domenica 13 maggio 2012

40 anni di carcere per la condivisione di una canzone su Facebook

I Pubblici ministeri turchi chiedono 40 anni di carcere nei confronti di un ragazzo kurdo, di 17 anni, accusato di aver partecipato a otto manifestazioni "illegali". Tra le "prove" la condivisione di una canzone kurda su Facebook. L'adolescente A.G. arrestato il 30 ottobre 2011, il 16 maggio deve comparire davanti al tribunale di Mersin. L'accusa è pesante. La pena richiesta contro di lui è pari al doppio della sua età. Il ragazzo kurdo sta affrontando otto accuse, tra le quali: "appartenenza a un'organizzazione terroristica", "violazione della legge sulle manifestazioni", "reati contro la proprietà pubblica", "possesso di esplosivi", "propaganda di un organizzazione terroristica","uso delle armi durante le manifestazioni", "resistenza a pubblico ufficiale "e "organizzazione di eventi per conto di un'organizzazione terroristica". Il tribunale per i minorenni ha accettato il 12 maggio l'atto d'accusa sulla base di "prove" come la condivisione di canzoni su Facebook e la testimonianza della polizia. I giovani kurdi sono spesso oggetto di arresti e condanne severe. Il 9 aprile, i pubblici ministeri turchi avevano chiesto 55 anni di carcere nei confronti di un ragazzo di 17 anni kurdo, con una pena di tre volte superiore a quella della sua età, per la partecipazione a manifestazioni "illegali" a Mersin. L'accusa della procura aveva fatto affidamento unicamente su testimonianze segrete. Secondo un rapporto trimestrale della Fondazione Migrazione (GOC Vakfi), almeno 52 bambini sono stati messi in custodia cautelare e 26 altri sono stati imprigionati dal 1 gennaio al 31 marzo 2012. Nonostante la modifica sotto la pressione internazionale della legislazione antiterrorismo, per porre fine alle sentenze dei minori dinanzi ai giudici penali degli adulti, la giustizia sotto il controllo del governo AKP del primo ministro Recep Tayyip Erdogan continua senza sosta ad imprigionare i bambini. La riforma per i bambini non ha cambiato la situazione, perché le accuse contro di loro sono sempre le stesse. Un bambino che lancia un sasso contro la polizia o grida slogan partecipando a manifestazioni illegali, può ancora essere incarcerato con l'accusa di essere un membro o di fare propaganda per un'organizzazione "terrorista". www.actukurde.fr