Newroz 2013 Centro culturale Ararat


Il Newroz dell’addio alle armi nel nome di Öcalan

La comunità curda riunita a Diyarbakır per festeggiare l'equinozio di primavera e l'annuncio storico inviato da "Apo" Ocalan. Sarà ricordato come il Newroz della pace (Nawroz in persiano, antica festa zoroastriana posta a cavallo dell’equinozio primaverile festeggiata da iraniani, kurdi, azeri, afghani, pakistani, turkmeni, tagiki, uzbeki, kirghizi, kazaki, georgiani, iracheni, turchi, albanesi) questo che la comunità kurda riunita a Diyarbakır festeggia attorno all’annuncio di Abdullah Öcalan. leggi tutto su www.contropiano.org

Rassegna stampa

"Turchia, Ocalan annuncia il 'cessate il fuoco' e il ritiro dei ribelli del Pkk oltre i confini"
Il messaggio del leader detenuto letto da due deputati curdi davanti a 200mila persone a Diyarbakir. "Non è la fine, oggi è l'inizio di una nuova era per passare dalla lotta armata alla lotta democratica". Parole accolte positivamente da Ankara. Erdogan: "Stop a operazioni militari se cesseranno attacchi"

Annuncio storico di Ocalan, "cessate il fuoco" con Ankara
Migliaia in piazza a Diyarbakir. Nel messaggio, Ocalan ha annunciato anche il ritiro dei separatisti curdi dal territorio turco. Il capo militare del Pkk: "Obbediremo". E' un passo definitivo verso la soluzione di un conflitto che dura da 30 anni e che ha provocato oltre 40mila vittime.
 
Ocalan, l'appello del leader ai separatisti curdi «Lasciate le armi e uscite dalla Turchia»
Decisione storica del separatista rinchiuso in carcere dal 1999. Il premier turco Erdogan: «Appello positivo» 
 

giovedì 21 marzo 2013

Il messaggio del leader del PKK Abdullah Öcalan

La deputata del BDP Pervin Buldan dal newroz di Diyarbakir sta leggendo in kurdo il messaggio del leader del PKK Abdullah Öcalan. “Una nuova fase sta ora iniziando”. Il messaggio è cominciato con il saluto del leader kurdo alla folla che sta celebrando il Newroz, “una delle popolazioni più antiche nel territorio mesopotamico ed anatolico”. Öcalan ha detto che l’imperialismo occidentale ha creato confini artificiali tra i popoli del Medio Oriente nell’ultimo secolo ed aveva l’obiettivo di lasciare che le popolazioni si uccidessero l’un l’altra. “Questa lotta è contro l’ingiustizia, il reazionismo e lo sfruttamento, non è una lotta contro alcuna società e cultura. Ci stiamo risvegliando per una nuova Turchia, per un nuovo Medio Oriente”, ha detto Öcalan, sottolineando che “un nuovo processo sta cominciando. E’ tempo che le armi tacciano e che le idee parlino. Lo spargimento di sangue sta andando avanti, danneggiando tutte le popolazioni in questo territorio. La politica andrà oltre le armi in questo momento. E’ tempo che le nostre forze armate si ritirino dai confine. Questo è un nuovo inizio, non una fine. E’ l’inizio di una nuova lotta in favore delle minoranze etniche. Abbiamo tutti delle grandi responsabilità verso la democratizzazione di tutte le popolazioni e culture in queste terre. Invito tutte le altre popolazioni in questo territorio a condurre un’esistenza basata sulla libertà e l’uguaglianza. La politica di annientamento e negazione basata sulla modernità capitalista è contraria alle condizioni attuali. Invito alla costruzione di una modernità democratica. E’ tempo per l’unità e l’alleanza, non per il conflitto. I Turchi ed i Kurdi hanno inaugurato insieme il Parlamento nel 1920. Abbiamo costruito insieme il passato ed adesso abbiamo bisogno di mantenerlo insieme”. 

Newroz a Diyarbakir

Milioni di persone stanno aspettando a Diyarbakir l’annuncio del leader kurdo Abdullah Öcalan. Il primo intervento è stato effettuato dal sindaco della città Osman Baydemir, che ha invitato alla giustizia e alla pace, sottolineando che i Kurdi sono pronti, poiché è ció per cui stanno lavorando da anni.  ANF Amed

mercoledì 20 marzo 2013

Report delle delegazioni italiane in Kurdistan

Newroz 2013, report delle delegazioni italiane in Kurdistan – UPDATE!
In questa pagina potete trovare i report delle delegazioni italiane che in questo momento si trovano nel Kurdistan Settentrionale: www.retekurdistan.it

