martedì 19 ottobre 2010

Conferenza stampa con Selhattin Demirtas, presidente del BDP


Dalla delegazione italiana a Diyarbakir 18.10. 2010 pomeriggio
Nel pomeriggio, mentre in tribunale proseguiva il processo, la piazza si riempiva di gente fino all’inverosimile fino a rioccupare il lato della strada precedentemente liberato. La polizia questa volta non è intervenuta, una parte delle squadre antisommossa e dei blindati rientravano nelle caserme. Questa volta la forza e la compostezza del popolo kurdo hanno avuto la meglio. Lasciamo la piazza dopo le ore 18 perchè impegnati in un incontro con Selhattin Demirtas.
Il presidente ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Questo é un processo cruciale per il popolo kurdo. Ringrazio tutte le delegazioni presenti che hanno svolto oggi un ruolo importante; e questa è già una prima vittoria.
Gli amici che sono venuti dall’Europa non sono arrivati qui  solo per vedere, ma per svolgere un ruolo  di sostegno per il kurdistan e di stimolo per l’intera Europa. Per questo motivo il processo  ha creato anche una opportunità  di solidarietà  tra noi e quel mondo che si batte per  la giustizia e i diritti umani. Questo è molto importante perchè rappresenta una opportunità di cambiamento.
 Essendo l’aula del tribunale troppo piccola per contenere tutti, hanno deciso di costruirne una nuova e più grande,  parallelamente anche  alla progettazione di un nuovo carcere a Diyarbakir, per contenere tutti i nuovi detenuti.
Coloro che hanno oggi seguito il processo, hanno potuto constatare che la Corte  si è comportata in maniera ambigua, in modo apparentemente accomodante, perchè sa bene che tutto il mondo li stà osservando.
I Guidici  hanno fatto  l’appello  e gli imputati hanno risposto in kurdo. Gli avvocati hanno chiesto di ritirare l’atto d’accusa (composto di ben 7.000 pagine!) ed hanno contestato  la legittimità stessa dei capi di imputazione.  Gli avvocati della difesa  hanno dichiarato  che intendono svolgere  la difesa in kurdo;  la Corte si è riservata di decidere  rinviando all’udienza  di domani.
  La Corte potrebbe:  A) accogliere le richieste degli avvocati; B) riassumere in 900 pagine i capi di imputazione; C) non decidere sull’uso della lingua e qualora gli imputati parlassero in kurdo o acconsentire o vietarne l’uso.
 Al ternime di ogni singola udienza gli avvocati chiederanno la liberazione degli imputati, costringendo i Giudici a pronunciarsi sul punto.  Per il 12 novembre è prevista la chiusura di questa fase processuale,  ma riteniamo ci siano poche possibilità che le decisioni  prese siano quelle auspicate.
Se il processo non dovesse concludersi in tempi brevi  chiediamo alle delegazioni internazionali di proseguire con l’attività di sostegno.  Anche dalle città  vicine   arriveranno a Diyarbachir  molte persone per manifestare il loro appoggio  agli imputati”
Un parlamentare inglese interviene  per ringraziare, sottolineando la chiarezza della difesa degli imputati, evidenziando che questo non è un processo con contenuto tipicamente penale  ma spiccatamente politico.
Selhattin Demirtas  risponde che, in realtà  si tratta di un processo politico,  che ci sono 1.500 persone sotto giudizio e che questo di Diyarbakir  riguarda 103 imputati, ma vi sono processi anche a Sirt, Adana , Batman, qui a Diyarbakir  gli imputati sono stati processati più tardi degli altri. Questo di oggi è quello principale  gli altri processi sono a questo collegati .