mercoledì 30 marzo 2011

Abbiamo le mani sporche di sangue!

"Abbiamo gettato fango su questa terra. Gli abbiamo strappato le unghia delle dita, vietato la loro lingua, abbiamo fatto di tutto. Chiedo al popolo kurdo, di non allontanarsi dalla nostra bandiera, ma di assumere la propria responsabilità per questa bandiera. Questa bandiera ha bisogno dei Kurdi. Il popolo kurdo è il nostro onore, la nostra spina dorsale, il nostro orgoglio".
L’ex membro delle unità speciali (Jitem) dell’esercito turco Ayhan Çarkın ha dichiarato che se viene istituita una commissione per la verità e la giustizia, come proposta da Ocalan, lui dirà tutto quello che ha da dire. Carkiz che ha espresso il suo rispetto per la figura di Ocalan ha dichiarato: “Abbiamo tutti le mani sporche di sangue. A questo popolo sono state fatte cose orribili.” In una dichiarazione che ha rilasciato al giornale Radikal, parla di assassini alla festa del Newroz e di cose terribili che sono state fatte nei confronti del popolo kurdo.Çarkın ha affermato: “Facevo parte di una unità speciale composta da 320 membri, che fu mandata nella parte sudorientale del paese nel 1986. Sono rimasto li, sino al 1990. Abbiamo tutti le mani sporche di sangue. Abbiamo commesso delle cose orribili. Dove siamo andati, abbiamo cercato un uomo e lo abbiamo spogliato e picchiato davanti a tutti. Che atteggiamento è questo, di spogliare un kurdo solo perché si pensi che sia uno del PKK? Non si è soldati di Atataturk in questo modo.

DOBBIAMO CHIEDERE SCUSA AI KURDI

“Non bisogna chiamarla lotta al terrorismo ma tradimento della propria terra. Ho visto in che modo sono stati impiegati gli aerei da guerra contro questa gente. Artiglieria, bombe, mine, carri armati contro il popolo kurdo. Questo fuoco ci brucerà. Abbiamo gettato fango su questa terra. Gli abbiamo strappato le unghia delle dita, vietato la loro lingua, abbiamo fatto di tutto. Chiedo al popolo kurdo, di non allontanarsi dalla nostra bandiera, ma di assumere la propria responsabilità per questa bandiera. Questa bandiera ha bisogno dei Kurdi. Il popolo kurdo è il nostro onore, la nostra spina dorsale, il nostro orgoglio. Dobbiamo chiedere scusa ai Kurdi. E adesso, dappertutto spuntano fosse comuni. Li si può chiamare terroristi, o guerriglia, ma queste fosse comuni sono una vergogna per questa terra.”

PROVO RISPETTO PER OCALAN

Inoltre, ha dichiarato di provare rispetto per Ocalan. “E’ da anni che quest´uomo ci chiama da Imrali. Adesso lo faccio io. Provo per lui rispetto, per il suo comportamento. Vuole che finisca lo spargimento di sangue. E sinora lui non ha mai mancato di rispetto al popolo turco, e nei confronti della bandiera turca. Ho amato due Abdullah, nella mia vita, Abdullah Ocalan e Abdullah Çatlı. Entrambi con qualità di uomini guida. I Kurdi devono aiutare questa terra. Mi rivolgo ad Ocalan: “ Assumiti la responsabilità per la Turchia, aiutaci.”

L’ JITEM HA COMMESSO IL MASSACRO.

Nel 1986 siamo andati nei territori kurdi. Un anno più tardi, nel villaggio di Pinarck,vicino a Mardin, ci fu un massacro. 30 persone, tra cui 16 bambini furono massacrati. Mi trovavo in quel villaggio, odore di sangue e morte dappertutto. Il massacro fu commesso da agenti dell’JITEM solo allo scopo di provocare. Tenevo un bambino senza vita in braccio. ( e piange). Questa gente non è stata ammazzata dal PKK, ma dall’JITEM. IL massacro di Basbaglar, l’incidente di Bilan, i villaggi di Jale, tutto opera di questa gente dell’JITEM. E dietro al massacro di Basbaglar c’era sicuramente l’Energekon.”

DOVE C’E’ GIUSTIZIA, VOGLIO ESSERCI PURE IO

Mi assumo le mie responsabilità e faccio i nomi degli scontri dove c’ero anch’io. Se bisogna fare giustizia non mi tiro indietro. Non mi tirerò indietro. Va subito istituita una commissione per la giustizia e la verità, come ha proposto Ocalan. Giuro sul mio onore che andrò lì e dirò tutta la verità e farò i nomi di tutti coloro che hanno tradito questo paese. Ma anche gli altri devono venire, Mehmet Ağar, İbrahim Şahin e tutti gli altri.”

L’ERGENEKON STA DIETRO TUTTO

E’ il punto di partenza di tutto. Attualmente nessuno dei membri dell’Energekon è in galera. Sono tutti fuori. Ha a che fare anche con Veli Küçük e i suoi rapporti con Karabach. Anche lì c’è l’Ergenekon. “

A SUSURLUK ABBIAMO ASSISTITO AD UN MASSACRO

In ognuno vi è un punto di svolta. Il momento in cui cambiò la mia vita, fu l’incidente di Susurluk. Quando il camion fu speronato, capii tutto. Andai sul luogo del fatto, e misi il mio amico Abdullah Çatlı in un’autoambulanza. Ho portato il suo corpo nudo a Nevsehir. Catli e gli altri furono assassinati nel camion. Dopo l’incidente ho capito che qualcuno ci aveva tradito. “

ANDAI DA ASSASSINO ALLA FESTA DEL NEVRUZ

Andai con mia moglie, i miei figli e gli amici alla festa del Nevruz. Andai da turco, da assassino. Andai sul palco. E dissi. “ Lasciatemi parlare. La mia coscienza mi spingeva quel giorno a parlare. Volevo uscire dal buio della mia coscienza sporca. Mi rivolsi ai miei amici, che, allora, avevano agito con me. Uscite fuori e raccontate quello che sapete. Adesso è ora di parlare.”