21 marzo Newroz storico a Diyarbakir

Tutti gli occhi sono puntati sul Newroz di Diyarbakir, che si terrà il 21 marzo, quando verrà reso pubblico l'appello del leader kurdo Abdullah Ocalan sugli aspetti politici della soluzione del problema kurdo in Turchia. Circa 400 giornalisti sono stati accreditati, tra questi 150 sono della stampa estera.  Gli organizzatori, il BDP (Partito della Pace e della Democrazia) e il DTK (Congresso della Società Democratica) stimano che a Diyarbakir giungeranno circa due milioni di persone.

lunedì 18 marzo 2013

Newroz 2013: fiaccolata al Colosseo 21 Marzo

Il centro socio-culturale Ararat invita tutti a partecipare alla fiaccolata al Colosseo, giovedì 21 marzo dalle 19.00 alle 20.00 in occasione del Newroz, il capodanno kurdo che si celebra il primo giorno di primavera. Per il proseguimento dei negoziati avviati per una soluzione della questione kurda e uno statuto per il Kurdistan. Alle 21 la serata proseguirà al Teatro Valle con poesie e danze kurde.

Un appello di Ocalan il 21 Marzo

www.retekurdistan.it  - La co-Presidente del Partito della Pace e della Democrazia (BDP) Gültan Kışanak ha parlato con la stampa internazionale in merito al processo di colloqui in corso tra lo Stato turco ed il leader kurdo incarcerato Abdullah Öcalan. Intervenendo oggi al Taksim Hill Hotel di Istanbul, la Kışanak ha sottolineato che la questione kurda, che dura ormai da duecento anni, puó giungere ad una soluzione attraverso metodi democratici ed ha aggiunto: “Gli incontri di Imralı sono storici ed importanti considerando il fatto che questa è la prima volta che una delegazione che rappresenta lo stato sta attuando colloqui ufficiali con il leader kurdo”. La Kışanak ha detto che riveste particolare importanza anche il fatto di condurre l’attuale processo apertamente rispetto all’opinione pubblica. Ha ricordato che Öcalan ha espresso la volontà di ricevere critiche sulla bozza di testo che ha preparato ed inviato al BDP, a Kandil ed all’Europa, come proposta per assicurare la pace nel paese. La co-Presidente del BDP ha osservato che la bozza di testo redatta da Öcalan tiene conto dei punti sensibili di entrambe le parti coinvolte nei colloqui. “Ci aspettiamo che lo Stato turco ed il Governo prendano sul serio le proposte del sig. Öcalan. Nel processo in corso sulla strada per la pace, trarremo vantaggio da precedenti esperienze simili avvenute nel mondo. Dovrebbe essere istituita una commissione per la pace per avanzare e discutere i suggerimenti se vi fosse una situazione di stallo nel processo di negoziati. In secondo luogo, dovrebbe essere istituita una commissione per la democratizzazione per permettere la formazione di un ambiente democratico ed una commmissione di monitoraggio per sorvegliare il processo”, ha aggiunto, affermando che il Parlamento dovrebbe anche effettuare le necessarie modifiche legali per fornire uno status ufficiale alle attività per la pace. Riferendosi alle celebrazioni del Newroz che si terranno a Diyarbakır il 21 Marzo, la Kışanak ha detto: “Se il processo facesse progressi positivi, ci aspettiamo che il sig. Öcalan effettui un appello il 21 Marzo. Il nostro slogan per il Newroz di quest’anno sarà ‘Libertà per Öcalan, status per il popolo kurdo’. Entrambe le parti hanno aspettative diverse dal processo: il Governo dà priorità al disarmo del PKK mentre i Kurdi richiedono primariamente assicurazioni costituzionali per i loro diritti. Il processo non potrà fare passi avanti se si ignorano le aspettative di una parte”. La Kışanak ha sottolineato che Öcalan possiede l’autorità per parlare in nome di tutti gli attori kurdi che lo hanno già indicato come il protaginista principale per una soluzione; l’appello che Öcalan effettuerà durante il giorno del Newroz dovrebbe avere un significato più ampio di un cessate il fuoco. Riferendosi al recente pacchetto di riforme giudiziarie, la Kışanak ha affermato che le leggi anti-democratiche già esistenti non permetteranno la concretizzazione delle riforme. ANF Istanbul

domenica 17 marzo 2013

Centinaia di migliaia di persone festeggiano il Newroz in Turchia

I festeggiamenti del Newroz sono cominciati oggi in Turchia e nel territorio del Kurdistan, con la partecipazione di centinaia di migliaia di persone che chiedono la libertà per il leader kurdo Abdullah Öcalan ed uno status per i Kurdi. Centinaia di migliaia di persone si sono radunate ad Istanbul per partecipare ai festeggiamenti del Newroz organizzati dal Partito della Pace e della Democrazia (BDP) e dal Congresso Democratico del Popolo (HDK). Il co-Presidente del BDP Selahattin Demirtaş ed il deputato di Istanbul Sırrı Süreyya Önder interverranno sul posto. La zona del Newroz a Mersin è stata pesantemente circondata dalle forze di polizia e da veicoli corazzati. Le persone che partecipano ai festeggiamenti indossano vestiti tradizionali ed esibiscono striscioni gialli, rossi e verdi. Sono sottoposte a perquisizioni in due luoghi diversi. All’íniziativa partecipano diecimila persone, tra cui il deputato del BDP Ertuğrul Kürkçü, il sindaco del BDP di Akdeniz Fazıl Türk, numerosi funzionari del BDP e le Madri della Pace. leggi tutto su www.retekurdistan.it 

