giovedì 10 maggio 2012

La Turchia dovrà pagare 75.000 euro alla famiglia di un detenuto deceduto a causa delle torture subite in carcere

La CEDU ha decretato che la Turchia ha violato il diritto alla vita di Yelden, che è stato torturato a morte in carcere 12 anni fa. E ha condannato la Turchia a pagare € 75.000 di risarcimento alla famiglia della vittima. La Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU), ha decretato che la Turchia ha violato "il diritto alla vita" di Alpaslan Yelden che è stato torturato a morte in carcere il 14 luglio 1999 a Smirne. La Turchia pagherà € 75.000 (137.700 TL) di risarcimento alla famiglia di Yelden. Il termine per l’opposizione a tale decreto è di 3 mesi. Secondo la CEDU, la Turchia ha violato l'articolo 2 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Il signor Yelden si trovava sotto la responsabilità dello Stato ed è morto sotto custodia. Inoltre, non c’è stata nessuna indagine approfondita dopo la sua morte. Yelden è stato ucciso quando aveva 37 anni e sua madre Cennet Yelden, il padre Halil Yelden, suo fratello Kudret Çiftçi e il figlio Tansu Halil Yelden, si sono rivolti alla CEDU poiché non avevano ottenuto nessun risultato in Turchia. Yelden è stato messo sotto custodia cautelare nell'ambito di un'indagine per omicidio e detenuto presso il dipartimento di polizia di İzmir. L'uomo era in perfetta salute, come si evince dai rapporti. Il giorno dopo è 'stato portato in ospedale e da quanto scritto nelle cartelle cliniche, il medico aveva indicato che il paziente "rischiava la morte". "Yelden era depresso. È caduto e ha battuto la testa sul pavimento. Abbiamo cercato di aiutarlo, ma cadeva di nuovo, è stato portato d'urgenza in ospedale…", riportano i verbali della polizia. Yelden è morto a causa di un trauma cranico il 14 luglio. L’esame autoptico ha evidenziato " cicatrici sul corpo" e "lividi sulle piante dei piedi". Suo padre Halil Yelden ha detto che il figlio è stato assassinato dagli agenti di polizia e ha presentato una denuncia contro di loro. Gli agenti di polizia İbrahim Peker, Hakan Ergüden, Muharrem Cetinkaya, Tarkan Gündogdu, Ali Akyol, Hikmet Kudu, Yusuf Oyan, Uğur Kocal, Cemil Bulut e Nevzat Sağoğlu, sono stati processati. La natura del trauma cranico non emerge dal rapporto dell’ Istituto di Medicina Legale; tuttavia tre medici hanno detto che potrebbe essere stato causato dalla tortura. Due separate relazioni del 2002 e del 2005 hanno evidenziato che Yelden era stato sottoposto a falaka (percosse sulle piante dei piedi), altri tipi di torture e che il trauma cranico non era stato provocato dalla caduta. 10 agenti di polizia sono stati condannati a 3 anni e 4 mesi di reclusione dall’Alta Corte penale il 6 novembre 2008. Ma nel 2010 la Corte ha deciso per l'assoluzione degli agenti e la Corte Suprema ha approvato la decisione. "La corte non è riuscita ad indagare in merito alla tortura, nonostante le relazioni mediche e lo Stato è responsabile della sua morte" ha decretato la CEDU. La Turchia pagherà € 50.000 a Tansu Halil Yelden, € 15.000 a Halil e Cennet Yelden, € 5.000 a Kudret Çiftçi e € 5.000 alla famiglia per le spese legali. (Fonte Bianet)