Antonio Olivieri respinto alla frontiera turca


Sono passati solo pochi giorni da quando a un altro italiano, Francesco Marilungo, interessato alla cultura e alla lingua curda, è stato rifiutato l'ingresso in Turchia; adesso è il turno di Antonio Olivieri, un altro italiano, presidente dell'associazione Verso il Kurdistan di Alessandria e parte della Rete Kurdistan Italia, che da almeno quindici anni si reca in Kurdistan per promuovere progetti concreti di amicizia fra diverse municipalità kurde e le istituzioni e la società civile italiana.

All'arrivo all'aeroporto Atatürk di Istanbul, alle 18.45 circa di oggi, Olivieri è stato isolato dagli altri membri della delegazione italiana che si sta recando in Kurdistan per monitorare la situazione dei diritti umani; gli sono stati ritirati i documenti, è stato perquisito e lasciato senza acqua nè cibo in una stanzetta con altre sette persone sottoposte presumibilmente a controlli in frontiera. Non è stato possibile finora mettersi in contatto con l'ambasciata italiana, nè è stata data finora a Olivieri una motivazione per il suo trattenimento.

E' solo l'ultimo di una lunga serie di respingimenti di italiani che seguono pacificamente e con determinazione le vicende del popolo curdo: chiediamo al Parlamento italiano appena insediatosi di attivarsi con urgenza per verificare le condizioni del trattenimento e del respingimento in frontiera di Antonio Olivieri e di rivedere i rapporti con la Turchia, fino a quando questa violerà insieme ai diritti del popolo kurdo anche i diritti di quei cittadini europei solidali che si adoperano per la pace e la soluzione della questione kurda.

Roma, 17.03.2013
Info e contatti: Rete Kurdistan in Italia
info@retekurdistan.it
349 83 27 322

giovedì 7 marzo 2013

Tribunale di Diyarbakir vieta i manifesti dell’8 Marzo


Il Consiglio dei Giudici di Diyarbakir ha vietato il manifesto della "Giornata internazionale delle donne" pubblicato dal Movimento Democratico delle Donne Libere, per violazione dell’articolo 10 della legge antiterrorismo. Il consiglio ha sentenziato che il manifesto bilingue che raffigura 6 donne, inclusi membri del PKK, diffonde propaganda per le organizzazioni terroristiche PKK/KCC. L'affissione del manifesto è vietata e tutti quelli già affissi verranno rimossi. Nel manifesto ci sono le foto di Rosa Luxemburg, Clara Zetkin, Leyla Qasim, Sakine Cansız, Fidan Doğan e Leyla Şaylemez, queste ultime tre sono le militanti del PKK uccise a Parigi, accompagnate dallo slogan “La tua parola è la nostra parola. La tua strada è il nostro cammino”. “Quando ci hanno detto di andare alla stazione di polizia in relazione al manifesto, ci hanno chiesto chi era Rosa,” ha dichiarato una delle organizzatrici della manifestazione. “Loro [la polizia] non credevano alla nostra spiegazione e hanno detto che avrebbero effettuato delle ricerche su Rosa". Istanbul – BIA NEWS

mercoledì 27 febbraio 2013

Premio di Laurea Dino Frisullo 2013 – V Edizione

L’Associazione SENZACONFINE e l’Associazione AZAD – per la libertà del popolo kurdo, allo scopo di mantenere vivo il ricordo di Dino Frisullo e del suo impegno culturale, etico, sociale e politico a sostegno delle lotte dei lavoratori, a tutela delle donne e degli uomini migranti, in difesa dei diritti umani e per la libertà ed i diritti dei popoli, in particolare di quello kurdo, indicono la V edizione del “Premio di laurea “Dino Frisullo”, con la collaborazione scientifica degli insegnamenti di ETNOLOGIA e di ANTROPOLOGIA SOCIALE dell’Università di Bari, di CRITICA LETTERARIA e di LETTERATURE COMPARATE dell’Università di Roma “Tor Vergata”, e del MASTER “IMMIGRATI E RIFUGIATI. FORMAZIONE, COMUNICAZIONE ED INTEGRAZIONE SOCIALE” de “La Sapienza”, Università di Roma
leggi il bando su www.senzaconfine.org

Ufficio d'informazione del Kurdistan in Italia

lunedì 25 febbraio 2013

Verità e giustizia per le attiviste kurde Sakine, Fidan e Leyla

Ogni mercoledì saremo davanti all’ambasciata francese a Roma
Sakine Cansız, co-fondatrice del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan), 55 anni, Fidan Doğan, 32 anni, rappresentante del KNK (Congresso Nazionale Kurdo, Kurdistan National Congress) a Parigi e Leyla Söylemez, giovane attivista del movimento, sono state assassinate la notte fra il 9 e il 10 gennaio all’interno dell’Ufficio di Informazione del Kurdistan di parigi. Tre donne, tre generazioni diverse, accomunate dalla volontà di trovare la pace e la dignità per il loro popolo, il popolo kurdo, e dall’impegno attivo per raggiungere tale obiettivo. Le autorità francesi hanno arrestato un uomo, Ömer Güney, che sarebbe l’esecutore materiale degli omicidi, avanzando l’ipotesi che sia un militante del movimento kurdo; in realtà particolari emersi successivamente e le rivelazioni di Murat Şahin, ex membro del MIT (l’intelligence turca) contribuiscono a far luce sul coinvolgimento di Güney con i servizi segreti turchi. L’uomo, originario di una famiglia nazionalista e con disponibilità economiche notevoli nonostante non risulti titolare di redditi ufficiali, si sarebbe infiltrato fra le associazioni kurde di Parigi con il fine di portare a compimento l’assassinio delle tre donne. Rimane da chiarire chi abbia progettato e ordinato l’attacco, il cui obiettivo di alto livello non può essere stato individuato dal solo Güney. Inoltre non si può tralasciare il fatto che un delitto del genere sia stato portato a compimento in un palazzo e una zona di Parigi che sono sotto il costante controllo delle autorità di sicurezza francesi; com’è possibile che non si sia potuto prevedere e impedire questo orrendo crimine? Ci sono forse state complicità inconfessabili che hanno portato alla sua realizzazione? Così come a Parigi e in altre città europee, anche i kurdi rifugiati in Italia e la Rete Kurdistan Italia, composta da varie associazioni che sostengono le richieste di libertà e pace del popolo kurdo, manifesteranno in presidio ogni mercoledì per testimoniare il loro rispetto a queste tre donne che hanno sacrificato la loro vita per la pace e i diritti del loro popolo e per chiedere alle autorità francesi di fare piena luce su quanto accaduto, fatto che – ci si augura – non influisca negativamente sulla ripresa dei contatti per l’avvio di un negoziato tra il governo turco e il leader kurdo Abdullah Őcalan detenuto in isolamento sull’isola di Imrali dal 1999. Il primo presidio davanti alla rappresentanza francese in Italia, così come in contemporanea avverrà in molte altre città europee,  si terrà Mercoledì 27 febbraio dalle 11.00 alle 13.00 di fronte all’ambasciata francese a Roma piazza Farnese – angolo via dei Baullari
UIKI – Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia; La comunità kurda in Italia; La Rete Kurdistan Italia Info e contatti: info@uikionlus.com

giovedì 21 febbraio 2013

Turchia: folla di estremisti di destra tenta di linciare deputati curdi

L’odio anticurdo della destra turca è emerso in tutta la sua pienezza negli ultimi giorni, quando una folla di nazionalisti di destra ha assalito e tentato di linciare cinque rappresentanti curdi in visita nelle province del Mar Nero. leggi su www.contropiano.org

mercoledì 20 febbraio 2013

Operazioni militari nel Kurdistan turco

Centinaia di persone si sono dirette in corteo verso l’area coinvolta da operazioni militari dell’esercito turco nei pressi del villaggio di Cemê Elik (Birlik), al confine tra le province di  Diyarbakır e Bingöl: si segnalano nuove attività militari dalle prime ore di questa mattina. I soldati turchi hanno sparato alcuni colpi in aria ed hanno lanciato gas lacrimogeni verso il gruppo per evitare che lo stesso entrasse nell’area coinvolta dall’operazione. La folla sta comunque attendendo ed afferma che non se ne andrà finchè l’operazione non avrà termine. Intervenendo sul posto, il presidente del distretto di Lice del Partito della Pace e della Democrazia (BDP), Harun Erkuş, ha affermato:  “Circa 500 persone sono adesso qui presenti e molte altre ci stanno raggiungendo. Una donna è stata leggermente ferita al braccio dai gas lacrimogeni che i soldati ci hanno lanciato contro. Non ce ne andremo finchè l’operazione non terminerà e l’esercito non avrà abbandonato la zona. Non vogliamo più essere testimoni di altre morti, né di guerriglieri né di soldati, e non vogliamo più portare bare in spalla”.

Liberata Hanım Onur, ex vice sindaco di Cizre

Hanım Onur, ex vice sindaco di Cizre, arrestata 16 mesi fa nella cosiddetta operazione KCK (Unione delle Comunità Kurde), è stata rilasciata lunedì dopo che il suo avvocato aveva presentato una lettera di richiesta per la sua scarcerazione alla Settima Alta Corte Penale di Diyarbakır. leggi su www.uikionlus.com

lunedì 18 febbraio 2013

Strasburgo: è ora libertà per Ocalan

Decine di migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione di massa nella città francese di Strasburgo, per celebrare il 14° anniversario della cattura di Abdullah Ocalanavvenuta il 15 febbraio 1999. Circa 40 mila persone hanno aderito alla manifestazione organizzata dalla FEYKA (Federazione delle associazioni kurde in Francia), per chiedere la libertà del leader kurdo Ocalan e giustizia e verità sull'esecuzione delle tre militanti kurde Sakine Cansız, Fidan Doğan e Leyla Şaylemez, avvenuta a Parigi il 9 gennaio 2013.

venerdì 15 febbraio 2013

14° anniversario della cattura di Abdullah Ocalan

Negozi chiusi, scuole boicottate dagli studenti, trasporti fermi in tutte le province e i distretti del Nord Kurdistan (Turchia), dove i kurdi stanno ricordando il 14° anniversario della cattura di Abdullah Ocalan, il leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK). I preparativi sono pronti per marce e dimostrazioni che si terranno oggi in tutta la regione kurda. Striscioni di stoffa neri sono stati posti sulle case e nelle sedi di organizzazioni non governative. Grandi raduni sono in corso a Diyarbakir. I manifestanti sono vestiti di rosso, come simbolo della resistenza, mentre le strade sono ancora dominate dal silenzio prima della manifestazione di massa organizzata dal Partito della Pace e della Democrazia (BDP).

giovedì 14 febbraio 2013

Appello ai candidati 2013 - la questione kurda

DAL KURDISTAN, IL PAESE CHE NON C’E’, ESODO IMPOSTO E ASILO NEGATO, LA LINGUA TAGLIATA.
 Le Associazioni che sottoscrivono questo appello ai candidati e ai futuri eletti nel Parlamento della Repubblica Italiana accompagnano da decenni, nelle loro pacifiche rivendicazioni, la lotta di un popolo senza patria, cui non viene riconosciuto il diritto alla sua lingua e alla sua storia: il popolo kurdo.
Un tema che non rientra nel dibattito politico pre-elettorale, e neppure lo sfiora, ma che dovrà vedere impegnati i futuri parlamentari in un serio lavoro di studio e conoscenza di ciò che accade al di là del Mediterraneo; che non riguarda solamente i Paesi della Primavera Araba, o l’annosa e grave questione Palestinese, ma anche la “democratica” Turchia, sul cui territorio viene sistematicamente negato il diritto di esistere ad una minoranza di persone (i 20 milioni di cosiddetti “turchi della montagna”). Turchia che se da una parte chiede ancora di entrare in Europa, dall’altra aspira a diventare potenza regionale di primo piano, ergendosi a paladina dei diritti dei palestinesi o dei siriani, mentre prosegue con l’oppressione del popolo kurdo all’interno dei propri confini.
La comunità kurda in Italia è numerosa, ma è difficile stabilire con esattezza il numero dei kurdi presenti in Italia poiché questi non vengono registrati in quanto tali ma come cittadini dei paesi di provenienza, vale a dire come turchi, iracheni, iraniani o siriani. In Italia si calcola siano circa 6.000, concentrati soprattutto in Emilia Romagna, Toscana e Lombardia. A Roma sono non più di 500, per lo più richiedenti asilo e lavoratori.

venerdì 8 febbraio 2013

La trattativa con Ocalan conviene alla Turchia

contropiano.org - Intervista a Erdelan Baran Torniamo a occuparci della realtà politica kurda con una seconda intervista al responsabile italiano del Congresso Nazionale del Kurdistan che espone alcuni aspetti centrali del programma elaborato da Abdullah Öcalan. Signor Baran lei ha lanciato sospetti su una Gladio turca per l’assassinio delle tre attiviste kurde a Parigi. Il giornalista Ferda Çetin afferma che il governo di Ankara predispone “premi” per pagare omicidi di quadri storici del movimento kurdo. Come si conciliano queste ipotesi con le trattative in corso fra emissari del premier Erdoğan e Öcalan? Anche a noi questa sembra una contraddizione: come si può parlare di dialogo e di fatto sabotarlo promettendo denaro per attaccare i militanti del Pkk? Il comportamento di Erdoğan appare tutt’altro che onesto. Nel 2002 aveva dichiarato che avrebbe trovato una soluzione per la questione kurda. Dieci anni dopo ha ordinato di assassinare a Roboski 34 civili, 17 erano minorenni. Oggi dice che vuole un accordo ma non effettua nessuna proposta concreta, quindi sopraggiungono nuovi omicidi addirittura in una capitale europea. Murat Sahin, ex agente del Mıt che vive in Svizzera ha recentemente affermato che il sospettato per il massacro parigino, Ömer Güney, stava lavorando per l’Intelligence di Ankara. leggi tutto su www.contropiano.org

sabato 2 febbraio 2013

Demirbaş: le municipalità del BDP, un nuovo impulso per la Turchia

Abdullah Demirbaş, sindaco della municipalità di Sur di Diyarbakır del Partito della Pace e della Democrazia (BDP), apprezzato all’estero per i suoi servizi municipali multilingue e per i progetti in tema di diritti, ha parlato con ANF del significato di municipalità del BDP e dell’importante progresso e mutamento che esso ha provocato sia nella mentalità generale che nella pratica. Il sindaco di Sur ha affermato che le municipalità hanno dato un nuovo impulso alla Turchia e che questo risultato sta disturbando il sistema dominante nel paese. Il movimento kurdo ha ottenuto una vittoria storica nel 2009 otttenendo circa cento municipalità all’interno della regione kurda. leggi tutto su www.uikionlus.com 

venerdì 1 febbraio 2013

Omicidio delle tre militanti kurde: la pista turca

il manifesto - Geraldina Colotti - Omer Güney, indagato per l'omicidio di Sakine Cansiz, co-fondatrice del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan), Fidan Dogan, rappresentante del Congresso Nazionale del Kurdistan (KNK) a Parigi e Leyla Saylemez, appartenente al movimento giovanile kurdo, si è recato una decina di volte in Turchia durante l'anno scorso. Ha visitato per l'ultima volta Ankara il 18 dicembre 2012, 19 giorni prima del triplice omicidio, avvenuto nella capitale francese. Ne ha dato notizia la stampa di sinistra in Turchia, riferendo informazioni provenienti dalla squadra investigativa che sta indagando sui legami del sospettato nel paese. Güney avrebbe preso un volo da Parigi per Ankara, dove sarebbe rimasto tre giorni, senza però far visita ai parenti come pare abbia invece dichiarato. In merito alle piste sull'omicidio, il giornalista Ferda Çetin, sul quotidiano Yeni Özgür Politika, ha fatto riferimento all'esistenza della "norma-premio", un documento del governo turco che sarebbe in fase di revisione presso l'ufficio del Primo ministro, e che riguarderebbe la riscossione di un premio (fino a quattro milioni di lire turche) per chi consente la cattura di 50 militanti di spicco del PKK, venti dei quali si trovano in Europa. La bozza della norma - scrive il giornalista - include i nomi del Presidente del Consiglio Esecutivo del KCK (Unione delle Comunità Kurde) Murat Karaylan, dell'esponente del Consiglio Esecutivo del KCK Cemil Bayk, di Duran Kalkan, del comandante del Quartier Generale principale delle HPG (Forze di Difesa del Popolo) Fehman Hüseyin, e anche quello di Mustafa Karasu, Sabri Ok e Zübeyir Aydar, che hanno partecipato ai negoziati di Oslo. Due milioni di lire turche verrebbero invece destinati alle informazioni riguardanti i leader locali e i dirigenti delle unità europee in Europa. Informazioni di più immediata spendibilità per l'intelligence verrebbero invece ricompensate con centomila lire turche. E il giornalista si chiede: è stata questa la ricompensa ricevuta da Ömer Güney? Ferda Çetin ha anche richiamato l'attenzione su Adnan Gürbüz, ex-membro del Consiglio di Disciplina del MHP (Partito del Movimento Nazionalista) e attivo nel triangolo Germania-Inghilterra-Belgio, conosciuto per la sua ostilità verso i Kurdi: «Gürbüz - ha affermato Çetin - è salito su un volo Londra-Parigi l'8 Gennaio, un giorno prima degli omicidi, ed è rimasto a Parigi il 9. Un giorno dopo gli omicidi, il 10 Gennaio, si è recato nella città di Calais e poi in Inghilterra via nave». Cosa ha fatto Gürbüz per due giorni nella capitale francese? È possibileche si sia incontrato con Omer Güney, proveniente dalla sua stessa città? Le tre militanti indipendentiste sono state uccise con un colpo alla nuca in un edificio molto sorvegliato dai servizi segreti francesi, e i kurdi hanno subito puntato il dito contro i nemici del processo di pace, in corso tra il leader del PKK, Abdullah Ocalan - in carcere sull'isola di Imrali dal '99 - ed emissari del Primo ministro turco, Recep Erdogan. Per chiedere la verità sugli assassinii, il movimento femminile kurdo ha deciso di manifestare ogni mercoledì a Parigi, davanti all'Ufficio di rue Lafayette.

Eyyup Doru (BDP): i militanti kurdi in esilio in Europa sono in pericolo

Intervista di André Métayer - Eyyup Doru, rappresentante del partito pro-kurdo BDP (Partito della Pace e della Democrazia) in Europa, è venuto da Bruxelles per partecipare al corteo silenzioso organizzato a Rennes sabato 26 Gennaio in memoria delle tre militanti kurde assassinate il 9 Gennaio 2013 a Parigi. Una di loro, Fidan Dogan (Rojbin), l´aveva di sovente accompagnato in Bretagna in occasione di incontri con militanti associativi, o per degli appuntamenti con sindaci, funzionari eletti e responsabili politici. Era l´interprete preferita delle personalità kurde per le interviste o le conferenze che organizzava in collaborazione con Eyyup Doru ed i loro contatti francesi.

giovedì 31 gennaio 2013

Emergono dettagli sugli omicidi di Parigi

Il quotidiano turco Akşam ha scritto ieri in merito ad un'asserzione che riguarda Ömer Güney, l'uomo agli arresti dal 19 Gennaio in relazione agli omicidi di Sakine Cansız, Fidan Doğan e Leyla Şaylemez, avvenuti a Parigi il 9 Gennaio. Lo zio di Ömer, Zekai Güney, ha affermato che suo nipote era accompagnato da altre due persone mentre entrava nell'Ufficio di Informazione del Kurdistan, luogo in cui le tre rappresentanti politiche kurde sono state uccise. Zekai Güney ha dichiarato che le immagini di queste due persone sono state “rimosse” dai video delle telecamere di siurezza che la polizia francese ha sequestrato in relazione all'indagine sulle esecuzioni. Inoltre, in base alle dichiarazioni del padre dell'indagato, ha detto: “Mio fratello mi ha detto che, secondo le informazioni che ha ricevuto dalla procura francese e dagli avvocati, Ömer ha negato di aver commesso gli omicidi nella sua testimonianza. Ömer ha affermato che c'erano altre due persone con lui e che il video è stato contraffatto rimuovendo le registrazioni riguardanti queste due persone. Deve aver menzionato i nomi di queste due persone, che non sono comunque visibili nel filmato ora in possesso del procuratore”. Se l'affermazione è vera, ció significa che la vita di Ömer è minacciata, ha detto lo zio sottolineando la loro preoccupazione sulla possibilità che il nipote sia vittima di un omicidio di autore non indentificato all'interno o all´esterno del carcere. “Non pensiamo che lo Stato francese non sia coinvolto negli omicidi, il che significa che non sarà fatta luce su di essi. Non abbiamo saputo della visita di Ömer ad Ankara finchè non l'abbiamo letto sulla stampa. Non è mai venuto da noi. Quando ho chiesto informazioni in merito a mio fratello, lui mi ha detto che Ömer era andato ad Ankara per partecipare al matrimonio di un suo collega di lavoro che aveva incontrato in Germania”. ANF Ankara

Siria: Le YPG sequestrano ambulanza francese a Serêkaniyê

Le Unità di Difesa del Popolo (YPG) hanno sequestrato ieri un´ambulanza francese nella città del Kurdistan Occidentale Serêkaniyê. Si crede che l´ambulanza, con targa francese "CP-253-DE" ed alcuni documenti nella stessa lingua, stesse trasportando equipaggiamenti militari dalla Turchia alle bande armate presenti nella città kurda della Siria Serêkaniyê. Gli scontri tra le YPG del Kurdistan Occidentale ed i gruppi armati sostenuti dalla Turchia continuano in alcuni luoghi della città poiché le forze kurde stanno cercando di scacciare le bande. Alcuni giorni fa, le YPG hanno rivelato che lo Stato turco stava inviando Serêkaniyê ambulanze, cariche di armi ed altri equipaggiamenti militari, per sostenere i gruppi armati che stanno attaccando la popolazione kurda da mesi e stanno conducendo ad un clima conflittuale in città. Si crede anche che l´ambulanza sequestrata ieri sia stata introdotta attraverso i confini turchi. Fonti delle YPG hanno fatto notare che le bande armate hanno reso difficile il sequestro del mezzo, che era utilizzato per trasportare i beni saccheggiati in città. In un comunicato sui recenti scontri nella regione, i funzionari delle YPG hanno dichiarato che rafforzeranno la loro lotta contro le bande sostenute dalla Turchia per rafforzare l´auto-governo della città. ANF Serêkaniyê

mercoledì 30 gennaio 2013

Campagna per i Kurdi in Siria

Mentre il popolo siriano in generale, ed i Kurdi in particolare, stanno attraversando un momento di violento conflitto per procura, il costo di questa guerra è scaricato sulle spalle dei civili. La regione kurda della Siria soffre più gravemente a causa di un doppio embargo, imposto sia dal regime di Assad sia dall'opposizione armata. La popolazione del luogo sta venendo sempre più isolata in un assedio paralizzante, che rischia di diventare un grave disastro umanitario. Le rigide condizioni invernali sono aggravate dalla penuria di cibo, medicine, combustibile per il riscaldamento, trasporti e generatori elettrici, fondamentali per il funzionamento degli ospedali e dei centri medici. Questa situazione sta mettendo a rischio la vita delle persone a causa delle diffusione delle malattie e la mancanza di aiuti medici. Nonostante questo, le regioni kurde sono state escluse dagli aiuti umanitari internazionali, anche se hanno ospitato centinaia di migliaia di rifugiati e sfollati provenienti da tutte le cittadine colpite dalla guerra siriana. E´ noto che i mercenari armati salafiti affiliati a gruppi terroristi, la Turchia ed altre potenze regionali hanno effettuato il recente attacco brutale che ha colpito i civili a Sere Kaniye (Ras al Ain) il 16 Gennaio 2013. Queste potenze hanno l'obiettivo di destabilizzare la relativamente pacifica regione kurda e di trascinarla in una violenta guerra civile, rendendola un sanguinoso luogo di conflitto per procura. Per aumentare l´orrore, esse hanno colpito i civili, uccidendoli indiscriminatamente e radendo al suolo le loro case tramite bombardamenti. Le poche abitazioni rimaste in piedi sono state saccheggiate e migliaia di persone sono state fatte sfollare forzatamente nel tentativo di sfuggire alle atrocità. La Croce Rossa/Mezzaluna Rossa Kurda, un´organizzazione umanitaria di soccorso istituita nella regione kurda della Siria per sostenere le persone in difficoltà, sta lanciando una campagna a riguardo, che verrà presentata a Londra il 3 Febbraio. ANF Londra

martedì 29 gennaio 2013

Sakine di Dersim

Le donne sono persone determinate. Possiedono il ruolo principale nel condurre l´umanità verso il futuro. Hanno una virtù che le glorifica e che rende significativo tutto ció che sfiorano. Non sarebbe sbagliato dire che sono le donne che conducono l´uomo al punto di assumersi la responsabilità di essere umano. Le donne dovrebbero essere quindi citate come un genere che ha il potere di trasformare non solo gli uomini ma il mondo intero. Sakine era una delle mani che hanno portato la bellezza nel mondo. Rappresentava una parte importante di pace, fratellanza e bontà, ció che tutti stiamo esprimendo ora da anni… leggi tutto su www.retekurdistan.it

lunedì 28 gennaio 2013

La difesa in lingua kurda approvata dal Parlamento

In seguito agli intensi dibattiti degli ultimi due giorni, il Parlamento turco ha approvato una legge che permette di parlare in lingua madre all'interno dei tribunali. Alle persone sotto processo sarà concesso di richiedere un traduttore per potersi difendere in lingua madre a condizione di far fronte alla spese dei servizi di traduzione. La disposizione legale fa parte di una proposta di modifica, di 13 articoli, del Codice di Procedura Penale (CMK) e della Legge sull'Esecuzione delle Pene e delle Misure di Sicurezza. In Parlamento il dibattito sulla legge ha raggiunto l'apice quando la deputata di İzmir del Partito Popolare Repubblicano (CHP) Birgül Ayman Güler ha affermato due giorni fa: "La nazione turca non puó essere uguale a quella kurda. Non potete appiopparmi il nazionalismo kurdo schierandovi con l´indipendenza”. Queste affermazioni hanno condotto a reagire molti membri del Parlamento, inclusi alcuni del CHP; inoltre hanno causato ulteriori dibattiti sul sentimento nazionalista presente all´interno di questo partito, di cui il deputato di Adıyaman Salih Fırat ha rassegnato le dimissioni ieri in risposta all´accaduto.

Pinar Selek condannata all´ergastolo

La Dodicesima Alta Corte Penale di Istanbul ha ordinato l´ergastolo per la sociologa Pinar Selek, accusata dell´attentato al Bazaar delle Spezie di Istanbul del 1998, nonostante fosse stata assolta dalle stesse accuse tre volte in precedenza. Il tribunale ha anche emesso un mandato d´arresto nei suoi confronti: la Selek è attualmente a Strasburgo per i suoi studi accademici. Il suo caso è in corso dal 1998 ed è stato riaperto tre volte in quattordici anni. Era stata assolta per l´ultima volta il 9 Febbraio 2011 dallo stesso tribunale ma la decisione è stata annullata dalla Corte di Cassazione nel Novembre 2012. ANF ISTANBUL